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Trieste:Squadristi neofascisti pestano 2 no-global
by IL PICCOLO Monday, Sep. 29, 2003 at 2:33 PM mail:

Autori del blitz nell’antico palazzo di via IX agosto sono stati quattro giovani di estrema destra. Intorno alle 20.30 hanno fatto irruzione all’interno di casa Lenassi, dove, in quel momento, era in corso una festa ravvivata da un concerto nel giardino e, in una stanza attigua, dalla proiezione di un film. Alcuni testimoni sostengono di aver sentito i quattro urlare: «L’Italia è nostra, viva il duce».

L’azione degli estremisti di destra è stata fulminea, tanto che molti disobbedienti non hanno avuto il tempo di accorgersi di quello che era successo.
Teatro dell’episodio è stato il corridoio dell’edificio ottocentesco: alla vista dei quattro, alcuni ragazzi del centro sociale clandestino (così è stato definito subito dopo l’occupazione di nove giorni fa) si sono fatti avanti chiedendo ai nuovi arrivati chi fossero. Per tutta risposta, sempre secondo il racconto dei no-global, uno dei quattro ha spezzato una bottiglia di birra (la teneva in mano, vuota, al momento dell’irruzione) sulla testa di un disobbediente, Stefano Micheluz, abitante a Ronchi e che frequenta le scuole superiori a Gorizia. E un amico di quest’ultimo, il goriziano Ugo Milo, si è visto arrivare sul naso una sequenza di cazzotti.
A quel punto i no-global che si trovavano nei paraggi e che hanno assistito alla scena hanno reagito, trascinando fuori dalla porta il quartetto. All’esterno di casa Lenassi gli estremisti di destra sono stati seguiti per una cinquantina di metri: una volta assicuratisi che non sarebbero tornati sui propri passi, i disobbedienti hanno fatto marcia indietro. Subito dopo il Micheluz è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di via Vittorio Veneto: la ferita è stata medicata e al giovane sono stati applicati due punti di sutura.
Altre testimonianze raccontano di aver sentito più volte un’automobile avvicinarsi al portone (che a quell’ora, in piena notte, era stato chiuso) e alcune urla levarsi contro il gruppo di no-global. Qualcuno sostiene anche di aver notato nella macchina, attraverso una finestra, uno degli aggressori di qualche ora prima.
«Molti di noi sanno chi sono quelli lì, li conoscono bene. Non è la prima volta che usano le mani»: il giorno dopo l’aggressione, al centro sociale clandestino i disobbedienti reagiscono così a chi chiede loro particolari sull’episodio della sera precedente. «Quanto successo – affermano – ci fa pensare a quanto le dichiarazioni di sgomberi forzati da parte del sindaco Brancati, in linea con affermazioni di rappresentanti politici di destra, possano creare climi in cui qualcuno comincia a sentirsi in diritto di fare quello che è successo sabato. Invitiamo nuovamente – aggiungono i no-global – ad abbassare i toni del linguaggio verso l’uso della forza. In questi giorni abbiamo riportato in vita un luogo lasciato al degrado, abbiamo aperto una discussione politica su Gorizia che coinvolge molti angoli della città. Questo è quello che abbiamo dimostrato di saper fare e le nostre uniche armi rimangono la parola e i nostri corpi».
E oggi, alle 19, i disobbedienti si riuniranno in assemblea.

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