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Chiapas. Richiesta di una donna indigena
by la Jornada. tad. Comitato Chiapas Torino Monday, Feb. 23, 2004 at 12:50 AM mail:

La Jornada - Sabato 21 febbraio 2004 La critica ha rotto la diplomazia di un atto ufficiale e ha sorpreso Una donna indigena chiede al governo di rispettare i diritti delle etnie In 10 anni abbiamo solo incontrato autorità cieche e sorde alle nostre richieste


ANGELES MARISCAL - CORRISPONDENTE

Tuxtla Gutierrez, Chis., 20 febbraio - Durante la settima Riunione Nazionale
degli Istituti Statali della Donna, realizzatasi in questa città, la
posizione dell'indigena tzeltal Isabel Gómez López, membro dell'Associazione
Rurale di Interesse Collettivo - Indipendente (ARIC-I), che ha richiesto al
governo federale di applicare il Trattato 169 dell'Organizzazione
Internazionale del Lavoro (OIT), ha spiccato tra tutti i discorsi ufficiali.
Isabel Gómez ha detto: "Dopo 10 anni di lotta, noi donne continuiamo a
lottare perché si riconoscano i nostri diritti, perché questi non rimangano
scritti nelle leggi ma si adempiano nella vita di ognuno dei popoli e delle
comunità indigeni del Messico e del Chiapas".
Il Trattato 169 è relativo al riconoscimento dei diritti indigeni da parte
dei governi.
A 39 anni, l'indigena originaria della comunità Laguna de Santa Elena,
Ocosingo - uno dei primi villaggi ad unirsi al movimento armato dell'EZLN -,
è già leader della società cooperativa "Le donne fanno la forza".
Invitata dall'Istituto della Donna, nel salone dell'hotel più lussuoso di
questa città, Isabel Gómez ha sorpreso tutte le partecipanti col suo
discorso di reclamo verso il governo statale e quello federale.
Accompagnata da alcune delle sue compagne, che vestivano il costume
tradizionale dell'etnia tzeltal, Isabel Gómez ha detto all'auditorio
composto da funzionari di governo e donne impiegate nei servizi pubblici,
che le donne della sua comunità, della sua organizzazione e della sua etnia
in generale hanno più di 10 anni di lotta alle spalle, gli stessi anni della
sollevazione zapatista.
Nonostante questo decennio di lotta, ha denunciato che "non si adempie
ancora ai dettami del Trattato 169 dell'Organizzazione Internazionale del
Lavoro che il governo federale ha firmato nel 1991 nella Camera di
Senatori".
Gómez López, con suo figlio in braccio, ha chiesto che si ponga fine a
questa esclusione sociale che ancora si vive.
"La situazione dei popoli indigeni e ancor più quella delle loro donne
continua ad essere di emarginazione, povertà e disuguaglianza, per cui non è
rinviabile l'applicazione di quei accordi come primo passo per abbattere
questo ritardo".
Gómez López ha avuto un forte impatto, specialmente sulle donne che
venivano da altre parti della Repubblica ed infatti, alla fine dell'atto,
molte delle partecipanti hanno voluto farsi fotografare con lei.
È che è stata l'unica che non ha parlato della bontà dei governi statale e
federale. Ed ha invece denunciato tutte le volte che hanno presentato le
loro richieste " abbiamo solo incontrato autorità cieche e sorde: nessuno ci
vuole vedere o ascoltare.
Noi donne indigene non ci siamo mai sentite vicino ai nostri governanti.
Però la lotta non è solo per i diritti fondamentali delle donne come alla
vita, al lavoro, alla salute e all'educazione, ma perché si rispettino pure
i loro diritti politici, come quello di accedere ad un incarico pubblico o
poter lottare per essere tenute in conto nelle decisioni della comunità".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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