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Il sistema in mano ai privati. Cronaca di un disastro annunciato
by dall'unità Saturday, Aug. 16, 2003 at 10:36 PM mail:

Il sistema in mano ai privati. Cronaca di un disastro annunciato.


NEW YORK. Gli esperti hanno teorie diverse su cosa esattamente abbia provocato il blackout, ma concordano su un punto: il disastro era annunciato. Bill Richardson, l'ex ministro dell'Energia diventato governatore del New Mexico, ha così riassunto la situazione: "Siamo una superpotenza con una rete di distribuzione da Terzo Mondo". Già due anni fa, David Cook, responsabile dell'agenzia incaricata di sorvegliare l'affidabilità dell'intero sistema, aveva lanciato l'allarme in una testimonianza al Congresso: "La rete non è stata disegnata per l'utilizzo attuale. La questione non è se prima o poi si verificherà un collasso, ma quando". Uno studio dell'Electric Power Research Institute di Palo Alto in California indica che negli ultimi anni il consumo di elettricità negli Stati Uniti è aumentato del 30%, mentre la capacità di distribuzione è cresciuta appena del 15 percento. La maggior parte delle linee dell'alta tensione risale addirittura agli anni '50, con un traffico di megawatt che - paragonato a quello automobilistico - somiglia a un gigantesco ingorgo da New York a San Francisco.

Il problema è che nessuno ha interesse a spendere miliardi di dollari in nuovi cavi, tralicci e trasformatori, dopo la privatizzazione del settore energetico decisa negli anni '80. La competizione sul mercato ha comportato una riduzione dei margini di profitto per le società elettriche, divenute estremamente riluttanti di fronte a qualsiasi investimento che non sia assolutamente necessario. Una politica di risparmio incoraggiata dal fatto che le norme sul margine di sicurezza - entro cui la la rete deve operare in termini di capacità - sono diventate meno stringenti dopo la privatizzazione, al punto che l'autorità preposta al controllo può solo avanzare raccomandazioni. Il crollo in borsa dei titoli energetici provocato dallo scandalo Enron è stato quindi l'ultimo pretesto per tirare a campare sfidando la fortuna.

Il giorno di ferragosto, in qualche punto della ragnatela di cavi lunga 350mila chilometri che rimbalza da New York a Detroit sino al Canada, l'energia è venuta a mancare. La rete è disegnata in modo tale che se in un'area si verifica un problema, l'energia viene assorbita da quella immediatamente vicina. Il sistema funziona se le linee sono in grado di sopportare il carico aggiuntivo, altrimenti un dispositivo di sicurezza impedisce che si verifichi un sovraccarico interrompendo il circuito, come accade con l'interruttore centrale di casa, quando troppi elettrodomestici funzionano contemporaneamente. In meno di dieci secondi, colpita da un effetto a catena, tutta la rete si è spenta. È accaduto tutto così in fretta che i tecnici non sono ancora riusciti a capire dove il problema abbia avuto origine. Gli Stati Uniti inizialmente hanno provato a scaricare la colpa sul Canada, che ha declinato sdegnato ogni responsabilità. New York, che ha il primato assoluto per il consumo di energia, sembra essere stata solo una vittima e le indagini ora puntano verso il Midwest, per l'esattezza nell'Ohio.
La Casa Bianca il dipartimento alla Sicurezza e le tutte le autorità hanno escluso tassativamente che possa essersi trattato di un attentato terroristico: non ci sono tracce di sabotaggio e i problemi della rete erano sin troppo noti. Le rassicurazioni non sono bastate a fugare tutti i dubbi. "Chiunque dica di sapere cosa è successo sta mentendo", ha dichiarato Dick Clarke, un esperto di sicurezza delle infrastrutture e controterrorismo, alle telecamere della Abc. Clarke è convinto che dietro il blackout si possa nascondere la mano di un gruppo di pirati informatici: "Se fosse stato un attacco degli hacker, nessuno sarebbe in grado di accorgersene ora, forse non lo sarà mai". Nessun elemento di prova, una voce isolata, una semplice congettura che si basa su un esperimento condotto quattro anni fa dall'Fbi. Il sistema computerizzato che governa la rete di distribuzione elettrica venne preso di mira con attacchi simulati e quasi tutti i tentativi di violare la sicurezza andarono in porto. Le autorità citano anche alcuni "casi credibili" di intrusione del sistema da parte degli hackers. L'unico caso pubblicamente documentato è avvenuto in Florida nel 2001, quando gli agenti federali intercettarono un sofisticato attacco proveniente dalla Cina e da allora gli standard di sicurezza sono stati aumentati

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disegni ignoranti
by professore Sunday, Aug. 17, 2003 at 4:56 PM mail:

E' divertente notare come l'articolista "traduca" l'inglese _to design_ (PROGETTARE) in "disegnare".
Per cui abbiamo una rete di distribuzione elettrica DISEGNATA anziche' PROGETTATA.
L'articolista forse farebbe bene a tornare all'asilo a disegnare con i pastelli a cera. Che funzionano anche senza corrente elettrica.

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Piu' o meno...
by Paul Olden Sunday, Aug. 17, 2003 at 7:30 PM mail: olden@kontrokultura.org

Mi pare che questo articolo sia effettivamente un po' approssimativo.
Ho letto un po' di materiale sui siti dei quotidiani americani e , da quello che ho capito , le cose sono piu' complesse.

C'e' effettivamente un progetto di "deregulation" della rete elettrica, che consegnerebbe di fatto tutta la rete nazionale ai privati, con pochissimi controlli da parte del governo federale e dei governi locali.
Al momento pero' la maggior parte degli stati del sud e molti della costa est hanno ancora un sistema fortemente controllato dalle amministrazioni pubbliche.
Le zone effettivamente privatizzate e deregolate sono di fatto solo la California e la zona colpita dal Blackout di questi giorni.
Il progetto di deregulation e' osteggiato da molti stati americani, soprattutto del sud. Nel sud attualmente l'elettricita' costa meno e non vogliono saperne di deregulation.

Se ho capito bene, ma la cosa sarebbe da approfondire, attualmente la deregulation e' stata "congelata" per due anni. L'amministrazione Bush pare che avesse in animo di togliere di mezzo il congelamento per velocizzare la deregulation in tutto il paese, ma i fatti di questi giorni dovrebbero consigliare un cambio di rotta.

Comunque ho fatto solo una ricerchina veloce, quindi ammetto di essere un po' approssimativo anch'io.
Sarebbe una buona cosa che indymedia dedicasse una feature a questo tema, dopo aver consultato il maggior numero di fonti possibile.


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