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Aviano 5 aprile: foto e resoconto
by Umanità Nova redazione Monday, Apr. 07, 2003 at 3:04 AM mail: fat@inrete.it

Aviano 5 aprile: sabbia nel motore del militarismo Sabato 5 aprile abbiamo manifestato alla base USAF di Aviano contro la militarizzazione del territorio e delle nostre vite. Ancune foto.

Aviano 5 aprile: fot...
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Aviano 5 aprile: sabbia nel motore del militarismo

Sabato 5 aprile abbiamo manifestato alla base USAF di Aviano contro la militarizzazione del territorio e delle nostre vite.
Eravamo migliaia nella lunga marcia attraverso il territorio friulano occupato da più di mezzo secolo occupato dai militari statunitensi.
Attraversato Roveredo in Piano siamo arrivati alla base sui cui ingressi abbiamo rovesciato una camionata di sabbia e, prima di andarcene, abbiamo piazzato all’altro ingresso un grosso lucchetto per ricordare il nostro impegno a chiudere la base di Aviano e tutte le altre basi e caserme e produzioni di morte. In più punti le reti oscuranti la recinzione sono state strappate o ricoperte di scritte. I cartelli "Zona militare: divieto di accesso" sono stati smontati e spediti all’interno della base. Palloncini colorati con stagnole "distrai radar" sono stati legati alla recinzione. Davanti all’ingresso, sulla strada la scritta a caratteri cubitali firmata con la A cerchiata "No global war" è ora ben visibile agli assassini che sfrecciano sui loro aerei carichi di bombe.
Giunti ad Aviano abbiamo occupato la Pedemonte una strada del paese che i militari USA, con il consenso della giunta comunale, vogliono in uso esclusivo nonostante l’opposizione della popolazione.
Dopo La Spezia il 5 gennaio quella di Aviano è un’ulteriore tappa nella lotta contro il militarismo e le installazioni militari.

Tutte le guerre contro di noi...
...noi contro tutte le guerre, gli eserciti, le basi militari!
La guerra è guerra. Ci devono essere gli sconfitti e ci devono essere i morti.
Davide Cesare ammazzato dai fascisti, i suoi compagni feriti. Altri, accorsi a solidarizzare, pestati selvaggiamente da polizia e carabinieri.
La guerra è guerra. A Gaza i bulldozer dei militari israeliani hanno schiacciato a morte la pacifista statunitense Rachel Corrie.
La guerra è guerra. L'acqua è "l’oro blu" progressivamente privatizzato mentre ogni giorno 30.000 persone muoiono di sete.
La guerra è guerra. Nel 2002 in Italia gli infortuni sul lavoro sono stati 972.404, i lavoratori morti 1.360.
La guerra è guerra. Davanti a 35 mila soldati Nato, molti dei quali italiani, negli ultimi tre anni di "pace" in kosovo sono stati uccisi più di mille serbi, rom e goranci.
La guerra è guerra. In ogni parte del mondo, lontani dai riflettori dei "media" migliaia di uomini, donne e bambini muoiono ammazzati da guerre, sfruttamento e miseria.
Gli stati, dittatoriali o democratici, e il capitalismo, con o senza il turbo, sfruttano e uccidono in nome della patria, del profitto o in nome di un dio superiore che sia un "investitore" eccellente o il solito divino irato e assoluto.
La guerra è guerra appunto.

La guerra è sempre e solo una, quella degli oppressori contro gli oppressi, quella del dominio, dei potenti contro gli sfruttati, i diseredati, i senza potere.
La guerra è guerra. E questa guerra contro la popolazione irachena è uno "spettacolo" che deve continuare a tutti i costi e fino alla fine, così vogliono i gendarmi globali a stelle&strisce, così vogliono i loro fedeli raccoglitori di briciole d’oggi.
Come anarchici, antimilitaristi da sempre, rivendichiamo le ragioni dell’antimilitarismo rispetto ad un pacifismo generico che ancora oggi apparenta guerrafondai di ieri come D’Alema o cardinali assassini come Pio Laghi ai sinceri e indignati pacifisti.

Opporsi alla guerra significa opporsi al massacro degli iracheni e, insieme, lottare per una vita migliore nel nostro paese. Guerra esterna e guerra interna hanno lo stesso fronte.
Il 2 aprile abbiamo scioperato, il 5 abbiamo manifestato alla base di Aviano contro questa guerra, contro tutte le guerre, perché vogliamo una società smilitarizzata, ossia senza frontiere, carceri, tribunali, polizie, sollevata da ogni forma di dominio e di discriminazione.

La guerra è guerra. Ci devono essere gli sconfitti e ci devono essere i morti.
I morti saranno ancora uomini, donne e bambini civili, inermi e sfruttati.
È il momento di essere con decisione e fermezza uomini e donne di parte.
La parte delle vittime. Sempre.
La vera pace è la libertà e la giustizia sociale. Per tutti. Ovunque.
Spetta a ciascuno di noi inceppare la macchina bellica, boicottarla, diffondere idee di libertà perché chi fa la guerra sappia che noi non ci arruoliamo, che siamo tutti disertori.
Sabbia e non olio nel motore del militarismo.
(dal volantino distribuito dalla Federazione Anarchica Torinese - FAI)
http://www.federazioneanarchica.org

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