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Il futuro? E' sul tetto di casa
by a. sciotto (manifesto) Tuesday, Sep. 30, 2003 at 11:30 AM mail:

Parla l'esperto di energia eolica: «Riduciamo le bollette e l'inquinamento con l'autoproduzione»

Il futuro? E' sul tetto di casa
Parla l'esperto di energia eolica: «Riduciamo le bollette e l'inquinamento con l'autoproduzione»
ANTONIO SCIOTTO
Immaginiamo che il palazzo dove abitiamo sia l'intera Italia. Attualmente, come è stato ripetuto di continuo dopo il blackout di domenica, il nostro condominio prende circa il 20% di energia dall'esterno, mentre l'80% viene prodotto all'interno. Una dipendenza insostenibile, che potrebbe essere superata non solo se si cambiassero i sistemi di produzione ma anche se il controllo non fosse più centralizzato. Insomma, l'effetto domino di due giorni fa si può evitare se si lascia un'autonomia produttiva alle singole case - le regioni, i territori - isolando così volta per volta le zone critiche, e anzi permettendo a chi non è stato toccato dai guasti di correre in soccorso ai vicini. Grazie a un uso intelligente delle fonti alternative, il vento, la luce del sole, la materia organica come il legno - quelli che in termini tecnici si definiscono «eolico», «fotovoltaico», «biomasse» - lo spazio per l'energia pulita potrebbe aumentare notevolmente. Ma bisogna anche essere realisti: secondo gli stessi esperti di energie rinnovabili, queste ultime non possono sostituire totalmente le fonti che sporcano, come il petrolio e il carbone. Potrebbero però ridurre il ricorso alle produzioni inquinanti, e il peso delle nostre bollette. «Fuori da ogni metafora, il futuro sta veramente a casa nostra, in un cambio di cultura che ci tocca da vicino: come succede già in Germania, parte dell'energia di cui abbiamo bisogno si può produrre senza difficoltà nei condomini, nelle città, nelle campagne». A parlare è il presidente dell'Anev (associazione nazionale energia del vento) Ciro Vigorito, a capo anche dell'Ivpc di Avellino, il più grande produttore italiano di energia eolica: 21 impianti distribuiti in 5 regioni, 480 megawatt prodotti (il 65% dei 780 totali del settore).

Cioè, potremmo installare sui terrazzi dei condomini quei mulini a pale per raccogliere l'energia del vento, o magari dei pannelli solari?

Certo, ma con alcuni limiti. Non è possibile infatti produrre ovunque tutti i tipi di energia. Prendiamo il caso dell'eolico: le nostre centrali si trovano principalmente nelle regioni del basso Appennino, o in Sardegna. Stiamo già costruendo nuovi impianti in Sardegna, nelle Marche e in Sicilia. Per questo tipo di produzione sono necessari venti costanti, né troppo deboli né troppo forti, per almeno 3 mila ore ogni anno. Il nord Italia non è adatto all'eolico, ma dall'Emilia Romagna, regione con una buona presenza agricola, potrebbe venire ad esempio un impulso alle biomasse. Bisognerebbe insomma creare una rete di energie diverse, con una forte autonomia dei territori. Il giorno del blackout i nostri impianti avrebbero potuto continuare a produrre energia, ma non potendo noi rifornire direttamente i territori e dovendo al contrario vendere tutto all'Enel, siamo stati costretti, per disposizione della stessa Enel, a bloccare le centrali, con uno spreco di parecchi milioni di euro.

L'Italia potrebbe raggiungere l'autonomia energetica?

Sì, penso che potremmo fare a meno dell'energia importata, e arrivare - anche se non prima di una trentina d'anni - a un mix composto in media di un 50% di energie rinnovabili e un 50% di tradizionali, con un notevole guadagno per l'ambiente e un risparmio sui costi. Non a caso i gruppi di potere tornano a insistere sul nucleare, mentre per smontare l'eolico, che non inquina affatto, si dice che deturpa il paesaggio. Se vogliamo energie pulite e a minor prezzo, ciascuna regione deve fare la sua parte. Lavorando a rete, come ho detto, in un sistema integrato, e non centralizzato come è adesso. Sono anni che chiediamo di poter vendere direttamente l'energia: che liberalizzazione c'è stata se dobbiamo passare sempre attraverso l'Enel? In Italia si potrebbero produrre 7-8.000 megawatt di eolico anziché gli attuali 780, eppure il piano energetico nazionale prevede un tetto massimo di 2500-3000 megawatt. E' dunque solo una questione di scelte: io credo che dovremmo renderci meno dipendenti dal petrolio e dalle altre fonti che vengono dall'estero. E produrre il più possibile in casa. Nelle nostre case.

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si ma icosti
by psy Tuesday, Sep. 30, 2003 at 11:59 AM mail:

sono daccordo con quanto dice, pero i prezzi dei pannelli sono esorbitanti, se piazzi i mulini c'è gente che protesta.... finche il petrolio e l'atomo costeranno molto meno non si fara nulla!

