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Cagliari: resoconto del processo per gli arresti del 22 Ottobre
by Gianfranco Zola Thursday, Jan. 15, 2004 at 6:24 PM mail:

Il 13 Gennaio è iniziato a Cagliari il processo a carico di Matteo, Massimo e Luisa per gli "scontri" del 22 Ottobre 2003 (Fabrizio, il quarto arrestato, comparirà in un altro processo perchè la sua posizione è stata stralciata). Questo il resoconto della prima udienza.

Per altri dettagli sul 22 Ottobre, vedete la feature "Ordinaria repressione" su Indymedia Sardegna.


Gli elementi comuni

Le deposizioni dei testi avevano alcuni elementi in comune (li cito in apertura per non ripeterli).

Tutti quanti cercavano (si vedrà con quale efficacia) di concordare su alcuni fatti di base:

  1. non ci sarebbe stata alcuna carica da parte delle forze dell'ordine;
  2. i manifestanti sarebbero diventati violenti e avrebbero cercato di scappare alla fine della manifestazione, quando gli agenti avrebbero cercato di identificarli (sotto i portici della via Roma);
  3. nessuno ha visto gli altri usare il manganello (anche se qualche agente ha ammesso di averlo adoperato "per difendersi"). Tutti però presumevano che altri agenti avessero usato il manganello (vista la "situazione di pericolo").

Dalle deposizioni, è emerso che nessuna delle persone interrogate ha visto gli imputati compiere gli atti di vandalismo citati dall'accusa.


Piero Arangino, dirigente della Squadra Mobile di Cagliari

Arangino era presente durante la manifestazione del 22 ottobre, ed è colui che secondo i media "ufficiali" avrebbe "avuto la peggio" durante gli "scontri": avrebbe infatti ricevuto qualche cazzotto in una presunta aggressione da parte dei manifestanti. Nessuno riporta che, a causa delle manganellate, Fabrizio è finito in ospedale con un trauma cranico, e altri compagni hanno riportato delle lesioni interne...

Rispondendo alle domande dell'accusa, Arangino non ha detto niente di sorprendente: la sua versione dei fatti del 22 Ottobre è la stessa riportata dalla stampa "ufficiale" (http://italy.indymedia.org/news/2003/10/407697.php). Poche eccezioni: Arangino non ha parlato di vetrine infrante e di assalto al Palazzo della regione (menzogne pubblicate da vari quotidiani). Ha parlato più volte di generici "danneggiamenti" ad opera dai manifestanti.

Di fronte agli avvocati della difesa Arangino si è dimostrato estremamente insicuro. Ha più volte cercato di eludere le domande che gli sono state fatte, ed ha spesso risposto in modo accorato, quasi fosse lui l'imputato: per esempio, ha spesso sottolineato che "...io non ho mai picchiato nessuno in tutta la mia carriera!". Gli avvocati e il giudice lo hanno invitato a "stare calmo".

Arangino non è riuscito a dare una stima coerente dei partecipanti alla manifestazione: ha parlato di un numero di persone compreso "tra 35 e 60"; ha parlato più volte di gruppetti di manifestanti in fuga dalla polizia, ma non è riuscito a dire quante persone componessero il gruppetto che egli avrebbe affrontato (ha detto "potevano essere 3, 4 o 5... o 6, 7, o 8").

Ha dovuto ammettere di aver esagerato nella descrizione dei "danneggiamenti", che in pratica consistevano in alcune scritte tracciate con lo spray, per lo più rimosse senza sforzi (come risulta dai referti mostrati dalla difesa). Inoltre ha ammesso che nessuno dei negozianti "danneggiati" ha sporto querela dopo i fatti del 22 Ottobre.

Arangino è stato estremamente confuso e contraddittorio anche nella descrizione della presunta aggressione subita (per la quale ha accusato Fabrizio). Ha dovuto ammettere di aver messo le mani addosso ai manifestanti senza prima qualificarsi (essendo in "borghese"); dalla sua testimonianza, poi, parrebbe che il presunto aggressore (Fabrizio) in un attacco di follia suicida si sia lanciato da solo contro lui e gli agenti, staccandosi da un gruppetto di manifestanti in fuga. Inoltre Arangino sarebbe stato solo nella colluttazione, perchè Fabrizio l'avrebbe raggiunto prima che altri agenti potessero intervenire: situazione curiosa, perchè lo stesso Arangino ha affermato di essersi trovato a ben 20 metri dai manifestanti, e a soli 4 metri dalla polizia...

Anche le lesioni riportate da Arangino nella colluttazione appaiono misteriose. Subito dopo i disordini egli non riportava alcun segno delle botte che avrebbe ricevuto: l'unica sua lamentela sarebbe stata "quelli mi hanno rotto gli occhiali". In seguito avrebbe segnalato di aver ricevuto un colpo in pieno volto, che gli avrebbe causato una congiuntivite e una prognosi di 7 giorni; nei giorni successivi avrebbe poi parlato di un colpo alla nuca (versione mantenuta fino al processo).

