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ecomafie
by link Sunday, May. 02, 2004 at 1:25 PM mail:

Il silenzio degli "ecoantagonisti" (si fa per dire) sulla vicenda della discarica di Crete(orvieto)lascia pensare che dei problemi ci si interessi una tantum a seconda di presunte convenienze politiche e di bottega...andate a cagare!!!

Ecomafia spa

Scrive il magistrato Maurizio Santoloci (membro ex commissione ministeriale ecomafia) in un articolo apparso sul Messaggero (21 agosto 2002-Cronaca Umbria ):

"I recenti fatti di cronaca con l'inchiesta della Procura di Spoleto sul presunto traffico di rifiuti in Umbria ci consente di cogliere l'occasione per riproporre un tema spesso sottovalutato o addirittura caduto in desuetudine, anche presso diversi organi investigativi: l'ecomafia.

La criminalità controlla il 30% dello smaltimento dei rifiuti solidi speciali e pericolosi.

Tradotto in ex lire (per essere più chiari), un affare da 15mila miliardi annui, a cui si devono sommare altri 2mila miliardi di danni per l'erario. Su un totale di 80 milioni di tonnellate annue di rifiuti industriali pericolosi e non pericolosi mediamente prodotti in Italia, almeno 35 milioni sono sotto la diretta gestione della malavita organizzata, per quanto riguarda il controllo della raccolta, lo stoccaggio e il riciclaggio.(...)

In questo contesto, pensare che l'Umbria (regione strategicamente centrale) possa essere del tutto esente da tale fenomeno, direttamente o in via mediata, credo sia pura utopia.

Si afferma che siti di ecomafia nel territorio regionale non sono mai stati notati. Ma io non ho mai visto centri di accumulo e stoccaggio con la insegna esterna "Ecomafia spa". Sono siti palesi e ben dissimulati da apparente legalità e regolarità, che soltanto un'attività investigativa approfondita, specializzata e continuativa può individuare. L'ecomafia è un fenomeno di base commerciale ed economico, con un volto normale e spesso distinto ed elegante. Spesso in diverse regioni si afferma sempre che "nel nostro territorio l'ecomafia non c'è". Ed allora resta da chiedersi: ma dove sta l'ecomafia?(...)"

http://www.dirittoambiente.com/forum/contributi/42.htm

Il direttore generale della Forestale Fausto Martinelli(nell' estate del 2003) non ha dubbi: dietro gli incendi c'e la mano della mafia: sono all´opera gli stessi clan che speculano sui rifiuti.(in quell'anno L´Italia continua a bruciare, ieri oltre 12 mila chiamate al centralino del 15151. Le situazioni peggiori in Liguria, Umbria e Campania.)
Intanto su RaiNews24 in un servizio di Sigfrido Ranucci si potevano guardare :" Le immagini dei camion che nella notte scaricavano rifiuti tossici dei poli industriali del Nord nella provincia di Caserta"; "A reggere le fila del lucroso traffico era un circuito criminale sostenuto da legami e connivenze fra ditte di trasporto rifiuti, agenzie di intermediazioni, centri di stoccaggio, attivita' di recupero rifiuti e impianti di smaltimento. "I rifiuti provenivano dalle industrie pesanti di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana e arrivavano in discariche abusive localizzate in provincia di Caserta e in altre località di UMBRIA, Lazio, Calabria, Puglia e Sardegna.
http://www.rainews24.rai.it/ran24/speciali/rifiuti_inchiesta/default.htm

Ma ovviamente il traffico illegale di rifiuti non e' a "senso unico" e infatti nel 2003 l' inchiesta sul traffico dei rifiuti tossici(condotta dalla Procura della Repubblica di Napoli che ha emesso tredici avvisi di garanzia, e sequestrato quattro cave, insieme a tre impianti industriali. che dalle regioni del nord arriva fino in Campania.) rileva che :"In questo vero e proprio business ecomafioso, sono coinvolte società del nord di quasi tutte le regioni, producendo nel bacino che li riceve, ovvero la Campania, un danno ambientale incalcolabile, con effetti sulla salute devastanti. I rifiuti arriverebbero in particolare dalla Liguria, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, UMBRIA, Lazio, Marche."
http://www.lospettro.it/pagina693.htm

