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Rotta di collisione sul Garda
by dal manifesto (6 Settembre) Sunday, Sep. 07, 2003 at 12:31 PM mail:

A Riva del Garda il summit dei ministri degli esteri dell'Ue comincia all'insegna dello scontro. E mentre Prodi e Frattini si azzuffano sulla Costituzione e la politica estera europea, fuori, nella città super blindata, va di scena la protesta dei no global: l'«invasione sonora» si spinge fino alla zona rossa ma viene respinta a manganellate dalla polizia.


Quando il cavalier Gino Bozzardi pensionato in carrozzella prende la parola per urlare a ottomila watt alla platea di giovani con caschi, bandane, qualche passamontagna e scudi in plexiglass «sono un trentino, un rivano e soprattutto un italiano, non ce l'ho con voi ma con quelli che sono là dentro, perché sono arrivati qui e hanno blindato la città», a centocinquanta metri in linea d'aria «là dentro», tra difficili mediazioni sulla Costituzione e la politica estera, si stanno aprendo le danze del vertice informale dei ministri degli esteri europei. Larghi sorrisi appaiono anche tra i volti bendati o coperti dai caschi, «travisati» secondo una legge che risale al `75, «per proteggerci» secondo chi li indossa, e si leva alto l'urlo disobbediente «ti vogliamo sindaco di Riva». Così, la piazza conquistata a suon di spintoni e qualche manganellata si trasforma in un'«agorà» in cui c'è spazio per l'intervento di «un compagno di Lubiana», un collegamento con Radio Insurgente e il subcomandante Marcos che fa apparire per qualche minuto quest'angolo di Garda una protesi del Chiapas, Luca Casarini che lancia un appello per una «maschera antigas bianca con il bordo grigio» smarrita e assolutamente da ritrovare perché appena acquistata, Piero Bernocchi che attacca D'Alema per parlare a Bertinotti («non è che per battere Berlusconi siamo disposti a sopportare chi ai tempi del Kosovo sostenne la guerra umanitaria»), e Vittorio Agnoletto precipitatosi in piazza dalla conferenza sulle «trattative Gats» che dice «non accetteremo più incontri che tolgono al pubblico pezzi di città» e collega la capacità di contestazione del movimento con quella di proposta che arriva dalla due giorni di forum alternativo.

L'«invasione sonora» della zona off limits va avanti fino alle 14, tra musica, interventi e il lancio di qualche decina di botti e fumogeni che richiamano all'aperto i cronisti chiusi nella sala stampa del summit. Poi, tutti indietro al palaforum Baltera, dove per tutto il mattino è proseguita la seconda giornata di forum alternativo, dedicata in particolare al diritto all'acqua e al ruolo dell'Europa in seno al Wto. «Una giornata di dibattito e di lotta», sintetizzeranno gli organizzatori in una nota. «Un movimento che pensa che per cambiare le cose bisogna nello stesso tempo discutere nelle conferenze ma anche esercitare i rapporti di forza con manifestazioni di massa, come abbiamo fatto con il G8 o contro la guerra il 15 febbraio, o con azioni simboliche, di disobbedienza civile e di resistenza», dirà il francese Christophe Aguitton.

Proprio dal palaforum eravamo partiti alle 9 di mattina per seguire i 200-250 disobbedienti (tra questi anche Heidi Giuliani, mamma di Carlo ucciso al G8) che avevano deciso di bloccare la Gardesana occidentale, una delle vie d'accesso a Riva del Garda, mentre contemporaneamente un blocco analogo per obiettivi e consistenza veniva effettuato dall'altro lato della cittadina, sulla strada che da Torbole porta a Riva. E' in quest'ultimo che finiva imbottigliato un pullmino-navetta dell'esercito che trasportava i giornalisti diretti al vertice e al quale venivano bucate le ruote per impedirgli di proseguire. Il «nostro» blocco è invece annunciato da una pila di computer ordinatamente accatastati da un capo all'altro della strada. E' un'iniziativa di copyblock di studenti che chiedono «no copyright» e la «liberazione dei saperi».

Verso le 11,30, dal mare arriva invece un gruppo di lillipuziani con canoe, canotti e gommoni simil-balseros cubani che riescono a entrare nel canale che conduce al palazzo del vertice armati di palloncini colorati, bandiere della pace e uno striscione «scuola, acqua, sanità: diritti, non merce». Si definiscono Gan, Gruppi di azione non violenta, provengono da sei città del centro-nord e vogliono «simulare l'avvicinamento alla zona rossa facendo il giro della rocca», spiega Andrea Tortelli, e tentare di sensibilizzare con il teatro di strada turisti e cittadini sui rischi delle privatizzazioni, in particolare dell'acqua, «bene comune indispensabile, insostituibile e inesauribile che non può essere trattato come qualsiasi privatizzazione», sintetizzerà Emilio Molinari del Contratto mondiale dell'acqua alla plenaria del forum.

A mezzogiorno, il «blocco» disobbediente comincia a spostarsi verso piazza Garibaldi. Ma la polizia si schiera davanti alle vie d'accesso e tenta di impedire loro il passaggio, probabilmente perché la piazza, ai margini della zona off limits ma non chiusa, è considerata troppo vicina alla sede del vertice. Segue una mezzora di fronteggiamento, una carica di alleggerimento, finché non arriva anche il secondo blocco, di disobbedienti e Giovani comunisti. Così, tutti insieme riescono a forzare e ad arrivare fino in piazza, al limite della zona vietata, dove vengono ritirati fuori gli scudi, per la prima volta dopo il G8 di Genova, e vola qualche altra manganellata. Quello che farà titolare a siti web e tg «scontri tra no global e polizia» è tutto qui e nelle quattro auto civetta della polizia rimaste danneggiate.

Al pomeriggio, la conferenza stampa del Gruppo di continuità del Forum sociale europeo annunciata per presentare la manifestazione del 4 ottobre si trasforma in una semi-assemblea particolarmente affollata dove per parlare c'è bisogno del megafono e dove si discute un po' di tutto: della richiesta di ritirare i militari italiani dall'Iraq, dei vertici blindati, della richiesta di una cittadinanza europea allargata anche agli immigrati e del fatto che l'»autunno sociale dei movimenti», e l'anno a venire, sarà fatto di poche grandi mobilitazioni nazionali e di un ritorno al «locale», con iniziative contro le privatizzazioni dell'acqua come contro l'alta velocità o il Ponte sullo Stretto. Ed è stato presentato il corteo che questa mattina alle 10 partirà da Arco alla volta di Riva del Garda, e nel quale sarà ricordato con uno striscione «il compagno Claudio», all'anagrafe Sabattini, sindacalista tra i più amati nel movimento del quale proprio questa mattina si celebreranno i funerali a Bologna. Per l'ex segretario generale della Fiom l'applauso dei partecipanti al forum e, in mattinata, dei disobbedienti in piazza quando a ricordarlo è stato Casarini.

Gli organizzatori del Tavolo trentino per un'Europa sociale attendono 20 mila presenze. Fino a ieri sera i numeri non parlavano la stessa lingua, ma per questa mattina è atteso l'arrivo di treni e autobus da tutto il nord. Per molti sarà una fermata interlocutoria in direzione di Cancun. Per gli altri l'appuntamento è a Roma il 4 ottobre.

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