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Brancaccio-Roma andata e ritorno
by curioso Wednesday, May. 05, 2004 at 10:23 PM mail:

i carabinieri del Ros(luglio 2003) in un rapporto inviato alla procura di Palermo, nell'ambito dell'operazione Ghiaccio, l'inchiesta sui rapporti tra mafia e potere che ha preso l'avvio dall'assassinio di don Pino Puglisi, si affrettano a sostenere che la mafia non si fida di Silvio Berlusconi.

Brancaccio-Roma

Un avviso di garanzia per concorso in associazione mafiosa è stato notificato dai carabinieri al presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, dell'Udc. Il provvedimento è stato emesso dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti tra il clan di Brancaccio e ambienti della politica locali.Vengono arrestate quattro persone, tra le quali l'ex assessore comunale di Palermo, Domenico Miceli, dell'Udc.

Cuffaro è accusato di aver ricevuto input politici dal boss di Brancaccio ( per conto di Bernardo Provenzano) Giuseppe Guttadauro( cognato del boss mafioso, Matteo Messina Denaro) attraverso Domenico Miceli, che si era dimesso cinque mesi fa dall'incarico di assessore alla Salute del Comune di Palermo quando erano affiorate le prime indiscrezioni sull'inchiesta. L'ex assessore viene indicato dagli inquirenti come il canale per veicolare fino ai vertici della Regione le richieste di Guttadauro. Nelle intercettazioni ambientali effettuate nell'abitazione di Guttadauro il nome di Cuffaro viene ripetuto più volte come la persona cui rivolgersi per ottenere finanziamenti, favori nel mondo della Sanità, e per inserire nelle liste elettorali alcuni candidati decisi dalla mafia.

I magistrati, nella seconda pagina dell'ordinanza, dove si trovano i capi di imputazione a carico di Miceli( ritenuto fedelissimo di Cuffaro e suo portavoce) scrivono: «Il Miceli assecondando specifiche richieste di Guttadauro Giuseppe e Aragona Salvatore (entrambi medici arrestati per mafia, ) si proponeva come intermediario tra il Guttadauro e l'onorevole Cuffaro al fine del soddisfacimento di interessi e richieste, comprese quelle volte ad influenzare concorsi pubblici per assegnazione di incarichi nella sanità».

Salvatore Aragona, uno degli arrestati dell'inchiesta sul medico boss Giuseppe Guttadauro, oltre che investire il denaro del cognato, Giuseppe Guttadauro, depositarlo in conti correnti all' estero per evitarne la confisca , teneva aperti vari "canali politici" non solo con Cuffaro ma anche con Marcello Dell'Utri ( per non dire dei rapporti con l'ex ministro Calogero Mannino di cui Cuffaro e' il pupillo..).Dell' Utri Aragona lo frequentava a Milano dove era andalo a stabilirsi e di quel contatto parlava agli inizi della primavera del 2001 con il boss Giuseppe Guttadauro. I colloqui sono agli atti del processo a Dell'Utri che nel corso delle sue dichiarazioni spontanee, Ilaammesso di avere conosciuto e incontrato due volte Aragona, di professione medico, che lo aveva contattato per «motivi professionali».Nelle intercettazioni a casa Guttadauro il nome di Dell'Utri ricorre più volte. Aragona dice di avergli parlato, di essere in contatto con il suo segretario in vista di un eventuale appuntamento con Lino Jannuzzi nell'ipotesi di orchestrare una "campagna garantista" sulle carceri.

Ma i carabinieri del Ros(luglio 2003) in un rapporto inviato alla procura di Palermo, nell'ambito dell'operazione Ghiaccio, l'inchiesta sui rapporti tra mafia e potere che ha preso l'avvio dall'assassinio di don Pino Puglisi, si affrettano a sostenere che la mafia non si fida di Silvio Berlusconi.
I carabinieri del Ros scrivono che Guttadauro: "Sottolineava nuovamente la sua vicinanza ideologica a Buttiglione, leader politico che sentiva massimamente di appoggiare, al contrario di Berlusconi, apostrofato come una persona che voleva egoisticamente passare alla storia. Il suo partito, Forza Italia, era considerato da Guttadauro una coalizione vuota che, una volta caduto Berlusconi, si sarebbe sciolta. Il boss Guttadauro ha privilegiato il rapporto con il Cdu che in Sicilia esprime il presidente della Regione."
Nelle conversazioni registrate dai Ros Aragona rivela di essere stato invitato al circolo culturale di dell'Utri in via senato.