Nelle campagne pugliesi di Santeramo, Corato, Mola, Adelfìa e alla periferia di Bari, nella zona di Santa Caterina. Fanghi industriali, scorie e polveri per l'abbattimento di fumi, plastica e pneumatici triturati, trasformatori pieni di olio contaminato da pcb, un composto chimico altamente tossico.
La più grossa organizzazione pugliese fino ad oggi scoperta dedita al traffico illecito di rifiuti è stata sgominata dai carabinieri della Sezione operativa centrale di Roma del Comando tutela ambientale:
""L'inchiesta ha consentito di accertare che i rifiuti venivano smaltiti nelle campagne che poi venivano arate. Emerge che la Puglia e la Campania sono le pattumiere d'Italia". Più di 100 mila quintali di prodotti di risulta, smaltiti abusivamente, sono stati rintracciati, molti di più sono scomparsi. I carabinieri hanno trovato la documentazione che ne attesta l'arrivo dalla Toscana, Lazio, UMBRIA, Liguria, Campania e Lombardia ma non i luoghi dove sono stati smaltiti."
http://www.vigilanzambientale.it/

Stando all'indagine conoscitiva eseguita nel biennio 2001-2002 dal Corpo forestale dello Stato, in Umbria sono state "censite" 157 discariche abusive.
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Rifiuti, sequestrata la discarica di Orvieto


Sette avvisi garanzia spiccati dalla Guardia di Finanza di Terni per smaltimento abusivo dei rifiuti della Campania. Tra gli "avvisati" il sindaco di Orvieto, l'assessore regionale all'ambiente, il subcommissario ai rifiuti campano e 4 imprenditori

Attività di gestione di rifiuti non autorizzati, gestione di discarica non autorizzata, abuso di ufficio, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti: sono le ipotesi di reato configurate dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Terni nell’ambito dell’operazione "Umbria Clean”, che ha portato al sequestro preventivo della discarica "Le Crete" di Orvieto e di 11 automezzi, utilizzati per il trasporto di 300 tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania e destinati allo smaltimento nel sito orvietano.

Sette gli avvisi di garanzia emessi dal procuratore capo Ferrotti nei confronti di soggetti a vario titolo indagati nell’indagine, tra cui il sindaco di Orvieto Stefano Cimicchi, l'assessore regionale all'ambiente Danilo Monelli, il sub-commissario ai rifiuti della Regione Campania e quattro imprenditori.

L’INDAGINE
L'indagine era stata conferita alla Guardia di Finanza nel maggio del 2003: un’operazione complessa, frutto di una azione coordinata tra le due regioni (Umbria e Campania), scattata in concomitanza con l'inizio dell'emergenza rifiuti della regione Campania, riferibile al 2002, che ha visto la discarica orvietana come uno dei principali siti di smaltimento della quantità di rifiuti stoccati in Campania.
Oggetto dell'inchiesta sarebbe il rispetto dell'accordo di programma siglato tra la regione Campania e l'Umbria, stipulato l’8 novembre 2002, che stabiliva in 20 mila tonnellate il quantitativo di rifiuti da conferire all'impianto orvietano con possibilità di prosecuzione previa verifica dell'organismo di vigilanza nella attività. Le indagini hanno permesso di certificare che il quantitativo riferito in discarica, come previsto dall'accordo di programma, è stata disatteso, posto che - è detto in una nota della GDF – sarebbero stati conferiti rifiuti per un quantitativo eccedente pari ad oltre sei volte il quantitativo autorizzato.

Alla base dell'accertamento ci sarebbero le determinazioni dirigenziali emesse dalla Regione Umbria sia per le tipologie ed il quantitativo dei rifiuti da conferire. Le analisi documentali disposte dalla GDF hanno mirato ad una attività di osservazione ed appostamento tale da verificare il numero dei camion che quotidianamente arrivavano alla discarica. Inoltre sarebbero state ascoltate numerose persone, come "informate sui fatti", tra cui camionisti e funzionari della società dei trasporti e della gestione dei rifiuti. Gli accertamenti avrebbero dimostrato che nella discarica venivano smaltite due tipologie di rifiuti non autorizzati da apposita determina dirigenziale della Regione dell’Umbria. Le indagini hanno anche appurato, in modo parallelo, che il collegio di vigilanza disposto dall'accordo di programma del 2002 non ha esercitato le prescritte funzioni.

