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[Parigi-ESF] report atelier gruppo precarieta' e lavoro giornata per i diritti donne
by mj Tuesday, Nov. 18, 2003 at 4:28 PM mail:

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GRUPPO PRECARIETA' E LAVORO (atelier)

gli interventi per la maggior parte sono fatti da sindacaliste o da rappresentanti di lavoratrici autorganizzate che descrivono la situazione nei loro paesi.

FRANCIA

in una delle fabbriche della Lewis-Strauss hanno soppresso 1400 posti di lavoro che erano occupati per la maggior parte da donne.
una cosa simile e' successa in belgio.
e' possibile spiegare il perche' di una cosi' grave soluzione con delle cifre che riguardano i costi di produzione e i luoghi in cui la lewis non chiude o addirittura apre fabbriche perche' i costi sono piu' bassi.
in francia i costi di produzione sono di 23 euro per pezzo. in turchia 9 euro per pezzo.
in belgio e francia il reddito medio per le donne e' di 1000-1200 euro. in turchia 200 euro con disponibilita' a lavorare anche di donne e la domenica. a Giacarta il reddito e' di 60 euro per 80 ore di lavoro settimanali piu' le notti e le domeniche.
le donne impiegate nella lewis belga hanno riottenuto il lavoro sebbene con un contratto precario. le donne francesi invece no e per loro la situazione e' davvero catastrofica.
la chiusura delle fabbriche della lewis-strauss vuol dire che:
la fabbrica chiude; c'e' crisi per tutti; vengono buttate fuori donne che lavoravano in fabbrica da 25 anni. questo e' l'effetto delle decisioni di una multinazionale che decide di chiudere in francia e investe in turchia o a Giacarta perche' costa meno.
in francia nessuna ha riottenuto il lavoro. la ribellione non e' servita a niente e data l'eta' delle donne licenziate nessuna puo' essere riassunta perche' non al di sotto dei 30 anni.
si racconta di una delle licenziate: lei si e' ammalata. suo marito si e' suicidato. lei e' riuscita a trovare lavoro in una ditta che la obbliga a lavorare la notte. vi sono altri casi di disperazione con divorzi, malattie e altre situazioni tragiche.
qualche altra donna ha trovato lavoro ma in posti in cui e' necessario che lavorino anche sabato e domenica e per 12 ore al giorno. il lavoro che le donne riescono a trovare dopo un licenziamento di queste proporzioni e ad una eta' maggiore dei 30 anni e' difficilissimo, faticoso, richiede massima disponibilita' e flessibilita'. l'alternativa sarebbe il non reddito.


EUSKALERRIA/PAESI BASCHI

Una sindacalista racconta dell'assistenza agli anziani. era un settore pubblico che ora sempre piu' si sta privatizzando.
il servizio agli anziani e' generalmente fornito dalle amministrazioni pubbliche basche. ma i servizi pubblici diventano privati e i comuni dunque assumono privati o danno appalti alle aziende di assistenza privata per occuparsi del settore pubblico.
la conseguenza e' di costi alti e riflessi sociali o condizioni gravi. il 95% delle persone che lavorano in questo settore sono donne. la privatizzazione ha portato ad una riduzione del loro salario e ad una precarizzazione del lavoro. vieneridotto organico e le dipendenti che non si lamentano troppo lavorano molte ore in piu' compresa la domenica notte. questa e' una consegunza del conflitto tra pubblico e privato. in questo caso il sindacato fa da punto di unione. e' uno strumento aggiuntivo che supporta la lotta. le donne impiegate in questo settore vogliono un aumento del salario che da 600 euro dovrebbe passare a 1400 euro. una riduzione dell'orario di lavoro. il pagamento extra delle ore in piu' e della domenica notte.


CONFEDERAZIONE SPAGNOLA

una rappresentante di donne che si occupano di agricoltura e allevamento. racconta delle conseguenze della riconversione dei due settori. specifica anche le difficolta' di essere riconosciute come professioniste agricoltrici e allevatrici sebbene abbiano grande esperienza e capacita' che le qualifica. senza alcun riconoscimento le donne di questo settore, che lavorano nelle campagne della confederazione spagnola, non hanno alcun diritto e nell'assenza di diritti e' per loro impossibile accedere ad aiuti per la modernizzazione delle aziende agricole e a contributi e benefici previdenziali.
e' molto complicato per le donne di questo settore, autonome o dipendenti di aziende, essere in rete perche' le aziende premiano le donne non rivendicative, quelle cioe' che non agiscono con un sindacato e questo crea situazioni di conflitto e difficolta' nel progettare e mettere in atto azioni comuni.


