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[Parigi-ESF] articolo d nadia de mond da il paese delle donne
by nadia de mond Monday, Nov. 24, 2003 at 8:55 PM mail:

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La prima assemblea europea per i diritti delle donne …. ce n’est qu’un début.

E’ ancora presto per valutare l’impatto generale della prima Assemblea europea per i diritti delle donne. Sono ancora troppo fresche le immagini e le sensazioni impresse nella mente, le preoccupazioni e l’agitazione febbrile che avevano invaso le organizzatrici di questo evento.

Tuttavia si può già dire che quella che l’anno scorso al FSE di Firenze è nata come una scommessa con noi stesse – realizzare una giornata del Forum gestita interamente dalle donne – si è rivelata un successo. Più di 3000 donne provenienti da oltre 40 Paesi hanno popolato il capannone di Bobigny in una giornata infrasettimanale, confrontandosi con passione – ovviamente non senza contrasti –su precarietà , femminilizzazione della povertà, autodeterminazione, immigrazione , potere, guerra e violenze.

E’ la controprova che l’interesse per il femminismo nella vecchia Europa non è morto e che basta creare lo spazio adeguato perché il protagonismo delle donne nel movimento dei movimenti e, più in generale nella società, si esprima.

La formula della giornata "autonoma" ha poi mobilitato – come si era sperato – le energie necessarie per pesare maggiormente, come "effetto collaterale", nel FSE stesso dove quest’anno si è raggiunto un 45 % di relatrici donne nelle plenarie, parecchie delle quali "esperte" in una lettura di genere. La forza materiale della nostra presenza, a Bobigny e non solo, ha costretto anche i più ciechi al genere a vedere l’affermarsi di una soggettività inaggirabile. La vista però non comporta automaticamente la comprensione né tanto meno il cambiamento della realtà . Bisogna che ciò che si sta lentamente affermando come senso comune nella parte migliore del movimento (la presenza paritetica di donne e uomini, la comprensione della componente femminile nell’elaborazione di analisi e strategie, l’inclusione di spazi autonomi…) si solidifichi in norme globalmente condivise di funzionamento, comprese nella carta dei principi di Porto Alegre.

Questo obiettivo si realizzerà soltanto attraverso l’azione costante all’interno degli organi dirigenti di questo movimento di un soggetto femminista, plurale e coordinato, che faccia valere il suo peso sociale e politico. E’ un percorso defaticante, costellato di interrogativi, che la Marcia mondiale delle donne ha deciso di proseguire, sottoponendolo a verifica periodica di utilità e di efficacia. Senza trionfalismo ma con la necessaria dose di realismo, ci sembra che la presenza materiale e politica delle donne e del femminismo nel FSE2 , ci conforta a continuare la strada intrapresa.

La giornata di Bobigny è stata segnata – giocoforza – dai pregi e dai limiti del movimento delle donne francese che ha contribuito in modo determinante alla sua preparazione e ha portato i tre quarti dei partecipanti. Una varietà grande di temi trattati e ancorati in pratiche sociali e politiche che attraversano le latitudini della Francia, donne provenienti dalle metropoli e dalle banlieues, di origine europea e migratoria, di prima seconda e terza generazione, attive nei sindacati come nei centri antiviolenza e i consultori, nelle associazioni miste e separate,…Con posizioni a volte frutto di un lungo percorso unitario, a volte rigidamente cristallizzate, come quella abolizionista riguardante la prostituzione, che rifiuta quasi il dialogo con chi affronta la questione da un altro angolo di visuale.

L’Assemblea delle donne di Bobigny ha riaffermato la presenza di un movimento di donne che intende incidere nella realtà quotidiana, trasformando il mondo e non solo contemplandolo. Le proposte di iniziative e di campagne, uscite dai gruppi di lavoro, si intrecciano, per contrastarlo, con il quadro politico dell’Unione Europea che si sta allargando dotandosi di un nuovo Trattato Costituzionale. Sono tre le scadenza che mi sembrano di operatività immediata: la focalizzazione del prossimo otto marzo sul tema della guerra, legata alla proposta del disarmo e dell’inserimento del ripudio della guerra nel Trattato; l’appoggio alla campagna per la depenalizzazione dell’aborto in Portogallo che entrerà in piena fase referendaria nella primavera del 2004 (interpellando anche gli altri Paesi rispetto agli arretramenti minacciati in materia di autodeterminazione); e la preparazione di una giornata contro la violenza fatta alle donne, il 25 novembre, da far assumere a tutto il movimento.

Ognuna di queste proposte richiede però uno sforzo di comunicazione internazionale continuativo maggiore di quello che siamo riuscite a produrre fino ad oggi.

Lo stesso movimento dei Forum sociali esiste solo in virtù dell’impegno di centinaia di persone nei vari paesi europei (e non solo) che tessono quotidianamente le trame per gli incontri e le mobilitazioni, i dibattiti e le lotte. Il movimento delle donne dovrà stare al passo con i tempi : potenziare le relazioni internazionali che esistono solo parzialmente e nello stesso tempo dotarsi di canali di comunicazione permanente, accessibili e fruibili da tutte -–superando gli ostacoli linguistici e di lontananza geoculturale.

La Marcia mondiale delle donne intende muoversi in tal senso, producendo azioni concrete, estendendo l’invito alla collaborazione a tutte le singole, i gruppi e le reti, interessate a incrementare l’apporto del femminismo nel movimento dei movimenti attraverso il rafforzamento del movimento delle donne in tutte le sue espressioni, incontrando di volta in volta obiettivi comuni e punti di convergenza, senza soffocare le differenze di analisi e di pratiche.

Milano, 20/11/03


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