avviamoci tranquillamente verso la terza guerra mondiale

15.10.2003
di red

Gli Stati Uniti hanno posto il veto alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in cui si chiedeva a Israele di bloccare la costruzione di un muro difensivo in territorio cisgiordano. Il veto è arrivato martedì notte, alla fine della riunione del Consiglio al Palazzo di vetro dell’Onu, a New York. Il documento stilato dai palestinesi e presentato dalla Siria, condannava anche il progetto di costruzione di 600 nuove abitazioni negli insediamenti ebraici all’interno dei territori palestinesi. La risoluzione è stata votata da 10 dei 15 membri del Consiglio: Francia. Gran Bretagna, Germania, Bulgaria e Camerun si sono astenuti. Avevano votato a favore Angola, Cile, Cina, Francia, Guinea, Messico, Pakistan, Russia, Spagna e Siria.

Poi, il veto degli Usa, il terzo a tutela d’Israele in poche settimane, che ha bloccato la risoluzione. L'ambasciatore statunitense John Negroponte ha giustificato il “no” del suo Paese dicendo che la risoluzione era «squilibrata» e che «non contribuiva a conseguire gli obiettivi della pace e della sicurezza nella regione».
Intanto arrivano le prime dichiarazioni delle due parti coinvolte. «Siamo soddisfatti per il veto posto dagli americani che portano avanti una politica coerente rifiutando di impedire a Israele di dotarsi degli strumenti necessari per difendersi dai terroristi», ha detto un esponente del governo israeliano «Il fatto che Paesi europei come Germania e Gran Bretagna si siano astenuti è il segnale di un cambiamento positivo del loro atteggiamento».

Severe le critiche da parte dei palestinesi: «Le attività israeliane, ossia la costruzione di mura e di colonie, le incursioni, le espulsioni e gli assassinii» ha detto l'ex ministro Saeb Erekat «meriterebbero una condanna, e non l'incoraggiamento degli Stati Uniti».». Una settimana fa circa, il governo israeliano aveva varato un'estensione del muro. Allora anche gli Stati Uniti avevano dato un parere negativo alla scelta di Sharon.

Pochi giorni fa il presidente della Commissione europea Romano Prodi durante un incontro con il presidente egiziano Mubarak aveva espresso parole di dura condanna verso la costruzione del muro e verso gli Stati Uniti, accusati di non fare niente per la pace in Medioriente e la prosecuzione del tracciato definito dal Quartetto che va sotto il nome di "Road map".