BELGIO

rispetto al problema della disoccupazione delle donne viene chiarito che a differenza di quanto si pensa e si dice (dalle statistiche e dai dati ufficiali risulterebbe che le donne avrebbero' le stesse indennita' degli uomini e che sarebbero piu' alte che in altri paesi della comunita' europea) le donne non avrebbero diritto alle stesse indennita' degli uomini.
l'indennita' viene calcolata sul salario e nelle fabbriche le donne hanno un salario minore rispetto agli uomini. in alcuni casi alle donne non spetta l'indennita' perche' secondo lo statuto belga coloro che convivono non ne hanno diritto.
le politiche neoliberali hanno cambiato in belgio le condizioni di lavoro delle donne. tante mobilitazioni e risoluzioni non hanno cambiato e migliorato nulla. lo statuto belga viene descritto come un insieme di leggi discriminatorie per le quali - il belgio - e' stato anche condannato da tante organizzazioni internazionali. tutte le donne sono state escluse dai ragionamenti preliminari la redazione dello statuto. un effetto di questa svolta neoliberista e' la diminuzione di scioperi e di manifestazioni delle disoccupate che sono sempre piu' ricattabili.


ITALIA

due interventi. il primo di una rappresentante di arcilesbica in rete col gruppo di donne parigi diverse che espone una analisi sugli effetti della precarizzazione del lavoro sulla vita delle lesbiche.
la precarieta' e l'abolizione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori consentono ai datori di lavoro di liberarsi delle persone indesiderate. tra queste vi sono le lesbiche /(o le persone omosessuali) perche' piu' vulnerabili e discriminate.
si parla di uno stigma visibile e di uno invisibile. lo stigma visibile consta sulla circolazione delle informazioni circa la propria sessualita'. quello invisibile sul fatto che l'omosessualita' viene considerato talvolta un comportamento deviante.
in questo senso e' visibilissima l'ingerenza del cattolicesimo in ogni settore dello stato e quindi anche nel lavoro.
le lesbiche subiscono troppe pressioni, dal mobing di colleghi e datori di lavoro apressioni di ogni altro genere per convincere le lavoratrici a licenziarsi e a vivere in clandestinita'. con la precarizzazione i datori di lavoro lesbofobi risolvono il problema anche con il non rinnovo del contratto.
questo spingera' le lesbiche alla invisibilita' e alla autolimitazione.
l'altro intervento parla delle conclusioni trascritte in un contributo alla discussione dato dalla rete di donne italiane e che auspica una campagna europea contro la precarizzazione del lavoro.


DATI SU DONNE AL LAVORO IN EUROPA

li illustra una studiosa brasiliana che spiega tutta la difficolta' di poter parlare di lavoro e disoccupazione o prevaricazioni nel lavoro nell'america latina con le sue dittature. viene dunque a parlare a parigi di dati che riguardano l'europa.

le donne italiane al lavoro risulterebbero essere il 48%.
le statistiche tengono in considerazione anche il lavoro precario o part time che riguarda il 32% delle donne europee e il 62,8% solo in olanda. in francia i lavori part time per le donne sono in riduzione. le aziende abbassano i costi e riducono la disoccupazione. aumenta pero' la precarieta'. in francia 100.000 posti di lavoro sono volutamente a tempo determinato. spesso si tratta di lavoro per cui non viene data una giusta retribuzione.
la disoccupazione delle donne nell'unione europa e' dell'8,6%. del 7,6% per gli uomini. le cifre sulle donne disoccupate aumentano nei paesi del sud (14% grecia, 12% italia, 8% spagna), ma sono elevate anche nei paesi del nord europa (2,1% svezia, 4,3% paesi bassi, 8,3% germania, 8% francia).
questi dati risultano essere non veritieri perche' non si tiene conto di altri fattori quali la precarieta' e il lavoro part time. le donne con contratti a tempo determinato difficilmente troveranno altro lavoro allo scadere del contratto. le donne precarie guadagnano uno stipendio con il quale non e' possibile vivere. e' anche per questo che la poverta' colpisce soprattutto le donne. le donne oggi in europa sono lavoratrici povere percio' si puo' parlare di femminilizzazione della poverta'. nell'unione europea esistono 7 milioni di donne capofamiglia (nuclei monoparentali di donne separate o divorziate o ragazze madri) povere. moltissime sono le single altrettanto povere. nelle ricerche condotte e' stata data poca importanza alle situazioni delle donne single e monoparentali. le cifre rappresentate dall'unione europea non sono allora reali. vi sono differenze importanti tra uomini e donne. la situazione attuale e' stata causata dalla globalizzazione. le donne dovrebbero avere una capacita' di presenza maggiore perche' rappresentano la forza lavoro.