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La truffa del fotovoltaico
by Arso Tuesday, Sep. 30, 2003 at 12:46 PM mail:

Facciamo due conticini:

In Germania sono attualmente installati ed in uso circa 380.000 tetti fotovoltaici, che producono energia dalla luce solare, coprendo per intero il fabbisogno di ogni unità immobiliare. E' noto che l'irraggiamento in Germania è inferiore a quello italiano, eppure questo non sembra abbia ostacolato lo sviluppo e la pianificazione di un serio intervento integrativo alla produzione di energia elettrica (l'unica vera differenza fra il nostro mondo e quelli ai quali i nostri capi di governo cercano di contraporci con panzane ideologiche e razziste). Il programma è partito alla fine degli anni '90 dello scorso secolo e man mano ha trovato impulso e finanziamenti agevolati per coloro che decidono di autoprodurre energia elettrica. In Giappone si registra un analogo progetto che prevede una sperimentazione di 70.000 tetti fotovoltaici, già avviata ed in fase di realizzazione.

In Italia è stata avviata un'analoga sperimentazione, con alcune differenze:

1) La sperimentazione è di 10.000 tetti fotovoltaici.
2) Si promette un contributo fino al 75% a fondo perduto, a patto che il beneficiario s'impegni a mantenere l'impianto in funzione per almeno 12 anni (assumendosi ovviamente le spese di manutenzione) e copra fino ad un massimo del 90% del suo fabbisogno. Si VIETA assolutamente una produzione superiore al proprio fabbisogno così come si vieta il distacco dalla rete elettrica nazionale.
3) Questa è la parte più esilarante: Nel 2001, anno di presentazione del progetto, sono stati stanziati 20 miliardi di vecchie lirette per l'operazione. Basta fare un rapido calcolo per capire che se dovessero essere realizzati tutti i 10 mila tetti previsti, il contributo sarebbe di 2 milioni di vecchie lirette per ogni impianto. Considerando che per produrre 3Kw/ora sono necessari 35 milioni di vecchie lirette, si capisce bene come il 75% di contributo sia una barzelletta per stolti, ovviamente orchestrata nella certezza che nessuno aderirà al progetto.
4) Dal lancio (senza alcun risalto mediatico e quindi in realtà dal finto lancio) del progetto, sono stati approvati 754 finanziamenti, per lo più riguardanti scuole ed edifici comunali di piccoli centri abitati.
5) Il progetto è stato rifinanziato (si fa per dire) ma ancora non si capisce con quanti soldi e, soprattutto, è gestito dai punti vendita Enel (Enelsì) che di fatto scoraggiano in tutti i modi, leciti ed illeciti, l'adozione di questo tipo di impianti.
6) I dibattiti caratterizzati da reciproche accuse, nei quali una fazione accusa l'altra del disastro energetico, sono tutti rigorosamente organizzati all'indomani dell'evento critico che scatena "l'emergenza energia" ed escludono qualsiasi contraddittorio che metta in luce quanto sopra esposto, con ciò rispettando l'antica tradizione italiana di occuparsi dei problemi SOLO quando diventano urgenti e SEMPRE sviando il discorso su presunte mancanze di convenienza economica delle alternative allo status consolidato, fatte salve le mire neanche troppo nascoste di far rinascere il nucleare in un paese che a torto o a ragione si è già pronunciato sfavorevolmente in merito.

Come dire, se il paese premia i buffoni, favorisce l'illegalità, mortifica la ricerca scientifica, unico vero baluardo laico contro lo strapotere oscurantista cattolico e pretigno, collude con i faccendieri ( mi si spieghi perché il terrorismo mediatico iniziato quest'estate con i distacchi programmati di energia, spesso non attuati perché inutili, e gli allarmi sulla mancanza di approvvigianamenti, hanno trovato immediato riscontro nel decreto Marzano, oggi presentato al Senato con l'intento di scardinare controlli e resistenze ed avviare in tutta fretta la costruzione di nuove centrali (con antiche tecnologie) che ingrasseranno le tasche di aziende che a suo tempo hanno appoggiato la discesa in campo degli attuali truffatori al governo e fra esse anche la rinomata "ENERGIA" di Carlo De Benedetti), promuove la riforma della giustizia che in realtà è l'annientamento della capacità di autonomia ed autogoverno della magistratura, Se accade tutto questo, dicevo, non ci si deve stupire ma semplicemente rendere conto che in questo paese non è possibile fare niente sul serio. Si può unicamente tirare a campare, che è l'unica attività nella quale gli italiani eccellono nel mondo.

Saluti

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W il petrolio
by Petroleum Tuesday, Sep. 30, 2003 at 1:25 PM mail:

Comunisti di merdaaaaaa

Il petrolio e basta. Altro che fonti rinnovabili. l'unica cosa che si deve rinnovare sono le bastonate sulle vostre misere teste di cazzo

Evviva il petrolio e ancora meglio se per cavarlo dobbiamo sterminare quegli schifosi arabi puzzolenti. Stronzi

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x petroleum
by Luca Brasi Tuesday, Sep. 30, 2003 at 4:16 PM mail:

Ti piace il petrolio?
Beviti un paio di litri di benzina e poi vai a dormire nel box auto con la macchina accesa, mi raccomando.
Buona notte.

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