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La Regione non fa bere arsenico
by Il Tirreno Monday, Feb. 09, 2004 at 12:15 PM mail:

Tommaso Franci replica a Barocci: «Falso e irresponsabile» La Regione non fa bere arsenico

Dal Tirreno 8/2/2004

Tommaso Franci replica a Barocci: «Falso e irresponsabile»
La Regione non fa bere arsenico
SOS ACQUA «I limiti? Gli stessi validi fino a ieri»

GROSSETO. La Regione non ha alzato i limiti previsti dalla legge per le concentrazioni di arsenico nelle acque potabili della Maremma, e il problema degli alti livelli di arsenico nelle acque potabili della Maremma non ha nulla a che vedere con l’inquinamento causato dall’uomo nella piana di Scarlino e nei siti ex minerari delle Colline Metallifere. Lo assicura, replicando seccamente alla denuncia pubblica lanciata l’altro giorno da Roberto Barocci, l’assessore regionale all’Ambiente, Tommaso Franci. Che accusa l’esponente grossetano di Rifondazione Comunista di fornire ai cittadini «indicazioni allarmistiche, irresponasabili e addirittura false, in particolare quando dice che la Regione ha moltiplicato per cinque i limiti di legge dell’arsenico». Franci infatti spiega che la direttiva europea ha abbassato sì, nel 2001, il tetto massimo di arsenico da 50 a 10 milligrammi per ogni litro d’acqua; ma che l’Italia ha applicato questa direttiva nel dicembre 2003. Dunque, chiosa l’assessore, la Regione Toscana non ha alzato i limiti, ma ha semplicemente concesso una deroga all’Acquedotto del Fiora per mantenerli ai livelli precedenti, ovvero di 50 mg per litro. Inoltre, incalza l’assessore, si tratta di una deroga a scalare: già nel 2005 il tetto sarà abbassato a 30, e nel 2006 le acque maremmane dovranno rientrare nel parametro dei 10 milligrammi. Franci ricorda come la Regione avrebbe potuto concedere deroghe fino a sei anni, e invece ha optato per tre; sottolinea come non sia stato un intervento limitato alla Maremma, ma esteso anche ad altre parti della Toscana (per lo stesso problema o per altri); e assicura che non si tratta di una situazione di particolare gravità. «Anzi - dice - la gente deve sapere che i valori attuali dell’acqua del Fiora sono ancora al di sotto dei 10 milligrammi». Il problema insomma è in prospettiva: «C’era il rischio che ad agosto ci si ritrovasse a dover chiudere gli acquedotti. La deroga offre un tempo ragionevole nel quale capire come agire per risolvere il fenomeno». Proprio su questo punto, Franci nega ogni correlazione tra l’inquinamento da arsenico dovuto alle lavorazioni minerali e industriali dell’uomo, e i problemi dell’acquedotto. «Il fenomeno riguarda le sorgenti dell’Amiata, dove, a quanto mi risulta e credo sia noto da sempre, la presenza di arsenico è naturale. Questo non significa che vi siano zone, come il Casone di Scarlino o alcuni bacini minerari, dove l’uomo ha inquinato. Ma questa è un’altra storia, le bonifiche sono cominciate o cominceranno». Per quanto riguarda l’accusa di non aver informato i cittadini, come invece prescrive il ministero nel concedere la deroga, Franci è lapidario: «Questi non sono atti segreti, nessuno li ha nascosti. E poi credo che si debba dare grande pubblicità quando succede un fatto nuovo: e qui non è successo niente di nuovo». Infine, sull’appello del presidente del Fiora, Teglielli, a creare invasi superficiali per la raccolta di acque piovane, Franci si dice disponibile ad aprire un tavolo di confronto, «purché tutto ciò si faccia nel pieno rispetto dei valori paesaggistici e ambientali». E.G.

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