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Onorare Rachel, porre fine alla demolizione delle case
by in onore di rachel Wednesday, Apr. 09, 2003 at 6:05 PM mail:

Ci rifiutiamo di essere nemici."

Il Comitato Israeliano Contro la Demolizione delle Case insieme a tutto il movimento degli attivisti per i diritti umani e per la pace, commemora la morte di Rachel Corrie a Gaza e pone le sue sentite condoglianze alla famiglia, agli amici e ai compagni dell’Ism

Onorare Rachel, porre fine alla demolizione delle case
di Jeff Halper


"Rachel non è stata la prima persona ad essere uccisa come risultato della crudele politica di demolizione delle case. Meno di due settimane fa Nuha Makadma Sweidan e il bimbo che portava in grembo sono stati uccisi a Gaza quando i soldati israeliani hanno “accidentalmente” demolito la sua casa, distrutta quando hanno fatto saltare in aria un’altra casa vicina. Poche settimane prima che un anziana signora e un disabile morissero sotto le macerie delle loro case a Gaza perché il soldato “non li ha notati”.

Questi non sono stati meri incidenti. Costantemente Israele demolisce le case palestinesi sulle proprietà delle famiglie e nella fretta non si preoccupano di seguire prosaiche norme di “sicurezza”. La stragrande maggioranza della demolizioni, è necessario comprendere, non ha nulla a che fare con il terrorismo. Secondo i dati delle Nazioni Unite meno di 600 delle 10.000 case demolite fin dall’inizio dell’occupazione del 1967 erano in relazione remota con la sicurezza. Il restante, il 94% erano semplicemente case di persone normali che si sono trovate sulla strada di Israele.
Questo è stato il caso del dottor Nassrallah per proteggere il quale Rachel è morta. Il dottor Nassrallah non era coinvolto in nessuna attività ostile, non era accusato di nulla. La sua casa doveva essere demolita perché, come altre dozzine di altre case che sono state rase al suolo in quel blocco dell’affollatissimo Campo Profughi, si trovava all’interno di un ampia “striscia di sicurezza” che Israele vuole creare lungo il confine con l’Egitto. Nessuna compensazione era stata offerta al dottor Nassrallah, nessuna opportunità di appellarsi alla Corte, nessuna alternativa di un’altra casa gli era stata offerta. Semplicemente la demolizione lascia le persone senza casa, le impoverisce, le traumatizza, le rovina.
Una politica illegale tanto che la legge internazionale proibisce la demolizione delle case da parte della potenza di occupazione. Allora, perché Israele persegue questa politica disumana che sembra fatta su misura per generare odio contro di loro? Primo, la politica della demolizione delle case confina i palestinesi in una stretta, sovraffollata e non praticabile isola di terra, permettendo a Israele di controllare l’intera Cisgiordania e la Striscia di Gaza attraverso l’espansione del sistema delle colonie. Secondo, Israele sa che le case sono sacre per i palestinesi, il cuore della vita delle loro famiglie allargate. Demolendole Israele spera di spezzare la volontà palestinese di resistere all’Occupazione accettando di vivere in Bantustan separati. E terzo, la demolizione delle case costituisce la chiave di un meccanismo di spostamento (displacement nel testo inglese, ndt) per la esclusiva rivendicazione dell’intero paese da parte di Israele.

Oltre alla politica dell’Occupazione ci sono queste altre ragioni che motivano noi come israeliani per la pace a resistere contro la politica della demolizione delle case, come ha fatto Rachel cercando di bloccare i bulldozers con i nostri corpi e ricostruendo le case palestinesi quando vengono demolite. Facendo questo, come ebrei israeliani, stiamo dicendo ai palestinesi: noi riconosciamo la vostra esistenza come popolo e il diritto a vivere in questo paese. Vogliamo dividere questo paese con voi, sulla base del diritto di entrambi i popoli. Cerchiamo un futuro comune basato sulla pace e sulla giustizia.

Ci rifiutiamo di essere nemici."
(martedì 8 aprile 2003)






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