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Bus bruciati e Duomo presidiato I disoccupati assediano Napoli
by Il Corriere della Sera Tuesday, Jul. 22, 2003 at 4:02 PM mail:

La lotta dei disoccupatidi Napoli e' ormai capeggiata Forza Nuova e da altre componenti di destra

Il sindaco: rovinano l’immagine della città. Nella chiesa della protesta necessario il loro sì per celebrare un matrimonio


NAPOLI - In questi giorni a Napoli la vita scorre disoccupati permettendo. Ci si muove in centro se non c’è un corteo o un blocco stradale, si va a messa al Duomo, o ci si va a sposare o a ricevere la cresima, se non c’è un’occupazione in corso, o se l’occupazione viene temporaneamente sospesa. Si può andare a Ischia o a Capri o a Procida, ma bisogna tener conto che il traghetto potrebbe restare in porto a causa di un presidio a bordo. E lo stesso vale con i treni per i paesi della provincia: camminano se non c’è un sit-in sui binari. Anche in aeroporto c’è stata una manifestazione, ma è stata una cosa più soft: un’apparizione e via, senza creare problemi ai voli. E un’apparizione molto veloce è stata pure quella di due uomini con i caschi in testa che ieri pomeriggio si sono presentati a uno stazionamento di autobus non lontano dalla piazza della ferrovia. Il tempo di cospargere di benzina l’interno dei pullman e appiccare il fuoco.
«Se ci vedesse Bertarelli», titolava l’altro giorno il suo commento in prima pagina il direttore del Corriere del Mezzogiorno Marco Demarco. E lanciava l’allarme: con una città in queste condizioni, altro che Coppa America. Ora il sindaco Rosa Russo Iervolino dice che «creare un’immagine della città che rischia di allontanare gli investitori può portare soltanto a interrompere il dialogo». E mai come adesso, invece, il dialogo e la collaborazione con le istituzioni dovrebbero essere l’interesse principale dei disoccupati, dopo che ieri sera il prefetto Renato Profili ha fatto sapere che il governo ha sbloccato i fondi per l’attuazione del progetto di inserimento occupazionale dei senza lavoro di lunga durata. Ora ci sarà da gestire quest’inserimento, stabilire regole e criteri, ma il primo passo era il trasferimento delle risorse, ed è stato fatto.
Eppure proprio ieri la situazione è andata peggiorando: dalle occupazioni di porto, aeroporto e stazione dei giorni scorsi, si è arrivati all’incendio degli autobus e di sette cassonetti della spazzatura, mentre in Duomo è andata avanti per tutta la giornata l’occupazione iniziata domenica, quando sono anche saltate alcune cerimonie religiose.
Uno scenario che in questura speravano proprio di non dover registrare. Durante la riunione del lunedì mattina, i funzionari responsabili dell’ordine pubblico, valutando le manifestazioni degli ultimi giorni, avevano messo tra le note positive proprio la totale assenza di danni: né sui traghetti, né all’aeroporto e nemmeno al Duomo o nella galleria Umberto, che pure è stata occupata per un giorno e una notte interi. Ma la questione è che oggi a Napoli ci sono circa quindici o sedici liste di disoccupati organizzati, riunite in cartelli più o meno ampi, e che si muovono ognuna seguendo una propria strategia, sia politica che operativa. Per tutte c’è un fascicolo in questura, e negli ultimi giorni sono aumentate sensibilmente le informative spedite in Procura dalla polizia.
Le manifestazioni di maggiore visibilità (quelle sui traghetti, alla stazione e allo scalo aereo di Capodichino) portano la firma del coordinamento di lotta per il lavoro, il cartello più ampio ed eterogeneo. Il presidio in Galleria l’hanno organizzato i «disoccupati uniti per il lavoro» di Salvatore Lezzi, già consigliere circoscrizionale di An ed esponente di Forza Nuova, arrestato recentemente con un’accusa di estorsione e poi tornato in libertà. L’occupazione del Duomo, invece, l’hanno fatta gli Edn (eurodisoccupati napoletani), anch’essi vicini al centrodestra e il cui leader, Aminto Cesarini, è un dipendente comunale addetto al servizio fognature. Stipendio assicurato anche per altri esponenti di primo piano del movimento: come Salvatore Sollazzo, pure lui dipendente comunale, e il suo braccio destro Gennaro Nappello, impiegato all’Università: insieme guidano un cartello di tre liste che raccolgono circa duecento aderenti.

Fulvio Bufi

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