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Israele: 27 piloti si rifiutano di compiere omicidi
by MYUNG SOON TERRANERA da repubblica Friday, Sep. 26, 2003 at 2:37 AM mail:

I riservisti protestano per la morte di civili nelle azioni definite "illegali e immorali" contro i terroristi palestinesi Israele, rivolta piloti in tv "Basta esecuzioni mirate". Ventisette ufficiali leggono un manifesto ufficiale

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Basta con gli omicidi mirati. Ventisette piloti riservisti dell'aeronautica israeliana, alcuni nella riserva attiva altri in pensione, in una lettera di protesta, hanno comunicato il loro "no" a compiere altre esecuzioni di leader palestinesi. La notizia è stata data dal secondo canale della televisione commerciale in un servizio intitolato "Terremoto nell'aeronautica". I piloti, rigorosamente in divisa e ripresi di spalle, hanno ascoltato il portavoce leggere la lettera: "Noi, piloti di notevole anzianità e tuttora attivi, ci rifiutiamo di compiere attacchi illegali ed immorali, come quelli che Israele conduce nei Territori".

Dopo la lettura della dichiarazione, sono state trasmesse le immagini di un attacco nella Striscia di Gaza che, nel luglio 2002, fece oltre venti morti fra i civili. Quasi a voler sottolineare, semmai fosse necessario, che i target delle operazioni mirate sono spesso in zone ad alta densità di popolazione. Quartieri dove i leader di gruppi terroristici camminano per le strade dei mercati, mischiandosi alla folla di mamme e bambini che vanno a fare la spesa. E "noi" - sottolineano i 27 ufficiali in un altro passo della lettera - "siamo stati educati ad amare lo stato di Israele, ma ci rifiutiamo di prendere parte agli attacchi contro luoghi dove vive la popolazione civile".
La protesta dei piloti, la prima nella storia di Israele, è destinata a scatenare dure reazioni da parte del governo israeliano. Quella dei vertici militari non si è fatta attendere: "è inaccettabile usare le proprie divise per perseguire un obiettivo politico come questo", ha commentato sdegnato Moshe Yalon, il capo di stato maggiore israeliano. E, per far capire che non intende fare concessioni, ha ricordato che un ufficiale di fanteria, tempo fa, venne allontanato dall'esercito per essersi rifiutato di far evacuare un insediamento colonico. "Vedremo se si renderanno conto della gravità del loro gesto", ha concluso Yalon, lasciando intuire che la decisione non rimarrà senza conseguenze.

La scelta dei 27 piloti, anticipata nei giorni scorsi dalla stampa israeliana, era nell'aria da diverso tempo. Il gruppo, aveva scritto il quotidiano Haaretz, stava discutendo da oltre tre mesi l'iniziativa "molto sofferta". Un'iniziativa nata anche sull'onda delle scelte del governo israeliano. Dall'inizio della seconda Intifada, gli omicidi mirati sono stati 146 e nelle ultime settimane, specialmente nella striscia di Gaza, sono stati intensificati gli attacchi contro dirigenti di Hamas.

In alcuni casi, però, i razzi hanno mancato il bersaglio e hanno colpito civili inermi. Il "no" dei 27 piloti vuole essere, almeno nelle intenzioni, un invito, rivolto al governo e ai cittadini israeliani, a riflettere sugli interventi delle forze armate. Gli altri movimenti di "rifiuto", sempre secondo Haaretz, sperano che questa clamorosa protesta dia impulso alla loro causa e stimoli un dibattito costruttivo sulle attività delle Forze armate nei Territori occupati.

I vertici dell'esercito israeliano cercano di gettare acqua sul fuoco dicendo che i firmatari della lettera sono piloti al momento non in servizio attivo e ai quali non è mai stato chiesto di partecipare a questo tipo di azioni. Comunque vadano le cose, la protesta di 27 piloti è un segnale che il governo Sharon non può permettersi di ignorare. Anche perché, questa volta, a protestare non è il governo palestinese, né tantomeno un gruppo di militanti islamici, ma 27 militari. Ventisette uomini che rappresentano parte dell'élite israeliana e tra i quali c'è anche il generale Yiftah Spector, che partecipò alla guerra del Kippur nel 1973.

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