Salviamo la nostra unica vera arma di lotta.

Paradossalmente, dall'inizio della guerra tutte le magagne dell'open publishing si sono ingrossate esponenzialmente, fino a decretare la fine dell'open Newswire come strumento di seria controinformazione. Ipocritamente si potrebbere fingere di non vedere quello che e' diventato il Newswire: una specie di chat dove impazza un popolo di provocatori, esibizionisti, e piu' in generale quella fascia sempre piu'larga di persone che vive in maniera alienata e alienante il rapporto con le nuove tecnologie.
I pochi articoli serie, una percentuale a dir poco esigua, vedi le magnifiche corrispondenze da Baghdad, si perdono in un questo oceano di tristezze-perche' non altro non sono che tristezze- personali. Ma fare finta di non vedere mi sembra il piu'grave dei "crimini" intellettuali che il popolo di indymedia potrebbe commettere. A questo punto, senza finti moralismi, gli amministratori di Indymedia dovrebbero prendersi la responsabilita' di pubblicare solo cio' che merita di esserlo, le notizie che possono essere verificate con un minimo grado di attendibilita'.
Vedere uno strumento cosi' prezioso, l'unico che puo' permetterci di tenere in vita il nostro pensiero, in mano a orde di alienati e provocatori genera un senso di sconfitta,
profondo e frustante.