RUSSIA

le condizioni delle donne in russia sono terribili: il 70% delle disoccupate e' costituito da donne con una istruzione superiore. il salario di una donna russa e' sempre equivalente a quello del 50% del salario di un uomo. la maggioranza delle impiegate nei settori pubblici in campo medico o burocratico percepiscono stipendi bassissimi pari al 40% degli uomini impiegati negli stessi settori. le donne in russia sono costrette ad accettare lavori terribili che causano anche malattie gravi non riconosciute da nessuna forma di previdenza.


GRECIA

i lavori part time negli anni '70 erano una opportunita' per le donne e non un ripiego. adesso l'8% delle donne greche lavorano nel part time. in tanti casi le donne devono accettare lavoro non retribuito o devono sacrificare la propria professionalita' e competenza e la propria famiglia per un posto di lavoro precario e pagato malissimo. molti leader europei, in quasi tutti i paesi d'europa, dicono che il lavoro part time e' per le donne una grande opportunita' e che e' una chance richiesta perche' lascia tempo per stare con la famiglia e per dedicarsi a se stesse. tutto cio' non e' vero perche' le donne che lavorano part time guadagnano poco e hanno bisogno di un secondo lavoro che lo stato non permette di fare. non hanno tempo per le famiglie e non hanno serenita' e tempo neppure per se stesse. le donne vogliono il full time. gli uomini hanno fatto un'europa sessista e non ci aiutano in questo senso. i posti di lavoro diminuiscono e agli uomini e' data una maggiore possibilita' di ottenere posti di lavoro. le donne sono ridotte in poverta' e sono cosi' costrette a dipendere dagli uomini e ad essere relegate al lavoro di cura.


FRANCIA

il part time ha imposto una norma comune. e' terribile ovunque. una donna su tre in francia fa un part time. bisogna denunciare le condizioni cui ci sostringono con il part time.


DONNE MIGRANTI

una donna testimonia la discriminazione realizzata sulle donne che lavorano per altre donne concentrate nelle zone rurali e decentrate della francia. le migranti hanno cercato di contribuire presso le loro comunita' per portare miglioramenti e offrire soluzioni per combattere contro la poverta' e la precarieta'.


PAESI BASCHI

qui sono state imposte due norme che stabiliscono che i contratti a tempo determinato durano due o tre mesi al massimo. per le donne diventa conseguenziale che non possono trovare lavoro a singhiozzo con grande facilita' e la loro alternativa e il lavoro nero, dunque ancora instabile.


INTERVENTI DAL PUBBLICO

1) si parla di donne confinate nel lavoro instabile, a tempo determinato e part time. il lavoro di notte costringe all'abbandono dei bambini. e' importante che ci sia una deregulation e che si rifletta sul mancato lavoro di cura per i bambini.
2) si propone di fare un giornale extraistituzionale. un osservatorio cui partecipano donne di ogni luogo. bisogna organizzare un movimento forte di resistenza.
3) dalla svizzera si spiega circa la revisione delle pensioni che da 64 vanno ai 65 anni di eta'. e' avvenuto in francia e in italia. questo e' l'orientamento dell'europa neoliberista. e' necessario che ci si tenga in contatto per sviluppare e avviare strategie comuni di lotta.
4) un intervento circa le difficolta' di inserimento sui posti di lavoro per le donne disabili e una critica all'assemblea delle donne e al ESF che non ha pensato a luoghi accessibili a tutti.
5) bisognerebbe redigere un manifesto che includa le rivendicazioni di tutte. sia che si tratti di diritto al lavoro che di preoccupazioni individuali. il manifesto dovrebbe essere un punto di partenza che andrebbe poi rianalizzato dai diversi Paesi.
6) bisogna dare vita a campagne informatiche sui temi trattati.
7) una rappresentante sindacale belga parla deille lavoratrici della Nike che vivono una situazione simile alle licenziate della Lewis in francia. e' chiesta troppa flessibilita' e la legge incoraggia e favorisce questa tendenza. le aziende in belgio possono chiedere che si lavori la notte e nel fine settimana. le donne con famiglie e bambini che non accettano vengono licenziate.
8) in francia le scuole materne non sono obbligatorie perche' l'obbligo scolastico e' a partire dai 6 anni. le donne che non sanno a chi lasciare i figli non trovano lavoro.
9) bisogna rivedere il sistema del reddito perche' si lavora come schiavi e non si hanno piu' diritti alle indennita' e alle pensioni.
10) una migrante racconta: le migranti illegali lavorano tutte in nero. i datori di lavoro le sfruttano. noi comunque continuiamo a lottare. non lasciateci da sole.
11) dall'italia: bisogna fare una campagna europea contro la precarizzazione.
12) il divorzio e le procedure di separazione contribuiscono alla precarizzazione delle donne.

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