DA RINASCITA SEN. BONFIETTI SU USTICA: GIOVANARDI MESCOLA CON
GRANDE BANALITA' MOLTE MENZOGNE
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DA RINASCITA DARIA BONFIETTI SU USTICA: GIOVANARDI MESCOLA CON GRANDE BANALITA¹ MOLTE MENZOGNE
Su La Rinascita, settimanale del Pdci in edicola venerdì 29 agosto, è pubblicato un articolo della Sen. Daria Bonfietti, presidente dell¹Associazione Familiari Vittime di Ustica. Data la delicatezza del tema e le polemiche di questi giorni con il ministro Carlo Giovanardi, si dirama la versione integrale dell¹articolo.
"Ogni occasione è valida per la sistematica negazione della verità sul caso Ustica da parte del ministro Giovanardi. scrive Daria Bonfietti - Recentemente il colonnello Gheddafi ha ammesso responsabilità libiche per la bomba di Lockerbie e subito il ministro, in duetto con il sen. Guzzanti dalle colonne de Il Giornale, ha tratto le sue conclusioni: c'era una bomba sul Dc 9 di Ustica. Lasciamo da parte Guzzanti, aduso a cambiare opinione su Ustica a seconda dei suoi umori o interessi, quello che deve scandalizzare è la posizione di un Ministro in carica che ostinatamente, mescolando con grande banalità molte menzogne, si schiera contro la verità su una questione così delicata. Bisogna ricordare che il capitolo Libia è un capitolo inquietante nella vicenda. Nell¹edizione del 2 luglio 1980 del quotidiano siciliano L¹Ora, il consolato libico a Palermo fa pubblicare il seguente necrologio: ³Il Consolato Generale della Giamahiriah Araba Libica Popolare Socialista partecipa sinceramente al dolore che ha colpito i familiari delle vittime della sciagura aerea di Ustica e manifesta tutta la sua solidarietà al Presidente della Regione e al Presidente dell¹ARS per questo grave lutto che ha colpito la Sicilia². Poi, a tre settimane dal disastro, il venerdì 18 luglio '80, secondo la ricostruzione ufficiale, sulla Sila viene rinvenuto un aereo, un MiG23 monoposto delle Forze Armate libiche: l' inchiesta giudiziaria ci ha rivelato che la ricostruzione ufficiale è menzognera, quell'aereo è caduto molto prima e, sempre secondo gli inquirenti "è elevata la probabilità che tale caduta sia correlata con l'incidente occorso al Dc9." In tutti questi anni il leader libico Gheddafi ha sostenuto di conoscere la verità sulla tragica vicenda, fino ad inviare una lettera ufficiale al nostro Paese, (24.10.89) in cui dopo aver stigmatizzato le manovre Nato nel Mediterraneo alle quali aveva partecipato anche l¹Italia, scrive: ³Tali manovre hanno disperso tutti gli sforzi compiuti dalle forze progressiste ed amanti della pace, per la sicurezza e l¹integrità del Mediterraneo. Non avete scordato certamente il delitto e la tragedia occorsa al Dc9 dell¹Italia, abbattuto il 27.06.80, in cui hanno perso la vita decine e decine di vittime, a causa della aggressione ed in conseguenza della presenza delle basi e delle flotte militari, nel Mediterraneo". Sempre Gheddafi ha sostenuto, in moltissime occasioni, di essere lui la vittima designata nell'attacco di quella notte. Anche nel febbraio '98, in una intervista La Stampa, ha affermato "Io sono il testimone, perché io in quelle ore andavo in aereo verso la Jugoslavia. Però noi, a differenza dei passeggeri del volo Italia, siamo arrivati a destinazione sani e salvi. Quando abbiamo sentito dell'abbattimento di questo aereo civile, abbiamo capito che probabilmente noi eravamo l'obiettivo. E che loro volevano buttar giù il mio aereo". Certamente le ultime iniziative di Gheddafi riguardo Lockerbie debbono essere attentamente considerate, ma sotto un'altra ottica: I libici non hanno mai risposto alle nostre richieste di informazioni su Ustica tramite rogatorie internazionali, pur dicendo ³siamo pronti a parlare di questa vicenda². Gheddafi lo ha dichiarato tante volte di sapere, ma sul piano formale non si è mai scritto nulla. E¹ singolare che il nostro paese sia riuscito, con tre o quattro anni di diplomazia intensiva, a convincere lo stesso Gheddafi a consegnare nelle mani della giustizia internazionale i presunti attentatori del volo Pan Am precipitato a Lockerbie, mentre per gli ottantuno civili che erano sul DC9 non si sia fatto nulla nella ricerca della verità e delle responsabilità. Non credo, ad esempio, che i nostri governanti che sono stati di recente a Tripoli abbiano affrontato questo problema. In mancanza di una adeguata iniziativa diplomatica, parla invece Giovanardi tutto teso nel sostenere l'ipotesi bomba facendo anche scomparire le conclusioni della sentenza ordinanza del giudice Rosario Priore che ci ha consegnato, nel '99, la verità giudiziaria sulla vicenda Ustica: ³L'incidente al Dc9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il Dc9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un¹azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto". Ci si deve chiedere come si possa accettare la menzogna sistematica di un Ministro, nella sua veste istituzionale, nei riguardi del Parlamento e dei cittadini, in un inaccettabile misto di banalità, superficialità e servilismo nei riguardi degli imputati. Tutto questo ferisce profondamente la verità, il ricordo delle vittime e la coscienza civile del Paese che sulla vicenda Ustica ha sempre mostrato grande sensibilità².
Roma, 25 agosto 2003
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