Dopo una settimana di scontri fra l'opposizione e la polizia,il bilancio è di otto morti, settantadue feriti e decine di arresti.
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Caracas si avvia alla normalizzazione dopo una settimana di scontri fra l'opposizione e la polizia. Il bilancio: otto morti, settantadue feriti e decine di arresti.
Tutto è iniziato venerdì scorso, non appena è girata voce che le firme per convocare il referendum contro Chavez non erano sufficienti. Il Consiglio nazionale elettorale (Cne) lo ha poi confermato: dei circa 3,4 milioni di firme presentate dall'opposizione, solo un numero compreso tra 1,7 e 1,8 milioni è valido, 667mila sono contestate, mentre addirittura un milione sarebbero nulle.
"Da una settimana, gruppi di facinorosi bloccano le strade con barriere di immondizia e pneumatici a cui danno fuoco dopo averli cosparsi di kerosene". A parlare, da Caracas, è Giulio Santosuosso, italiano, da trent'anni in Venezuela. "In alcune zone, questo ha portato a scontri con le forze dell'ordine. Proprio ieri sera, sotto casa mia si è sentita una sparatoria. Stavo parlando con il portiere e ci siamo buttati per terra. Gli scontri -è vero- ci sono. Ma i mezzi di comunicazione ne hanno strumentalmente esagerato la portata. Questi facinorosi non sono altro che ragazzini. Hanno tra 15 e i 22 anni. E alcuni sono pagati".
"Pochissima gente - continua - è d'accordo con loro. Dove io abito (un quartiere medio-alto, di bianchi che probabilmente votano per l'opposizione) sono stati gli stessi cittadini a distruggere le barriere appena costruite. Secondo una recente inchiesta, l'89 per cento della popolazione, indipendentemente dalle idee politiche, non è d'accordo con il blocco delle strade. E il 56 per cento chiede che i militari le liberino. Ma è chiaro che dieci ragazzini che bruciano gomme e pattumiera fanno più notizia. Diamo un'occhiata ai titoli dei giornali: Caracas contesta le decisioni del Cne: è scritto dappertutto, ma non è esatto. Bisognerebbe dire: 'duemila ragazzini contestano la decisione del Cne'. E ancora: Caracas a fuoco. In realtà, il fuoco è stato appiccato solo in alcuni punti dei quartieri alti (in pratica, sullo 0,0003% del territorio urbano del Paese). Uno degli aspetti inediti della problematica politica venezuelana è la parzialità dei mezzi di informazione, tutti in mano all'opposizione".
www.peacereporter.net/it/canali/voci/interviste/040305venezuela1
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