Vandali anti-gay, raid a Lucca
LUCCA — Tutto in una scritta. Con una carica di inequivocabile intolleranza. Un «Gay Rauss», di inquietante e ariana memoria che, apparso ieri mattina sulla vetrina della libreria Baroni, ha sollevato un polverone in città. Non solo. La facciata del negozio del centro storico, dove sabato scorso (giornata mondiale dell'orgoglio omosessuale) era stato ospitato un incontro dell'associazione «L'Altro Volto - Lucca gay lesbica», è stata imbrattata anche da una svastica. «L'ennesimo episodio omofobo e razzista — ha detto Giulio Maria Corbelli, presidente de 'L'Altro Volto' —, da parte di appartenenti all'estrema destra che si sentono liberi di agire indisturbati». Ai commenti di Corbelli, hanno fatto seguito le testimonianze di solidarietà delle associazioni gay della Toscana. «Segnali da non sottovalutare — ha sottolineato il presidente di Arcigay Toscana, Alessio De Giorgi — perché mettono in discussione i diritti della Costituzione, a iniziare da quello di riunirsi liberamente». E dalle parole, i movimenti omosessuali, hanno minacciato di passare ai fatti. «Siamo pronti a organizzare una manifestazione a Lucca — ha concluso De Giorgi — se da parte delle istituzioni non giungeranno segnali di condanna dell'episodio». Nella sostanza poi un gruppetto si è riunito ieri nel tardo pomeriggio in un simbolico sit-in in via S. Paolino. Ma i segnali da parte delle istituzioni non si sono fatti attendere. Il presidente della Regione, Martini ha parlato di «atto grave di discriminazione e odio razzista che va contro le tradizioni di tolleranza della Toscana», esprimendo «la condanna verso gli autori del gesto». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente della Provincia, Andrea Tagliasacchi. «Lucca non ha niente da spartire con quattro imbecilli che imbrattano muri con scritte deliranti. Da parte nostra è completa la condanna a questo tipo di episodi ed è totale la solidarietà alle associazioni gay e lesbiche e i proprietari della libreria». Sdegno per l'episodio anche da parte del sindaco di Lucca, Pietro Fazzi: «Un inqualificabile gesto, che condanno fermamente, a opera di vandali che niente hanno a che fare con la cultura lucchese di tolleranza».
Diego Casali