Infine... Arangino ha parlato di noi! Ha avuto modo di citare Indymedia, che ha definito "il loro sito" (riferendosi agli imputati): qui sono state infatti pubblicate alcune foto che lo immortalano durante la manifestazione (http://italy.indymedia.org/news/2003/10/407434.php).


Giuseppe Gargiulo, vicequestore di Cagliari

Gargiulo era presente agli "scontri", e sarebbe stato colpito da una sedia lanciata dai manifestanti.

Le sue risposte alle domande dell'accusa hanno ricalcato la versione riportata sulla stampa "ufficiale", e da Arangino.

Di fronte alle domande della difesa, Gargiulo non si è agitato come Arangino, ma ha fornito risposte incomplete ed evasive. Per esempio, non ha saputo spiegare dove si trovassero forze dell'ordine e manifestanti al momento degli "scontri" sotto i portici di via Roma: a quanto pare i manifestanti erano inseguiti, ma nel "fuggi fuggi" una sediata gli sarebbe "forse" arrivata alle spalle... Per giustificare queste incongruenze, Gargiulo ha detto che, durante gli "scontri", i manifestanti "comparivano da chissà dove".

Gargiulo ha affermato che i disordini sarebbero nati quando uno degli imputati, alla richiesta di identificazione, avrebbe risposto "Coglione, tu non mi identifichi!". Eppure niente di tutto questo (nè l'insulto, nè il rifiuto di identificazione) risulta dai verbali redatti da lui stesso dopo la manifestazione.

Gargiulo ha stimato il numero dei manifestanti in 40-45 persone; ha inoltre affermato che sul posto si sarebbero trovati da subito 10 agenti della Squadra Mobile (poi raggiunti da altri 30 in assetto anti-sommossa), alcuni carabinieri e un "congruo" ma imprecisato numero di agenti della DIGOS in borghese.

A un certo punto della deposizione, Gargiulo ha affermato che "i manifestanti passavano per strade buie e deserte, e pioveva: se avessimo voluto, io e gli agenti avremmo potuto fargli qualunque cosa, e nessuno ci avrebbe visti". Stupore tra i presenti: perchè il vicequestore ha detto questo? Ha forse la coda di paglia? O si tratta di una minaccia per le manifestazioni future?


Ispettore Congiu della Squadra Mobile di Cagliari

Di fronte alle domande dell'accusa, Congiu ha affermato di essere intervenuto in difesa di Arangino, che sarebbe stato in "evidente difficoltà" nella presunta collutazione con Fabrizio.

Rispondendo alla difesa, Congiu ha affermato che, vista la situazione di pericolo, è stato costretto a estrarre il manganello; ma non sarebbe riuscito a usarlo, perchè avrebbe ricevuto dei calci proprio sul braccio destro, subendo delle lesioni alla spalla e alla mano. I soliti maligni che assistevano all'udienza pensavano si fosse fatto male picchiando troppo forte...

La deposizione di Congiu è diventata via via più vaga e confusa. La difesa ha rilevato che nel suo rapporto non si parla di alcun ordine di identificazione: si citano solo tafferugli e l'intervento violento delle forze dell'ordine. Eppure quell'ordine, secondo l'accusa, sarebbe all'origine delle intemperanze dei manifestanti... A quella constatazione Congiu è precipitato dalle nuvole, ha riletto la sua relazione, ed ha confermato a malincuore che in effetti non vi si fa cenno all'ordine (balbettando "beh, ma è ovvio che l'avevamo ricevuto..."). Congiu ha comunque dichiarato di aver ricevuto l'ordine fantasma da Arangino.


L'agente della Squadra Mobile

L'udienza si è chiusa con la testimonianza di un agente della Squadra Mobile, del quale purtroppo non sono riuscito a segnare il nome.

Ha ammesso di aver usato il manganello contro i manifestanti ("ma solo per difesa, come ci è stato insegnato", e "solo contro le parti muscolose dell'avversario, come ci è stato insegnato").

Gli avvocati della difesa hanno rilevato che il suo rapporto parlava solo di "tentativi di spintonamento" da parte dei manifestanti. Hanno quindi chiesto al teste: "ma allora non vi hanno aggrediti, hanno solo TENTATO di spintonarvi?". L'agente ha chiesto che gli fosse ripetuta la domanda, per poi rispondere in modo confuso.

La difesa ha infine chiesto quanti agenti si trovassero sul posto: l'agente ha parlato di 10 unità. All'osservazione "ma Gargiulo poco fa ha parlato di almeno 40 uomini", il teste ha assunto un'aria interdetta.


Le prossime udienze saranno il 7 Aprile (testi dell'accusa) e il 5 Maggio (testi della difesa).

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