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SASSI CON LE GAMBE
by gin{ Monday, May. 05, 2003 at 10:37 PM mail:

Oggi archiviano per legittimo uso delle armi, ma il 20 luglio 2001 hanno provato a dire che a uccidere Carlo non erano stati loro, ma un sasso.

Oggi archiviano Placanica, domani di Dax non si parlerà più, ma quello che hanno fatto quegli ASSASSINI noi non smetteremo mai di urlarlo!

 

SASSI CON LE GAMBE

Di sassi in piazza Alimonda ne sono volati tanti, ma alcuni più di altri hanno cercato di rubare la scena e diventare i veri protagonisti. Chi non ricorda il sasso che avrebbe intercettato in volo un proiettile 9mm con camiciatura d'acciaio spaccandolo e deviandolo contro Carlo Giuliani. Una tesi che purtroppo, nonostante perizie di parte e ricostruzioni accurate che ne dimostrano l'infondatezza, è ancora in piedi  e rischia di affossare tutto. Ma un altro sasso nei momenti successivi alla morte di Carlo ha cercato di conquistare la ribalta, addirittura (incredibile per un sasso!), imparando a camminare. 

Il mancato protagonista è il sasso che si vede fra i piedi del carabiniere.

E' uno e sembra essere di origine calcarea (leggi marmo). In questo momento non c'è un altro sasso accanto alla testa, come si può constatare allargando l'immagine, ma presto apparirà e cercherà di rubare la scena.

PS e CC sono da pochissimo entrati in piazza e controllano solo la zona attorno a Carlo (qui sotto c'è l'ingrandimento dell'esatto momento in cui arrivano)

 

La foto qui sotto, ovviamente successiva (notare gli adesivi per l'ECG, di cui però non risulta ci sia traccia da nessuna parte), ci mostra un sasso, che prima non c'era, proprio accanto alla testa di Carlo.

In quest'altra angolazione, scattata uno o due minuti dopo, possiamo vedere lo stesso sasso striato di sangue in una maniera così uniforme e netta da pensare che è stato spostato lì lentamente, magari con un piede, e non lanciato o calciato. Dalla grana si capisce che anche questo sasso, come il primo, è di origine calcarea e non un calcinaccio, come poteva sembrare dalla foto precedente.

Se è lo stesso sasso delle altre foto è difficile dirlo, quello che è certo è che dove si trovava il sasso della prima foto adesso non c'è più niente.

Il teleobiettivo può falsare le distanze, ma per capire la distanza del primo sasso da Carlo basta notare nelle prime due foto che questo si trova proprio accanto al piede destro del carabiniere, che ha un piede proprio sulla pozza di sangue, quindi vicinissimo alla testa.

Non c'è niente di certo in questa vicenda. Di sassi ne sono piovuti tanti e nelle fasi concitate seguite alla morte di Carlo e alla riconquista della piazza è facile che qualcuno sia stato spostato, anche non intenzionalmente. Quello che è però innegabile è che, a un certo punto, si comincia a sostenere la tesi del sasso scagliato come  possibile causa della morte di Carlo.

Nella sua audizione in commissione parlamentare, Fiorillo, il vicequestore che comanda la riconquista della piazza, rispondendo a una precisa domanda di Violante, dice: "...ricordo che a terra c'erano delle pietre - a parte l'estintore - ma non ricordo se una di esse fosse insanguinata..."

Il suo collega, Adriano Lauro, colui che comandava il plotone di carabinieri in via Caffa costretto a una disastrosa ritirata dai manifestanti, invece, è più sicuro e nella stessa occasione, dichiara: "...Quando ho visto il ragazzo per terra e ho visto un «fuggi fuggi» generale; mi sono avvicinato a quel lago di sangue che usciva e ho visto una pietra, come quella che ha visto il dottor Fiorillo, intrisa di sangue e molto vicina alla tempia; dunque ho pensato che il giovane fosse stato colpito dalla pietra. In parte ero convinto che fosse stata la pietra, in parte credevo che se loro non avessero attaccato, non sarebbe accaduto questo fatto; ecco il senso di quella frase famosa...".

La frase famosa di Lauro è ovviamente quella immortalata dalle telecamere: "Bastardo! Lo hai ucciso tu, lo hai ucciso! Bastardo! Tu l'hai ucciso, col tuo sasso, pezzo di merda! Col tuo sasso l'hai ucciso!"

In questo momento si rincorrono le voci, ma nessuno ha ancora ufficialmente parlato di uno sparo. Soprattutto non si sa se qualcuno ha ripreso la scena. Soltanto alle 18,00, sulle ANSA, comincia a filtrare la verità

18:00  - La polizia conferma la morte giovane dimostrante. Il corpo e' coperto da un telo bianco. La zona viene isolata. Un fotografo riferisce che la vittima e' stata colpita da un proiettile sparato da un carabiniere. 

18:30  - Manifestanti urlano ''assassini'' a polizia vicino al cadavere. Agnoletto annuncia che l'uccisione del dimostrante e' stata ripresa in un video. I carabinieri negano ogni addebito.

Con la dichiarazione di Agnoletto decadono tutte le ipotesi. Dalle 17,30 alle 18,30 ne erano state dette di tutti i colori, in un crescendo di notizie che si accumulavano senza che l'una smentisse l'altra. La più incredibile quella in cui si dice che Carlo stava per lanciare una bombola di gas contro la jeep. Fra le ipotesi che circolano in quei minuti si dice che a colpirlo forse è stato un estintore, un'altra parla di un lacrimogeno sparato dalla camionetta, poi c'è l'immancabile sasso, ma in mezzo cominciano anche a filtrare le testimonianze di chi afferma che a uccidere Carlo è stato un carabiniere.

Nel momento in cui si viene a sapere dell'esistenza di un filmato, il volenteroso sasso, che tanti sforzi aveva fatto  per spostarsi accanto alla testa di Carlo e conquistarsi così il primo piano in tutte le foto, da protagonista assoluto ridiventa banale materiale di origine calcarea e il suo breve attimo di celebrità sfuma nel nulla.

Di cose strane in piazza Alimonda ne sono successe un sacco e questa è solo una fra tante. Ed è evidente a tutti che soltanto un processo, non esprimendo noi certezze, potrebbe chiarire i tanti lati oscuri di questa vicenda. Un processo che certo darebbe fastidio a tanti, e forse anche per questo, un processo che rischia di non farsi, se venisse approvata la richiesta di archiviazione.

(Questo ultimo commento era stato scritto, ovviamente, prima che arrivasse la notizia dell'archiviazione per Placanica, adesso che abbiamo visto come è andata abbiamo la certezza che quel processo "non s'aveva da fare". Ma noi non ci arrendiamo. Continueremo a scavare e prima o poi la verità verrà fuori)


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