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[Parigi-Esf] Al Social Forum di Parigi con insieme diverse
by Marta Ghezzi Saturday, Nov. 22, 2003 at 12:04 AM mail:

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AL SOCIAL FORUM DI PARIGI CON INSIEME DIVERSE


Avendo partecipato ai precedenti social forum tra cui Porto Alegre e Firenze mi permetto di fare qualche confronto con l’ultimo di Parigi .La stampa ne ha parlato poco e anche quella francese ha sottolineato più l’aspetto contestativo e meno quello propositivo.Mi sono indignata quando ho visto riportato sulla Stampa solo l’intervento di Toni Negri in contrasto con le paginate dedicate ai carabinieri morti.


La mia impressione ,( suffragata da quella di Sansonetti onnipresente ai forum,corrispondente dell’Unità) è che per la prima volta le donne hanno avuto un ruolo di protagoniste e le tematiche della Marcia Mondiale delle donne abbiano avuto una maggiore visibilità rispetto ai precedenti incontri.


A parte l’Assemblea di Bobigny e la successiva manifestazione dedicata esclusivamente alle donne per cui si temeva come al solito di essere messe a margine degli altri discorsi, mi è parso che nei giorni successivi , soprattutto alla Vallette ,il femminismo abbia trovato adeguato spazio e riconoscimento come parte fondativa ed indispensabile del Movimento .


A Bobigny ho partecipato dopo la plenaria all’atelier sulla guerra nel quale Lidia Menapace ha annunciato la drammatica notizia della morte dei carabinieri italiani in Iraq.Questo fatto ha agito da detonatore per ribadire le posizioni già espresse in passato e non ha cambiato le nostre posizioni,.tradotte poi in un volantino serale, per ribadire il no alla guerra e il ritiro immediato delle truppe occupanti Avrei voluto andare all’atelier su donne e potere ma mi sono persa nel bosco per difficoltà organizzative da tutti denunciate E questo è forse il solo limite del Social Forum di Parigi.


Per quanto riguarda i contenuti mi sembra invece che ci sia stato un salto di qualità rispetto alle precedenti elaborazioni.E emerso con molta evidenza il tema del potere come trasversale a tutte le questioni ,un tema sul quale il Movimento si è interrogato non per rivendicarlo preannunciando una nuova presa della Bastiglia ma per svelarne gli aspetti più o meno macroscopici sia a livello istituzionale che nei cosiddetti contropoteri Dopo aver assistito il primo giorno del forum per metà mattina al seminario della Marcia delle donne ,peraltro affollato anche da uomini nel quale Lidia Cirillo ha sottolineato il contributo del femminismo , sono andata alla plenaria sull’Europa e la costituzione ,faticando ad entrare perché la sala era strapiena .


Non ho fatto in tempo a sentire Epifani ma ho ascoltato con attenzione l’ottimo intervento di due relatrici importanti e autorevoli, una svedese e una catalana,molto applaudite. Gudrun Schyman deputatessa svedese e presidente di Donne senza frontiere ha spiegato come i rapporti di potere uomo-donna non sono mai esplicitati nella società ma questi legami di subordinazione hanno conseguenze dirette nella vita quotidiana. Il problema del patriarcato è presente anche in Svezia dove pure si è raggiunta quasi la parità nei posti di rappresentanza e deve raggiungere tutte le coscienze europee.


La parità non basta ma dobbiamo mobilitare le nostre conoscenze le nostre esperienze per combattere le ineguaglianze di potere nella nostra società Nella bozza della costituzione europea è indicato come obiettivo il raggiungimento della parità così come quello della pace ma non come un valore fondativo. Noi vogliamo che nei nostri paese le donne partecipino all’elaborazione delle politiche europee non come qualsiasi minoranza. Per combattere le discriminazioni occorre allargare la democrazia perché la democrazia senza partecipazione è oligarchia e patriarcato .
Alla plenaria sul futuro dei movimenti tra gli oratori ufficiali ha parlato Nadia De Mond ( in sostituzione di Raffaella Bonini dell’ARCI, ammalata) e ha avuto modo di ribadire con molto vigore le istanze della Marcia delle donne che non sono solo denunce contro la povertà, la violenza e la guerra ma anche e soprattutto rivendicazione di potere , già fatte a Pechino nel 1995 senza molto esito .Ora si può dire che il Movimento si è femminilizzato assumendo i valori della non violenza , della mediazione ,della negoziazione e della solidarietà? Sicuramente si può dire che le pratiche delle donne nel 900 come quelle del movimento operaio sono la tradizione più alta che l’Europa deve conservare come aspetti positivi della propria storia se vuole essere credibile nel contesto internazionale .


Certo il Movimento dei Movimenti è eterogeneo, variegato tutt’altro che omologato ma comunque convinto che l’alternativa si crea non con la presa di potere violenta ma con il lavoro di rete,di paziente intreccio e dialogo tra diversi. Il diritto alla differenza non è la differenza del diritto ma già nel linguaggio qualche cambiamento di cultura si nota e viene avanti. Siamo la stoffa dei nostri sogni , era scritto su uno striscione della grande manifestazione .Così mentre la cultura machista e patriarcale si esprime con i termini bellicisti di scendere in campo,fare tattiche e strategie,le donne hanno affermato l’importanza degli intrecci,delle reti,dei legami , e la manifestazione la sera a Bobigny era piena di musica, slogan ironici, canzoni gioiose , balli in circolo.



Del resto, come ha scritto Sullo su Carta andare ai socialforum è come andare alle Terme sociali : ci si rinfresca, si respira un clima diverso ,ci si corrobora, si fanno begli incontri ,ci si convince sempre più che un altro mondo è possibile, ed è già cominciato e che per le donne può essere superata la fase della subordinazione,dell’ancillaggio e dei piagnistei .
L’oppressione del genere femminile si è perpetuata negli anni con un meccanismo smplicissimo, che è quello di escludere le donne dal potere.Il meccanismo funziona ancora perfettamente in tutto il mondo ed anche in Europa .


Criticare il potere, smantellare il potere come meccanismo di dominio e trasformarlo in meccanismo di organizzazione,di distribuzione , di socializzazione, di scambio di saperi ,dove c’è parità e consenso , vuol dire non solo cambiare i rapporti di classe economici e culturali ma anche i rapporti tra i sessi, abolendo il vantaggio maschile , che è tutto nel potere . Trasformare il potere può voler dire modificare i vantaggi e garantire più opportunità, per tutti , non solo per le minoranze ma soprattutto per la metà del cielo.


Come ha detto Susan George, americana che ha scelto la cittadinanza francese,l’Europa è una entità che può costruire un’alternativa al modello neoliberista filo americano, purchè punti sui diritti e non sul profitto , sulla pace e non sugli eserciti,sulla tutela dei lavoratori e dei cittadini e non sulla flessibilità,sulla circolazione delle persone e non solo dei capitali .Può essere o la levatrice di un nuovo mondo o perdere il senso di sé stessa scegliendo un modello subalterno a quello americano neoliberista .Ed è questo il sogno , la speranza che ha accumunato donne e uomini al social forum di Parigi, fornendo stoffa ai nostri sogni e intessendo reti e legami. Come dicevano a Porto Alegre, sogni nella testa e piedi per terra Ed anche questo linguaggio e questa concretezza lo si deve all’apporto delle donne.


Marta Ghezzi del Coordinamento della Marcia Mondiale delle donne e delle Donne in nero .
21 novembre 2003

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