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RIVOLTE AL VULPITTA - REPRESSIONE E SILENZIO
by krak - palermo Monday, May. 26, 2003 at 9:16 PM mail: aulacarlogiuliani@libero.it

I MIGRANTI RECLUSI DEL CPT VULPITTA LOTTANO PER LA LIBERTA’ RICEVENO SOLO REPRESSIONE DALLO STATO E SILENZIO DALLA SOCIETA’

I MIGRANTI RECLUSI DEL CPT VULPITTA
LOTTANO PER LA LIBERTA’

RICEVENO SOLO REPRESSIONE DALLO STATO
E SILENZIO DALLA SOCIETA’

Un’altra rivolta. Un altro tentativo di evasione per riconquistare la libertà. Sabato 24 maggio di notte nel LAGER per migranti di Trapani “Serraino Vulpitta” sei persone incarcerate perché “irregolari” hanno tentato la fuga, ma sono stati sorpresi dalla polizia che li ha prima brutalmente pestati in strada, davanti decine di cittadini trapanasi, e poi tradotti nelle celle del LAGER, dove hanno subito nuove percosse. E la brutalità di chi gestisce questi centri di detenzione ha pure impedito che venissero fornite cure mediche ai migranti picchiati.

Già sabato 17 maggio gli attivisti antirazzisti che erano potuti entrare nel “Serraino Vulpitta”, grazie alla manifestazione di solidarietà con i reclusi che si svolgeva fuori dal centro, avevano constatato le inumane condizioni in cui si trovavano i migranti detenuti.
Innanzitutto è bene ricordare che tutti i reclusi nei Centri di Permanenza Temporanea non hanno commesso reati penali, ma sono “trattenuti” per accertamento dell’identità per un periodo massimo di 60 giorni, al termine del quale vengono espulsi. Sono di fatto detenuti dietro gabbioni, controllati da agenti in assetto antisommossa che, come ci hanno denunciato gli stessi migranti, non esitano ad intervenire per sedare con la forza eventuali proteste. Vivono superaffollati, potendo usufruire solo di un letto, di un pasto scadente, e nient’altro. La direzione del centro non ci ha neppure permesso di visitare i bagni, che come ci dicevano i migranti vengono lavati molto di rado.
Queste persone che vivono in tale condizione di isolamento e di repressione, senza nessuna speranza per il futuro, consapevoli che questa dura detenzione finirà soltanto al momento del loro rimpatrio, produce soltanto disperazione e continui tentativi di conquista della libertà. Non sono, tra l’altro, rari i casi di auto- lesionismo, come forma estrema di protesta, o prolungati scioperi della fame, di cui però all’esterno nessuno sa mai nulla.
Abbiamo pure riscontrato casi di detenuti richiedenti asilo politico, che logicamente dovrebbero essere liberi, come sancito da tutte le convenzioni internazionali sui rifugiati.

Adesso dopo le ultime rivolte la direzione del Centro è intenzionata a trasferire tutti i reclusi in altri LAGER della Sicilia e d’Italia, levando tra l’altro la possibilità ai compagni trapanasi di continuare a seguire le loro vicende per ottenerne la scarcerazione o comunque per tutelarli.

Chiediamo a tutte le forze del sindacalismo, della politica, dell’antagonismo sociale, alle associazioni di volontariato di intervenire per accendere l’attenzione su questa realtà di repressione e privazione di elementari diritti (che è specchio del ruolo della Sicilia nella gestione del fenomeno migratorio) dove è calato il silenzio più totale.

INDICIAMO UNA RIUNIONE
GIOVEDI’ 29 MAGGIO ALLE ORE 17
presso lo zetalab , via arrigo boito, 7



KRAK - Comitato di Resistenza AntiCapitalista
nella Rete di Solidarietà con i Richiedenti Asilo

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