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MO: esercito israeliano spara su dimostrazione nonviolenta a Ma'sha
by gap Friday, Dec. 26, 2003 at 7:48 PM mail:

Dichiarazione dell'International Womens Peace Service

MO: esercito israeli...
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26 dicembre 2003

Oggi, l'esercito israeliano ha risposto con forza ad una dimostrazione nonviolenta contro il Muro dell'Apartheid nel villaggio di Mas'ha in Cisgiordania, Territori Palestinesi Occupati, sparando proiettili sulla folla e ferendo seriamente un attivista israeliano. L'attivista ventiduenne, Gil Na'amati, è stato ferito con tre proiettili ad entrambe le gambe ed è gravemente ferito. Anche un'americana, membro dell'ISM (International Solidarity Movement) è stato ferita da un proiettile di gomma sparatole addosso. Entrambi sono stati medicati al centro medico di Biddya e successivamente Na'amati è stato trasferito all'ospedale di Belinson a Petah Tikva, in Israele.
Alla dimostrazione contro il Muro dell'Apartheid hanno partecipato palestinesi,israeliani e internazionali, un'azione che rientra nel programma delle attività del campo contro il Muro che si svolge nel villaggio di Deir Ballut. Vi ha partecipato gente proveniente da diversi paese, compresi Islanda, Norvegia, Usa, Svezia e Giappone.
Dall'inizio dell'anno, gli abitanti del villaggio di Ma'sha hanno perso il 97% delle loro terre e degli ulivi da quando sono stati costruiti il muro ed un cancello tra le case del villaggio e le loro terre. Oggi quasi 300 manifestanti nonviolenti sono arrivati fino ai cancelli del Muro dell'Apartheid. Oltre tre jeep piene di soldati israeliani sono sopraggiunte immediatamente e hanno sparato in aria per circa sette minuti. Gli attivisti hanno poi cominciato a smantellare i cancelli. A questo punto, i soldati hanno sparato direttamente alle gambe dell'attivista israeliano Na'amati. Dopodiché i soldati hanno invaso il villaggio di Ma'sha disperdendo i dimostranti e dichiarando il coprifuoco. Un altro attivista israeliano di 21 anni, Jonathan Pollack è stato arrestato e trattenuto nella stazione di polizia di Ariel. Non è la prima volta che le forze di occupazione israeliane rispondono con estrema violenza ad una dimostrazione nonviolenta. In luglio di questo anno in 70 tra palestinesi,israeliani e internazionali sono stati attaccati nel villaggio di Ma'sha mentre facevano una catena umana intorno all'ovile della casa di Hani e Munira Amer a Ma'sha. L'ovile è stato poi distrutto dai bulldozer israeliani dopo aver arrestato alcuni degli attivisti e ridotta la casa di Hani allo stato di 'bantustan': chiuso da tre lati da una grande rete metallica elettrificata e dall'altro da un muro alto 8 metri. A nessun parente o amico della famiglia di Hani è stato permesso di portare visita alla famiglia. Gli internazionali testimoniano che Hani è costretto ad aspettare sotto la pioggia incessante per più di tre ore davanti al cancello che lo separa da casa sua dato che i soldati decidono arbitrariamente se aprire il cancello oppure no.
Per quasi due settimane, attivisti internazionali e israeliani hanno monitorato i principali accessi al villaggio di Ma'sha, che dovrebbero essere aperti per trenta minuti tre volte al giorno per consentire ai contadini di andare nei propri campi. Invece questi accessi sono rimasti permanentemente chiusi.
Domani centinaia di palestinesi, israeliani e internazionali convergeranno nel campo completamente isolato di Qalqilya dalle 11 del mattino per un'altra azione diretta contro il Muro. Da quando la costruzione del Muro è stata completata circa quattro mila palestinesi sono stati costretti a lasciare la città invece di morire di fame in quella prigione a cielo aperto.
Chiediamo di telefonare alla stazione di polizia di Ariel perché Jonathan Pollack sia rilasciato, chiamando al numero: +972 39 065 444 / 06 / 16

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