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LA VERITA' SUL CASO MICELI
by Maria Pia Saturday, Sep. 13, 2003 at 3:42 PM mail: maria.pia@inwind.it

TUTTI QUELLO CHE I GIORNALI NON HANNO MAI SCRITTO!

Domenico Miceli ha 38 anni, una moglie straordinaria ed un bambino meraviglioso di 7 anni. E’ un eccellente e stimatissimo chirurgo endoscopista; è Dirigente Medico presso la divisione di Chirurgia Oncologica del Policlinico Universitario di Palermo. E’ stato consigliere comunale di Palermo dal 1993 al 1997. Nel 2001 è stato candidato alle regionali nelle file del CDU al Parlamento Regionale, a sostegno del suo grande amico di infanzia candidato alla Presidenza della Regione, Salvatore Cuffaro. L’opportunità gli venne offerta dallo stesso Cuffaro e Mimmo, dopo non poche indecisioni e preoccupazioni, decise di accettare, spinto anche dall’incoraggiamenti di molti amici “veri” (..e non mafiosi!). La campagna elettorale fu intensa ed appassionata e coinvolse tutti i suoi amici e le persone che gli stavano accanto e gli volevano bene ma, purtroppo, non si concluse in maniera del tutto positiva, essendo stato Mimmo il primo dei non eletti del suo partito con un risultato, tuttavia apprezzabile di circa 6200 consensi.
Subito dopo gli viene assegnata la responsabilità di una società mista Regione-Sviluppo Italia che opera nel settore dei servizi alla sanità ospedaliera.
Nel Dicembre del 2001 il neo sindaco Cammarata lo nomina nella sua giunta Assessore alla sanità, case e cimiteri del Comune di Palermo. Durante la sua attività amministrativa il dottore Miceli si è distinto per le sue battaglie a favore della legalità e della trasparenza, tra le quali quella contro il racket dei cimiteri, contro l’occupazione abusiva delle case popolari, il ripristino del buono casa per le famiglie bisognose e tante altre azioni amministrative che ritengo di non citare poiché a suo tempo sono state ampiamente diffuse dai mezzi di informazione cittadini e regionali. Queste azioni lo hanno portato anche a ricevere numerose minacce, tanto che la Prefettura di Palermo determinò per lui la proposta di tutela.
Nonostante i numerosi successi l’attività amministrativa del dottore Miceli viene interrotta da lui stesso dopo aver appreso dai giornali, nel Dicembre 2002, delle intercettazioni di casa Guttadauro, allora ATTI RISERVATI, di cui gli unici atti rilevanti penalmente sembravano essere le conversazioni avute con il dottore Miceli, ex allievo all’ospedale civico del Guttadauro. Dopo quell’episodio Mimmo ha chiesto più volte di essere ascoltato alla Procura di Palermo per fare chiarezza sulle sue posizioni ma, le sue richieste sono sempre cadute nel vuoto. Visto il silenzio della Procura simultaneo al clamore suscitato dai giornali, avendo Mimmo troppo rispetto per le istituzioni, in attesa di chiarire le sue posizioni, ha ritenuto opportuno autosospendersi e poi dimettersi dalla carica di assessore.
Ebbene, quest’uomo il 26 Giugno di quest’anno viene arrestato con l’accusa infamante di concorso esterno in associazione mafiosa..anzi, di essere il tramite tra la mafia e la politica siciliana nella fattispecie tra Giuseppe Guttadauro e Salvatore Cuffaro soltanto perché ha parlato sei volte con il primo fra febbraio e aprile del 2001 e almeno dieci volte la settimana negli ultimi vent’anni con il secondo!
Riguardo ai rapporti di Mimmo con l’ On. Cuffaro ho gia detto che i due sono legati da una profonda amicizia di vecchia data. Riguardo invece ai rapporti del dottore Miceli con il Guttadauro è giusto dare un chiarimento. Mimmo conobbe Giuseppe Guttadauro ai tempi in cui lui era un aspirante chirurgo e il dottor Guttadauro un chirurgo professionalmente apprezzato ed accademicamente abilitato, che gli aspiranti chirurghi hanno tutti conosciuto poiché era l’aiuto anziano della più prestigiosa Divisione di Chirurgia dell’ospedale Civico di Palermo. Li affluivano quasi tutte le emergenze della città, e quello era l’unico posto dove un giovane chirurgo poteva, frequentando, sperare di fare i suoi primi interventi operatori.
Il dottore Guttadauro era stato quindi per l’allievo Miceli un bravo docente che gli aveva insegnato i segreti di una professione difficile. E continuava ad essere questo per Miceli anche quando lo incontrò tra il febbraio e l’Aprile 2001.Vi chiederete se allora Miceli sapesse che Guttaduro era stato condannato per associazione mafiosa…Si, lo sapeva, ma sapeva anche che quest’ultimo aveva pagato il suo debito con la giustizia e circolava libero così come libero riceveva nella sua casa-studio. Quello che Miceli, così some la quasi totalità dei cittadini siciliani non sapevano, era che chi è condannato per mafia non torna mai ad essere un uomo normale ma rimane un mafioso a vita e per questo chi ha contatti con lui entra inesorabilmente nell girone infernale del concorso esterno.
Sei furono i contatti tra il Miceli e il Guttadauro interrotti dal primo quando si rese conto che l’atteggiamento del secondo stava iniziando a diventare troppo pretenzioso.
Nell’ordinanza di carcerazione Miceli viene accusato di aver ascoltato le richieste di Guttadauro di aiutare colleghi chirurghi .
Miceli è inoltre accusato di aver sostenuto presso l’onorevole Cuffaro la candidatura alle elezioni regionali di persone di fiducia del dott. Guttadauro; cosa certo inverosimile considerato che lo stesso Miceli era candidato in quella tornata elettorale.
