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Parigi: pensioni, un milione di no alla riforma
by da liberazione Monday, May. 26, 2003 at 11:02 AM mail:

La Francia di nuovo in piazza contro il piano sulla previdenza del ministro Fillon. Parigi invasa dai manifestanti, piazze stracolme anche in provincia. Cresce la mobilitazione della scuola in difesa dell'istruzione pubblica.

Un milione di persone. Interi quartieri della capitale bloccati fin dalle prime ore del mattino. «Una manifestazione di queste dimensioni non si vedeva da molti anni», valuta con soddisfazione e un po' di stupore la segretaria del Partito comunista francese, Marie-George Buffet, confusa fra la folla che nel pomeriggio inoltrato di ieri non accennava ancora a diradarsi in Place de la Nation, punto di partenza dell'immenso corteo.

Chiaro il messaggio dei lavoratori francesi al governo di Jean-Pierre Raffarin: inaccettabile il piano di riforma delle pensioni di François Fillon, inammissibili gli attacchi di Luc Ferry alla pubblica istruzione. Cronaca di una domenica particolare sotto il cielo grigio di un maggio parigino.

Ore 10, Place de la Nation. I primi manifestanti riempiono l'immensa piazza già dalle prime ore del mattino. Trenta treni speciali e un migliaio di pullman li hanno condotti qui da tutta la Francia. I molti che non hanno trovato posto sono comunque scesi in piazza: 40mila a Marsiglia, 30mila a Tolone, 20mila a Bordeaux, 10mila a Lione e Montpellier.

In Francia, i principali quotidiani nazionali non escono la domenica. Per questo, il ministro del Lavoro Fillon ha scelto il "Journal du Dimanche" per lanciare un «appello ai francesi che dubitano e si interrogano»: inutile manifestare, il governo andrà fino in fondo. Il suo piano di riforma è inevitabile, dice. E, del resto, le cose non cambieranno di molto: lavoreremo «un po' di più, per delle pensioni che saranno paragonabili a quelle di oggi». Ma lo sforzo del ministro sembra non sortire gli effetti sperati. Sulle pagine dell'altro quotidiano in edicola la domenica, "Le Parisien", i dati di un sondaggio: un francese su due appoggia pienamente la manifestazione nazionale contro il piano Fillon.

Ore 12, boulevard Diderot. «Combattivi, determinati, solidali, per il futuro delle nostre pensioni», recita lo striscione di testa, portato dai dirigenti nazionali dei quattro sindacati organizzatori, Cgt (primo sindacato di Francia), Fsu (maggioritario nella pubblica istruzione), Unsa (Unione nazionale dei sindacati autonomi) e Fo (il più "radicale", vicino ai partiti dell'estrema sinistra). «Tutte le vie di accesso alla piazza sono invase dalla folla. Il corteo non è ancora partito, ma è già un immenso successo» afferma Bernard Thibault, segretario generale della Cgt. E aggiunge: «Se ora il governo non accetta di riaprire i negoziati con i sindacati, non potremo che interpretarlo come una prova di forza. A quel punto, definiremo con i lavoratori altre forme di azione». Ancora più esplicito Marc Blondel, segretario della Fo: «siamo pronti a ripartire il 27 maggio con uno sciopero generale di tutti i settori». Dietro di loro, un oceano di bandiere, striscioni e cartelli artigianali. Il corteo lentamente comincia a muoversi: sono previsti tre percorsi che, attraversata la Senna e la rive gauche della capitale, confluiranno in Place d'Italie.

Ore 15, boulevard de l'Hopital. Il gruppo di testa del corteo è composto dal personale della Pubblica istruzione, il più mobilitato fin dai primi giorni della protesta.

Ore 16, ancora boulevard de l'Hopital. Gli altoparlanti di Attac annunciano le prime cifre: un milione di manifestanti a Parigi, altrettanti nelle piazze delle principali città francesi. Dal corteo delle federazioni provinciali della Cgt si alza un boato. Ci sono proprio tutti: bretoni, normanni, lavoratori di Nizza e di Poitiers. Incomincia a piovere forte, il fumo delle torce accese si trasforma in una nebbia fitta.

Ore 17, boulevard Saint-Marcel. Anche i partiti della sinistra hanno risposto con determinazione all'appello sindacale. Le bandiere e i palloni con i simboli del Partito comunista, della Lcr (Ligue communiste révolutionnaire) e di Lo (Lutte Ouvrière) sono come sempre circondati da una partecipazione numerosa. Ma anche il Partito socialista ha mobilitato un consistente numero di aderenti. Era stato il segretario in persona, François Hollande, ha lanciare l'appello alla partecipazione a questa manifestazione nazionale dalle tribune del congresso del partito, domenica, a Digione. E i militanti hanno risposto, riportando il Ps nelle piazze accanto alle altre forze della sinistra.

Ore 18, Place d'Italie. Il punto d'arrivo del corteo. I manifestanti confluiscono da ogni lato nella piazza, decisamente troppo piccola per accogliere anche questa prima ondata della folla immensa. Il successo è strepitoso, al di là di ogni previsione. «Il governo non può più ignorarci», dice un giovane professore. «La posta in gioco è troppo alta. E' il volto stesso della Francia che vogliono rimodellare. Non lasceremo che decidano senza di noi dei diritti sociali conquistati dai nostri padri in anni di sacrifici e di lotte».

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