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genova-punto della situazione
by da ansa.it Monday, Feb. 09, 2004 at 3:30 PM mail:

DA ANSA.IT

GENOVA - I lavoratori dell'Ilva aderenti a Cgil, Cisl e Uil, sono in in piazzae per chiedere un incontro unitario di istituzioni, proprieta' e sindacati giovedi' a Roma per discutere del futuro dell'azienda e della chiusura dell'altoforno. Un corteo, composto da circa 500 persone, e' partito da Cornigliano alle 9 e ha attraversato le vie del centro, diretto alla Prefettura. ''Vogliamo un incontro di tutte le componenti coinvolte nella vertenza - ha spiegato Stefano Milone della Fim-Cisl -; abbiamo gia' avuto la disponibilita' degli enti locali a sedersi con noi all'incontro di Roma, ma aspettiamo una convocazione di tutti.Per questo chiederemo l'intervento del Prefetto''.

LE RUSPE BLOCCANO IL TRAFFICO NEL CENTRO DI GENOVA Il traffico automobilistico nel centro di Genova e' bloccato dagli operai che hanno messo di traverso ruspe e autocarri pesanti da cantiere all' imboccatura delle strade che confluiscono in piazza Corvetto, punto strategico per la viabilita' cittadina. Una grossa pala meccanica gialla e' ferma proprio di fronte alla Prefettura.

MOMENTI DI TENSIONE E SCONTRI DAVANTI ALLA PREFETTURA
E proprio davanti alla Prefettura ci sono stati momenti di tensione. Dopo che una delegazione sindacale e' stata ricevuta dal Prefetto Giuseppe Romano ottenendo la risposta che da parte governativa non era arrivata l'ufficializzazione del vertice plenario fissato per giovedi', i manifestanti hanno espresso la loro rabbia contro le forze dell'ordine. Sono volati bastoni, qualche bottiglia e sono nati piccoli tafferugli, subito sedati dalla polizia. Un operaio dell'Ilva e' rimasto leggermente ferito alla testa. Tornata la calma, i manifestanti hanno deciso di proseguire la loro protesta e si sono diretti verso la stazione ferroviaria di Brignole dove hanno occupato i binari bloccando completamente il transito dei treni sulla linea per Roma. Il blocco del traffico ferroviario e' partito alle 11,35 e causa pesanti disagi. ''Aspettiamo che arrivi un fax sulla convocazione unitaria, aspettiamo la firma di Letta'', ha detto Francesco Grondona della Fiom-Cgil parlando al telefono con il presidente della Regione, Sandro Biasotti. ''E' da venerdi' che chiediamo che azienda, istituzioni e il sindacato vengano convocati insieme - ha ribadito Grondona - e' quasi assurdo dover fare una manifestazione simile. Ma sul tavolo c'e' una cassa integrazione pericolosissima, fatta sinora con una richiesta ufficiosa: si tratterebbe di tredici settimane di cassa integrazione che coinvolgono 6-700 persone, quindi la chiusura dell' altoforno, il ridimensionamento del molo, senza saper niente del futuro dell' azienda''. Mentre Grondona parla qualche decina di lavoratori sta intorno ad ascoltare: ''Per ora Riva lo stipendio ce lo da' - dice un operaio di 32 anni assunto dall' Ilva 4 anni fa - ma qui ci stanno ingannando tutti: Riva Biasotti e compagnia non ci dicono niente di concreto''.

PROTESTANO ANCHE I LAVORATORI DELLE DITTE APPALTATRICI
Sui binari sono scesi anche i lavoratori delle ditte appaltatrici, come l' impresa di pulizie Hospes e quella della mensa Risochef, nonche' altre ditte esterne che gia' con la fine dello scorso anno non sono state riconfermate: ''Se chiudono ci rimettiamo tutti - dice Tina P., 40 anni, che si occupa delle pulizie all' Ilva da sette anni - non abbiamo nessun ammortizzatore sociale, per noi sarebbe il fermo totale''. I sindacati dei metalmeccanici di Cgil e Cisl presenti a Brignole ribadiscono che l'altoforno senza cokeria non puo' esistere: ''Con la possibile cassa integrazione sono a rischio 7-800 persone, due o trecento con i contratti d'appalto - ha precisato Bruno Manganaro della Cgil - niente coke, produzione a caldo, qui sono a rischio tutti i 2.700 dipendenti''.

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