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Lavoro, diritti, libertà di movimento: i migranti in piazza a Roma
by dall'unità Saturday, Jan. 31, 2004 at 10:16 PM mail:

Lavoro, diritti, libertà di movimento: i migranti in piazza a Roma.

«Sciopero della fame» recita la loro maglietta dalla parte della schiena. «Diritto d’asilo» da quella di fronte. La portano identica i componenti di un gruppetto di curdi. Una delle tante comunità etniche arrivate a Roma per manifestare nella Giornata Europea dei Diritti dei Migranti. «Ho fatto richiesta di asilo politico. Sono qui da due anni, e ancora non è stata accolta – racconta Elkann – non ho un lavoro, né una casa. Mangio alle mense della Caritas. E la mia famiglia è rimasta in Turchia». Alle 16,00 in punto Piazza della Repubblica è già piena, pronta per la partenza del corteo. Qualche senegalese suona i bonghi. Un gruppetto della Costa d’Avorio improvvisa passi di danza, mentre qualcuno racconta: «Non ho il permesso di soggiorno. Dormo alla stazione. Ma nel mio paese c'è la guerra».

È una bellissima giornata e il miscuglio di lingue e di caratteristiche somatiche fa sembrare la mobilitazione una festa. Però la durezza che traspare dagli sguardi di molti, come l’intensità della partecipazione fa percepire tangibilmente l’urgenza delle istanze che questa manifestazione porta avanti.

«Working, permesso di soggiorno, Rights and Dignity» sintetizza un grande striscione. «Sanatoria. Libertà. Cittadinanza. Casa» urla un megafono in italiano, in inglese, in spagnolo, in francese e in tante altre lingue non europee.

Non sono tantissimi, 1000, forse 1500 ma sono arrivati da posti diversi d’Italia, in maggioranza dal sud, per chiedere, insieme a tutti quelli che oggi manifestano in Italia e In Europa, la chiusura dei Cpt, veri e propri centri di detenzione dentro e fuori l'Unione europea, la regolarizzazione di tutti i migranti in Europa, il riconoscimento del diritto d'asilo. Con loro ci sono i Cobas, alcune associazioni, come la 3 febbraio, il Movimento antirazzista, Rifondazione Comunista. E anche alcuni italiani: non tantissimi, però. Forse un 10% del totale. Colpisce un po' la scarsa presenza dei politici: Paolo Cento dei Verdi, uno dei pochi che si intravede.

Ma l’attacco che i manifestanti sferrano è chiaro e ha un bersaglio molto preciso. «Siamo contro la Bossi-Fini.Contro questo governo razzista. Contro questo governo che calpesta i diritti di tutti».

Accompagnato dai fischietti, dagli slogan, dalla musica, il corteo, rumorosissimo, parte alle 16 e 45 per sfilare a via Cavour, via dei Fori Imperiali, fino ad arrivare a Piazza Santissimi Apostoli. In testa, due bare, con due sole parole: «Bossi. Fini» e un grande, semplice, striscione, con la scritta, nero su arancione: «Movimento senza confini».

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