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Erri De Luca: "Napoli, aiuta Officina"
by paste/copy da Repubblica - RadioLina Sunday, Feb. 15, 2004 at 7:02 PM mail: radiolina@bastardi.net

l'intervento sulla pagina napoletana di "la Repubblica" dell'ex militante di Lotta Continua. articolo a firma di Conchita Sannino.

In Comune spunta l’ipotesi di acquisto dell’immobile occupato abusivamente in due anni

Erri De Luca: “Napoli, aiuta Officina”

Interviene lo scrittore: “i centri sociali sono la sede della politica vera”

“Mi piacerebbe che un Comune come quello di Napoli si precipitasse a trovare la soluzione”. Officina come un “bene da tutelare”, un luogo simbolico e geografico – comune ad altri centri autogestiti – dove la politica, intesa come esercizio di domanda e critica, come formazione delle opinioni, non sia tradita.
Ecco l’implicito invito che Erri De Luca, scrittore, lancia all’amministrazione cittadina dopo aver aderito alla mobilitazione che accompagna l’ultima battaglia in corso a officina99, vecchio magazzino occupato da 13 anni, sede del centro sociale autogestito di via granturco, che oggi è nuovamente sotto indagine della procura dopo l’ennesima denuncia del legittimo proprietario, Maurizio Casanova, che chiede lo sgombero dell’immobile.
Mentre il comune attraverso i due assessori Raffaele Tecce e Casimiro Monti, che l’altra sera hanno ricevuto a lungo una delegazione di militanti, starebbe seriamente valutando l’opportunità di acquisire al proprio patrimonio l’enorme loft dove Officina99 vive dal 1991 (richiesta originaria del proprietario 3 miliardi di vecchie lire, massima offerta presa in considerazione dal comune in queste ore, 900 milioni: si tratta di indiscrezioni, la trattativa è comunque di la da venire); mentre il segretario di Rifondazione Comunista a Napoli, Peppe De Cristofaro ribadisce che è “impensabile che un centro sociale con questa storia possa essere delocalizzato”, a auspicando che “l’amministrazione comunale voglia perseguire l’opzione dell’acquisto”, aumentano le adesioni del mondo della cultura per la manifestazione in programma la prossima settimana. Musicisti, registi, attori, band musicali. Erri De Luca è stato tra i primi a dare il suo si, spiega a repubblica perché i centri sociali sono una cosa “che non possiamo perdere, soprattutto nel paese reale di oggi”. Con una premessa lessico – culturale: “per favore, non chiamateli, anche sui giornali, <i ragazzi di Officina>. Non è un fatto generazionale, non sono i ragazzi della via Pal. Sono i concittadini, non importa l’età, e sono una generazione subentrata ad una altra, sarà la terza o la quarta forse”.
Quindi, “ considero i centri sociali le uniche sedi politiche che esistano in Italia – ragiona De Luca – quelli che non hanno nulla a che vedere con il finanziamento pubblico dei partiti e con le clientele o con gli interessi personali. Sono luoghi dove si formano le opinioni politiche e si danno le risposte alle illegalità dei nostri tempi”. Quali illegalità? “viviamo in un paese che ci sguazza, che si compiace delle sue continue violazioni alle regole. Vuole esempi? Mandiamo soldati in guerra infischiandocene della Costituzione; deteniamo per nostro arbitrio cittadini stranieri in galere che chiamiamo centri di accoglienza, che di accogliente non hanno nulla; e in economia, l’abbiamo visto, vince chi arraffa piu’ di tutti a danno dei risparmiatori. In questo Paese, chi dovrebbe chiudere: proprio chi si adopera in un luogo per formare un pensiero politico? Chi vuole radicare la politica al piano terra? Ecco perché la mia piccola voce la spendo per Officina, e ci tengo che sia piccola, senza ipocrisie; che resti ad altezza d’uomo e che non si rivolga ai piani alti. Che poi questo stare insieme e radicarsi tra la gente, sul territorio, si traduca anche in intrattenimento di qualità, non mi sorprende; ma lascerei le parole “fenomeno culturale” fuori da questa storia, lo lascerei alle biennali, agli apparati. Io sto con quelli che difendono questa istituzione spontanea”. I centri sociali come risposta alle illegalità consentite, soprattutto oggi: e pure, è l’obbiezione più scontata, Officina nasce da un calcio alle regole . si è insediata 13 anni fa in un immobile di proprietà privata ed ora il suo titolare ne esige la disponibilità: come la mettiamo con questa violazione? De Luca non si scompone: “un conto è l’illegalità ostentata dai poteri; tutt’altra cosa è quella esercitata dal basso per ottenere dei diritti, per poter avere uno spazio che altrimenti non si creerebbe. Detto questo non dico che il signore in questione non debba riprendersi il suo bene: mi sorprende che un Comune come Napoli non si precipiti a trovare uno spazio per Officina. Siamo un paese con la più grande de-industrializzazione. E loro restano cittadini che fanno la politica vera; a differenza dell’altra, che è apparato di affari”.

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