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Il più grande pericolo per la pace
by Raimondo Monday, Mar. 29, 2004 at 1:09 PM mail:

Dove sono le armi di distruzione di massa in Medio Oriente? Chiedetelo a Mordechai Vanunu. Lui lo sa fin troppo bene. Il 24 marzo 1988 fu condannato per tradimento da una corte israeliana per aver rivelato l'esistenza di un arsenale nucleare segreto israeliano negli impianti di Dimona, dove aveva lavorato come tecnico.

Il più grande pericolo per la pace
di Justin Raimondo

Dove sono le armi di distruzione di massa in Medio Oriente? Chiedetelo a Mordechai Vanunu. Lui lo sa fin troppo bene. Il 24 marzo 1988 fu condannato per tradimento da una corte israeliana per aver rivelato l'esistenza di un arsenale nucleare segreto israeliano negli impianti di Dimona, dove aveva lavorato come tecnico.

In carcere da allora, e tenuto per la maggior parte del tempo in isolamento, verrà liberato il prossimo 21 aprile. La famiglia e gli amici di Vanunu dicono che non ha più segreti da rivelare, ma il governo israeliano e' terrorizzato, e sta cercando di porgli delle "restrizioni" per "motivi di sicurezza". Ciò di cui Tel Aviv e' realmente preoccupata, tuttavia, e' la sua immagine all'estero.

La storia di Vanunu - il modo in cui fu rapito dal Mossad dopo aver rivelato al Sunday Times di Londra i dettagli dell'illegale programma nucleare israeliano - sottolinea non solo l'assoluta crudeltà con cui Israele persegue i suoi interessi, ma anche la particolare referenza di cui gode da parte dei suoi compiacenti amici occidentali. Adescato da Londra a Roma dalla voluttuosa "Cindy", meglio nota come Cheryl Hanin, Vanunu fu drogato, incatenato, chiuso in una scatola e trasferito in Israele come carico diplomatico. Questo insolito modo di trasporto fu utilizzato presumibilmente come sotterfugio - la dicitura "diplomatico" voleva significare che le autorità non potevano ispezionare la scatola - anche se si può tranquillamente ritenere che non ce ne fosse bisogno.

Che ciò accadde con la piena complicità del governo italiano - un magistrato stabilì nel 1988 che vi erano "prove insufficienti" per dimostrare che Vanunu era stato rapito - e' indisputabile. Ugualmente certa e' la complicità dei britannici, che rintracciarono Vanunu a Londra e lo consegnarono alle tenere cure del Mossad. Il primo ministro Margaret Thatcher era impaziente di dare una mano, solo non desiderava che il rapimento avvenisse a Londra. Ecco perché lasciarono entrare la Hanin, che utilizzò ciò che la stampa definì "le sue abilità femminili" per aiutarli nella cattura.

Gli israeliani sono preoccupati per Vanunu, non perché abbia nuovi segreti da rivelare, ma perché ci fa ricordare di verità che sono note da tempo e fermamente ignorate. Non abbiamo mai avuto prove delle ADM irachene mentre le immagini dell'arsenale nucleare di Israele sono note da 16 anni. Nell'epoca in cui Dick Cheney, Condoleeza Rice e l'Ufficio per i Piani Speciali congiuravano per propagare le notizie di un Saddam nucleare che detonava micidiali funghi atomici - basate su falsificazioni, storie inventate da esiliati iracheni e su un paio di tubi d'alluminio - il programma nucleare israeliano aveva già prodotto centinaia di ordigni.

Il governo israeliano ha paura di Vanunu, e cerca di imporgli restrizioni di movimento e di discorsi pubblici perché desidera stornare l'attenzione dalla sua riserva di bombe nucleari. E con buona ragione. Solo nel 1988 l'ex primo ministro Shimon Peres ammise che la sua nazione possedeva il nucleare, dichiarando che Israele "aveva costruito l'opzione nucleare non per avere una Hiroshima, ma una Oslo". Mi pare che anche gli iracheni abbiano detto la stessa cosa, dopo il bombardamento israeliano del reattore di Osirak. Chiedo scusa: sto commettendo il peccato di "equivalenza morale". Avevo dimenticato che le nukes israeliane sono bombe pacifiche, mentre quelle irachene sono "armi di distruzione di massa".

