world social forum #2
Dopo le centotrentamila persone presenti alla serata di inaugurazione, il forum prosegue con una grandissima partecipazione sia agli incontri sia sopratutto per le strade del NESCO ground dove numerosissimi gruppi etnici mettono in scena un corteo costante e festoso. Il suono dei tamburi e delle percussioni č praticamente la colonna sonora di tutto il forum, che fa da sfondo anche a conferenze e dibattiti che a volte vengono interrotti da manifestazioni che sfilano anche all'interno dei tendoni. La risposta data all'evento č decisamente molto forte cosi' come particolare e' lo stupore degli occidentali per l'atmosfera incontrata e quello delle minoranze oppresse che si trovano raramente al centro dell'attenzione e dei media internazionali. Gli scambi di opinione, i rapporti e le discussioni intessute fuori dai seminari sembrano essere infatti la vera risorsa del forum che appare molto piu' inclusivo dei precedenti. Dal punto di vista dei contenuti molto piu' interessanti e incisivi i workshop e i seminari che riescono meglio ad approndire i temi proposti e che spessissimo si rivolgono alle problematiche di minoranze etniche oppresse che in prima persona raccontano episodi e propongono suluzioni. Piu' generici e a volte scontati gli interventi delle conferenze plenarie, fatta eccezione almeno per quella della serata di ieri intitolata "guerre contro le donne, donne contro la guerra" e tenutasi nel grande spazio aperto del Maidan davanti a migliaia di persone. Tra gli interventi, tutti molto efficaci, quello della scrittrice egiziana Nawal el Saddawi, dell'afghana Saher Saba e dell'indiana Arundati Roy che ha preferito ridurre il suo intervento (di condanna alle violenze sulle donne, ma anche alla donne che appoggiano e votano chi sostiene tali violenze), per lasciare qualche minuto del suo intervento ad una testimonianza diretta di una ragazza indiana arrestata e stuprata dalla polizia e impossibilitata a chiedere giustizia per decorrenza dei termini. Dall'altra parte della strada, a poche centinaia di metri di distanza continua il controforum di Muymbai Resistance, caratterizzato da temi interessanti e interventi di buon livello, ma decisamente meno frequentato e molto piu' calmo e silenzioso. Particolare anche la composizione trasversale del controforum che vede gruppi asiatici maoisti favorevoli alla lotta armata e contadini ghandiani, cosi' come soggetti che partecipano ad entrambi i forum e altri che invece chiedono il boicottaggio del WSF in quanto "cavallo di troia dell'imperialismo e del neoliberismo.
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