MONELLI: “SONO A DISPOSIZIONE DELLA MAGISTRATURA”
C'è anche l'assessore regionale all'ambiente, Danilo Monelli, tra le sette persone indagate dalla Procura della Repubblica di Orvieto: lo ha confermato lo stesso Monelli, spegando che il reato ipotizzato è abuso in atti d'ufficio, quale componente del collegio di vigilanza istituito per controllare l'accordo di programma tra Campania ed Umbria per lo smaltimento dei rifiuti.
“Sono a completa disposizione della magistratura”, ha dichiarato Monelli, sottolineando che “tutto quanto sta avvenendo in questa vicenda non è altro che lo sviluppo e l'accompagnamento proprio dell'accordo di programma tra le due Regioni”. Il primo accordo per smaltire nella discarica orvietana 20mila tonnellate di rifiuti - - ricorda l'assessore - venne siglato nel 2001, mentre un secondo accordo fu sottoscritto nel novembre del 2002. “Da allora - ha ribadito Monelli - l'Umbria ha continuato a ricevere rifiuti dalla Campania in totale e piena coerenza, sia sul piano della quantità sia su quello della qualità, con quell'accordo, ed anche rispondendo alle sollecitazioni del Governo nazionale e della Protezione civile ad essere disponibili, come del resto altre Regioni italiane, ad operare per fare fronte all' emergenza della Campania”.
Monelli ha fatto rilevare che proprio la situazione di emergenza “rende ancora non definito il limite temporale entro il quale attuare questa disponibilità”, ma ha spiegato che, nel recente incontro con Governo e Protezione civile, “sono stati sollecitati interventi che affrontino a livello nazionale il problema rifiuti. Inoltre, come Regione Umbria, abbiamo scritto alle autorità nazionali per sollecitare verifiche che possano mettere un limite, per l' Umbria, alla propria disponibilità a ricevere i rifiuti campani. Quanto si sta verificando su questo versante – ha concluso Monelli - non proviene certo da accordi sottobanco ma da intese sottoscritte ed attuate alla luce del sole, su quantità e tipologie di rifiuti ben determinate, come prescrive la legge nazionale, che non hanno messo a rischio l'ambiente”.


(27-04-2004 09:25)

http://www.inumbriaonline.it/

Discarica, in arrivo altri avvisi di garanzia
Utilizzato anche un elicottero. Tutti i reati ipotizzati.

Abuso d'ufficio, varie violazioni al decreto Ronchi, "discarica abusiva", trasporto e stoccaggio illecito, traffico non autorizzato di rifiuti. Sono questi i reati che la magistratura orvietana ha ipotizzato a carico degli uomini politici e dei manager dell'azienda.
"Con questa operazione vogliamo dare ai cittadini di Orvieto una risposta chiara in merito alle quantità dei rifiuti che vengono smaltiti in questa discarica - ha spiegato il maggiore delle Fiamme Gialle Cesare Forte - la magistratura ha in mano prove documentali difficilmente contestabili da cui emerge che qui dovevano arrivare ventimila tonnellate di rifiuti ed invece ne sono state portate centodiaciasettemila senza alcuna forma di autorizzazione prevista dalla legge". Contemporanemente al sequestro, la Finanza ha effettuato controlli aerei sulla discrica a bordo di un elicottero.
15:12 - 26/04/2004


Non solo trasporto e smaltimenti di rifiuti non consentiti o per quantità non regolamentari. Nell'inchiesta che la magistratura sta conducendo sul funzionamento della discrica "le Crete" in relazione al conferimento dei rifiuti dalla Campania, emergono altr aspetti. Novità ed ulteriori sviluppi che fanno dire al procuratore capo Calogero Ferrotti: "Stiamo verificando anche la posizione di altri personaggi" senza tuttavia aggiungere se si tratti di uomini politici o di manager della società Sao.

L'indagine che ha visto l'iscrizione sul registro degli indagati del sindaco di Orvieto Stefano Cimicchi, l'assessore regionale all'Ambiente Danilo Monelli, il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti nominato dalla Regione Campania Giulio Facchi e quattro dirigenti della Sao, si concentra adesso anche su altri fronti oltre a quella della (presunta) violazione degli accordi che imponevano di smaltire solo 20 mila tonnelate di rifiuti napoletano invece che 131 mila. Tra questi nuovi elementi c'è quello relativo ad un ampliamento della discarica che occuperebbe una superficie superiore rispetto al progetto originario pari al 10 % della superficie complessiva. La Guardia di Finanza ha anche riscontrato presenza del batterio della salmonella nei rifiuti conferiti a febbraio del 2004 e provenienti sempre da Napoli.
Il procuratore ha aggiunto: "La nostra ipotesi è che ad Orvieto siano stati conferiti rifiuti non consentiti dalla convenzione stipulata tra la Regione Umnbria e la Campania. Sulla base di questa premessa dovremo chiarire se si siano stati anche profittti economici non dovuti"
17:01 - 01/05/2004
http://www.unn.it/news-news/notizia.php?url=orvietonews.it&id=6504&categoria=cronaca

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