La rappresaglia israeliana colpisce Nablus, mentre la Jihad islamica minaccia risposte

Nablus, 26 dicembre - Dopo che è stato accertato che il palestinese che si è fatto esplodere ieri alla fermata di alcune linee di autobus a Tel Aviv, uccidendo sé stesso e quattro israeliani di cui tre militari, fosse originario di un villaggio nei pressi di Nablus, in Cisgiordania, nonchè parente di un dirigente del Fronte popolare di liberazione della Palestina assassinato qualche giorno fa dai soldati israeliani durante un'incursione nel campo profughi di Balata, a Nablus, questa mattina carri armati e blindati dello Stato ebraico hanno nuovamente invaso Nablus e dintorni. Ci sono stati scontri a fuoco, perquisizioni, intimidazioni e arresti arbitrari e la casa della famiglia dell'attentatore è stata rasa al suolo.

Ieri, il Dipartimento di Stato Usa, mentre ha condannato duramente l'azione a Tel Aviv, non ha speso una parola per l'assassinio di cinque palestinesi, esponenti della Jihad islamica e civili, compiuto a Gaza da elicotteri israeliani nelle stesse ore. L'ala militare della Jihad islamica ha emesso oggi un comunicato in cui ha minacciato lo Stato ebraico di conseguenze per quanto è successo ieri a Gaza. Un dirigente del movimento islamico, Khaled al-Batsh, parlando con l'Afp, ha affermato che, a causa dell'attacco a Gaza, l'idea di risparmiare la vita dei civili, che è stato l'orientamento emerso ai colloqui interpalestinesi di alcune settimane fa, è stata "annientata".

http://www.arabmonitor.info/news/dettaglio.php?idnews=4246&lang=it