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L'agente informatore dei fasci...
by dal manifesto Thursday, Apr. 15, 2004 at 12:01 PM mail:

Francesco Tiani, il polizotto arrestato, rivelava a Forza Nuova notizie sulle indagini.

Attenti a quei due. Secondo l'accusa Francesco Tiani era una gola profonda. Secondo l'accusa il poliziotto di Lequile aveva avvertito i militanti di Forza Nuova che i magistrati Roberto Rossi e Lorenzo Nicastro stavano svolgendo indagini su di loro. Una violazione del segreto di ufficio, riscontrata nelle intercettazioni, che gli è costata l'arresto domiciliare, ieri mattina, assieme a quattordici esponenti del movimento neofascista (un altro è ricercato). Una bomba che minaccia di esplodere nel complesso universo sindacale della Polizia: Tiani, oltre a essere vice-ispettore, è anche segretario provinciale del Siap, il Sindacato italiano appartenenti polizia, capeggiato da suo fratello, che riveste la carica di segretario nazionale. Un sindacato che nell'ultimo periodo s'è alleato con l'Anfp, Associazione nazionale funzionari di polizia guidata da Giovanni Aliquò, e ha stretto accordi con la Uil di Angeletti. Per il vice ispettore, che da sindacalista lottava contro «la scarsa salubrità degli uffici della questura di Bari» e definiva i centri di accoglienza per i profughi come «lager per i poliziotti», non si tratta della prima disavventura giudiziaria. Fu arrestato nel 2000 e, rinviato a giudizio nel febbraio del 2002, è attualmente sotto processo per detenzione di sostanze stupefacenti, concussione, peculato, falso materiale in atti pubblici, falsità ideologica, calunnia e sequestro di persone.

Secondo l'accusa il poliziotto, durante una perquisizione, sottrasse un milione di vecchie lire a un immigrato marocchino. Successivamente, assieme a dei colleghi, minacciò il fratello, che di professione faceva il venditore ambulante, perché fosse ritirata la denuncia: prima gli sequestrò alcune centinaia di cd, segnalandone sul verbale 150 in meno, poi lo portò in questura dove, dopo aver riversato sulla scrivania diverse dosi di marijuana, minacciò di arrestarlo e di essere pronto a dichiarare di avergliele trovate addosso. Poche ore dopo la denuncia fu ritirata, il marocchino si autoaccusò della sottrazione di denaro, e gli agenti furono scagionati. Sino a quando le indagini condotte dal pm Roberto Rossi ( titolare dell'inchiesta su Forza Nuova) non svelarono che a far cadere le accuse erano state proprio le minacce degli agenti. Il primo arresto, anche quella volta domiciliare, durò circa due mesi, dopo i quali, in attesa del processo, Tiani era rientrato in servizio.

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