Infine gli si accusa di aver consigliato a Guttadauro di presentare regolare domanda insieme ai proprietari dei terreni di quel comprensorio affinché venisse valutata la possibilità che quel territorio, la cui destinazione d’uso era di verde agricolo, potesse passare ad area commerciale per poter essere venduto alla Carrefour che in quel polo di Palermo aveva intenzione di costruire un ipermercato, sconsigliandogli di costruire un capannone abusivo.
In ogni caso, al tempo in cui avvennero i colloqui tra i dottore Miceli e il dottore Guttadauro, in quella primavera del 2001, nessuno poteva sapere, neppure gli inquirenti (figuriamoci Mimmo!), che nel maggio 2002 lo stesso Guttadauro sarebbe stato nuovamente arrestato in seguito alle accuse del pentito Battaglia (il quale ha successivamente ritrattato), che lo individuava come il nuovo capo mandamento di Brancaccio.
Ciò nonostante il dottore Miceli da quel 2001 è stato seguito, filmato ed intercettato in ogni attimo della sua vita privata, professionale e amministrativa e nonostante di quest’ultima nulla gli venga contestato, Miceli è oggi detenuto come un volgare delinquente. Forse oggi in Sicilia essere una persona disponibile, capace di ascoltare i problemi e i pensieri della gente e di saperla consigliare, una persona che ha sempre una parola di conforto per tutti e che non si stanca mai di essere utile, è considerato un reato! E forse è soltanto per questo che Mimmo Miceli risiede nel carcere di Pagliarelli in una cella, nel braccio dei pericolosi, dove pare non ci sia spazio neppure per stare in piedi, e pare sia privato del diritto al culto (lui è un cattolico credente!), dell’igiene, e anche dell’orologio! Fino ad oggi è stato interrogato 5 volte e, in una lettera che mi ha mandato recentemente dal carcere scrive: “La procura (..) ha più volte utilizzato la falsità ed il ricatto nel tentativo di estorcermi una dichiarazione, vera o falsa che consentisse (…) di raggiungere il vero scopo che si erano prefissi: Inquisire il presidente delle Regione Siciliana”.
Questi sono i fatti! Io li ho esposti nella maniera più chiara possibile per permettere a tutti di fare le proprie valutazioni. I contenuti dei cinque interrogatori sono secretati ma, dai giornali abbiamo appreso che Miceli in tutti gli interrogatori è sempre rimasto fermo sulle sue posizioni continuando a sostenere che, innanzi tutto, ai tempi dei suoi colloqui con Guttadauro di certo non era assolutamente consapevole che suoi eventuali interventi in favore di Guttadauro avrebbero potuto favorire l’intera organizzazione di Cosa Nostra, e poi di non aver mai proposto le richieste del Guttadauro al presidente Cuffaro.
Insomma, Domenico Miceli non ha nulla da confessare più di quanto la Procura non sappia (visto che per due anni ha seguito tutti i suoi spostamenti e le sue mosse), e questo sembra essere il suo più grave reato!
Io amo la giustizia, rispetto i giudici, i magistrati, i procuratori, i pm…A loro noi semplici cittadini ci affidiamo affinché venga garantito il rispetto della legge, a loro ci affidiamo affinché sia sempre portata avanti con decisione la lotta contro la mafia….Ma, non posso accettare che un uomo innocente (la presunzione di non colpevolezza fino alla sentenza definitiva della Cassazione credo debba avere valore anche in Sicilia!) venga privato della sua libertà, dei suoi affetti più cari, della sua vita! Non posso accettare che quest’uomo sia condannato senza aver subito un regolare processo, che sia ritenuto colpevole prima di aver presentato le prove, che sia stato posto in custodia cautelare senza che vi siano gli estremi nè di pericolo di reiterazione del reato, nè di fuga, nè di inquinamento delle prove in quanto Miceli, avendo saputo di essere coinvolto in quest’indagine dal Dicembre del 2002 avrebbe potuto sia inquinare quelle che vengono ritenute le prove, sia fuggire.
Questa è la mia VERITA’ VERA sul caso Miceli. Io non sono ne un giudice, ne un pm, ne una giornalista. Sono soltanto una ragazza di 20 anni, una di quelle persone che è stata privata ingiustamente dell’affetto di un caro amico, che è stanca di leggere e di sentire menzogne sul suo conto…e che, nonostante tutto, è convinta che la verità trionferà e che , coloro che hanno in mano questa vicenda, possano essere assaliti dal ragionevole dubbio di aver commesso un grave errore e possano riparare, anche se soltanto parzialmente, restituendo Mimmo alla sua vita!
Mi auguro comunque che presto si concludano queste estenuanti indagini e che, in un regolare processo, possa essere ripristinata quella tanto sbandierata parità tra accusa e difesa che è il fondamento del nuovo codice penale!
L’intento con cui vi ho raccontato questa storia non è sicuramente quello di convincervi della giustezza delle mie tesi e della verità dei miei racconti….Vorrei soltanto spingervi alla riflessione, una riflessione che è un obbligo per degli uomini liberi di pensare e di agire in un paese LIBERO!..Per evitare di creare un altro dei tanti “falsi mostri” che la giustizia italiana ha creato negli ultimi anni e che poi sono svaniti con delle complete assoluzioni in tribunale!
Maria Pia, 12/09/2003

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