Dunque Israele sta cercando di ridurre al silenzio Vanunu, nonostante la sua storia sia ampiamente nota, perché, oltre ad essere inopportuna, l'attenzione focalizzata all'arsenale nucleare di Israele fa sorgere la questione della maniera in cui esso sarà verosimilmente usato.
Dopo tutto, se anche Saddam Hussein avesse in qualche modo acquisito delle capacità nucleari, qualcuno può credere che egli le avrebbe davvero utilizzate, contro gli USA o qualsiasi altro? La deterrenza ha funzionato con Stalin e durante tutta l'epoca della guerra fredda: la minaccia dell'annichilimento totale avrebbe certamente impedito agli iracheni di dare vita ad uno "scambio nucleare".


Israele, invece, e' soggetto alle stesse costrizioni?

Se, per qualche ragione, il PM Ariel Sharon dovesse ritenere Israele in "pericolo imminente" e decidesse di esercitare l' "opzione" nucleare incenerendo, diciamo, Teheran, che tipo di rappresaglia potrebbe aspettarsi - e da parte di chi?
Gli USA certamente si opporrebbero ad un simile atroce atto, ma non per questo andrebbero in guerra contro Israele. Neanche l'unica potenza nucleare islamica, il Pakistan, potrebbe o vorrebbe reagire. Dunque chi, o cosa, può trattenere Israele dall'usare la sua capacità nucleare o dal minacciarlo per dominare il Medio Oriente?

Senza che vi siano deterrenti, la possibilità che Israele usi davvero le sue armi nucleari in futuro e' davvero allarmante. Supponendo che per qualche motivo, vero o presunto, i suoi governanti dovessero trovarsi di fronte ad una decisione di vita o di morte, non e' difficile immaginare che Sharon, o qualche altro lunatico PM del futuro, possa ordinare un primo attacco nucleare "preventivo".
Le conseguenze, per Israele, sarebbero serie ma non insopportabili. Diverrebbe uno stato paria, ma i suoi agguerriti sostenitori sostengono che e' già così e, in ogni caso, Israele fa bene a guardare ai suoi interessi. E' sempre stato solo. Dunque, che ci sarebbe di nuovo?

Israele, come ci ricorda spesso George W. Bush, ha il "diritto di difendersi". La logica letale di questo sinistro mantra, rispettosamente ripetuto da ogni politico e da ogni membro di governo in occasione di ogni nuova atrocità commessa da Israele, conduce direttamente a quel famigerato fungo nucleare a cui si e' riferita Condoleeza Rice:
"Il problema qui e' che ci sarà sempre incertezza su quanto rapidamente egli sarà in grado di acquisire armi nucleari. Ma noi non vogliamo che la pistola fumante diventi un fungo nucleare".

Nel dire "egli", Rice intendeva Saddam Hussein, ma avrebbe fatto meglio ad intendere Ariel Sharon. Non vi e' alcuna incertezza sul fatto che egli sia in grado di gettare il Medio Oriente nella catastrofe nucleare. Chi, dopo tutto, potrebbe fermarlo?
Egli e' perfettamente in grado di ricattare l'intera regione. Se questo e' l'intento degli USA, che hanno appena imposto le sanzioni alla Siria per un presunto "programma di armi di distruzione di massa", allora la nostra politica non potrebbe essere più efficace. Il fatto che ciò ci grava di un pesante fardello morale e' un pensiero che sembra non attraversare la mente di alcuno.

Senza pressioni da parte della comunità internazionale, inclusi specialmente gli USA, i suoi principali alleati e protettori, Israele non mollerà mai il suo arsenale di armi di distruzione di massa. Invece di cercarle dove sappiamo, stiamo permettendo ed incoraggiando Israele a brandirle. Se e quando esso le userà, l'orrore avrà il marchio "made in America" stampato sopra.

La notizia di un sondaggio secondo cui il 60% degli europei riteneva Israele il maggiore pericolo per la pace del mondo e' stata definita dall' Amen Corner come una dimostrazione di "anti-semitismo", ma non e' niente di ciò: e' semplicemente una valutazione fredda ed oggettiva dei fatti noti. Israele, lo stato più pericoloso della terra - se non esattamente il più grande sobillatore - mi suona come una definizione giusta.



da antiwar.com


interessante articolo su haaretz di oggi

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