Tre miliziani travestiti con le uniformi dell'esercito di Tel Aviv hanno aperto il fuoco e poi hanno perso la vita nel combattimento. Rivendicazione congiunta di al-Fatah, Hamas e Jihad.

GAZA - Sul terreno restano i corpi di sette uomini. Quattro soldati israeliani e tre palestinesi. E' pesante il bilancio dell'attacco di un commando palestinese, rivendicato da al-Fatah, Hamas e Jihad, ai danni di una postazione israeliana al valico di Erez, tra Gaza e Israele. Un blitz quasi annunciato dopo che ieri i movimenti integralisti palestinsi avevano lanciato un secco monito al premier Abu Mazen: "Continueremo l'Intifada".

L'esecito di Tel Aviv sapeva che era in preparazione un attacco. Per questo, la scorsa notte, il ministro della difesa Shaul Mofaz aveva ordinato la chiusura della Cisgiordania. Ma non di Gaza. Ed č proprio da Gaza che si sono mossi i tre palestinesi.

Il commando, composto da un membro del braccio armato di Hamas Muhammed Abu Bid, 21 anni, da uno del braccio armato di al-Fatah, Mussa Sakkawil, 22 anni e da uno del braccio armato della Jihad islamica Rami al-Bek, 22 anni, ha indossato l'uniforme dell'esercito israeliano e si č diretto verso la postazione dei soldati al valico di Erez. Sotto la giacca i tre avevano il Corano. La battaglia č stata durissima. Mezz'ora di fuoco incrociato. Alle fine sul terreno restano quattro soldati israeliani e l'intero commando palestinese. Altri quattro soldati con la stella di David restano feriti.

Non č difficile capire che l'operazione č stata concepita come un messaggio diretto al premier palestinese Abu Mazen, che oggi si accinge a raggiungere Gaza per colloqui politici. E conferma che queste formazioni non sono affatto inclini a sospendere la Intifada armata, come da lui auspicato al recente vertice di Aqaba.