-Sembrerebbe che il Boss di Brancaccio abbia amici dappertutto come si puo' intuire dall'inchiesta sulle talpe alla dda i cui sono coinvolti i sottoufficiali del Ros Giorgio Riolo e Giuseppe Ciuro, arrestati a novembre. Riolo in una sua conversazione con l' ex ufficiale dell' Arma Antonio Borzacchelli, successivamente coinvolto nell' inchiesta, in cella da febbraio(2004) sapendo che Borzacchelli era intenzionato a candidarsi nell' Udc, lo avvertì che c' erano microspie nell' appartamento del capomafia Giuseppe Guttadauro, e che attraverso questi microfoni stavano emergendo molti particolari di collusioni fra mafia e politica. La circostanza e' ammessa da Riolo stesso ai magistrati.

Dall'inchiesta emergerebbe anche un incontro col Presidente della Regione Salvatore Cuffaro, indagato nell' ambito della stessa inchiesta per violazione del segreto d' ufficio e favoreggiamento, dopo le elezioni regionali del 2001.A sollecitare l' appuntamento era stato Riolo. Il maresciallo aveva saputo che la microspia piazzata a casa di Guttadauro di cui aveva parlato con Borzacchelli, era stata scoperta.-


Il pentito Giuffre' ( detto Manuzza)invece sembra raccontare un altra storia e parla di acccordi tanto con Forza Italia. Con il comune di Palermo(la giunta comunale di Palermo, retta da un fedelissimo dei viceministro per l'Economia Gianfranco Micciche, il sindaco Diego Cammarata) Con imprenditori...parla insomma di una mafia trasversale che in nome dei sui onteressi ' disponibile ad accordi con chiunque.Del resto nell'inchiesta finiscono oltre all'assessore alla Sanità del comune di Palermo Mimmo Miceli e il presidente della commissione urbanistica consiliare Leonardo D'Arrigo (entrambi Udc)( all'ex
vicecommissario al Comune e attuale direttore generale del settore urbanistico della Regione Antonino Scimemi) anche l'ex assessore all'Urbanistica di Palermo il diessino Francesco Miceli.


Giuffrè parla e racconta di omicidi e di polìtica, di appalti e di patti siglati già nei '93 con la nascente Forza Italia. Storie che riguardano l'attività del capogruppo di Forza Italia al Senato Renato Schifani il quale, prima del '96, faceva il consulente urbanistico nel comune di Villabate poi sciolto pe mafia. Storie sull'amicizia e gli affari tra il ministro Enrico La Loggia e Nino Mandala, presunto mafioso, ed ex dirigente provinciale del partito di Silvio Berlusconi.

Giuffre', Manuzza, narra dei fratelli Graviano( «bruciati» dai processi e dalle condanne per strage), reggenti prima di Guttadauro, del mandamento di Brancaccio, come del tramite ( nel '93'94) di un accordo tra lamafia e i vertici di Forza Italia Un patto che, secondo quanto Provenzano in persona avrebbe riferito al pentito prevedeva l'immediata interruzione delia stagione delle stragi e la invisibilita' di Cosa Nostra in cambio della garanzia di arrivare «nei giro di 10 anni» alla soluzione dei problemi rappresentati dal 41 bis (carcere duro), dai pentiti, dalie confische dei beni e dal controllo asfissiante delle forze dell'ordine.

Sono proprie le intercettazioni e i controli dei Ros sul dottor Guttadauro( fan di Buttiglione!!) a dare conferme delle storie del pentito.

Guttadauro si dice abbia avuto a scontrarsi con un altro "prestanome" di Provenzano un certo Tommaso Cannella titolare della Sicilconcrete (imparentato con il deputato regionale di Forza Italia Giovanni Mercadante) per una questione di appalti e forniture di calcestruzzo.

Comunque nelle intercettazioni del capomandamento di Brancaccio si parla di Cuffaro in questi termini: "Totò è quanto di meglio ci possa essere". Quando si parla di Berlusconi si sente dire " Se Berlusconi vuol risolvere i suoi problemi dovrà risolvere pure i nostri, quantomeno i processi!"
"E' buono che toglie la tassa di successione... sai quanto risprmierà lui?". E in quelle intercettazioni Guttadauro e Miceli esprimono apprezzamenti anche pe run giornalista:Lino Jannuzzi che ha scritto un libro contro il magistrato Caselli che ha fatto arrestare parecchie centinaia di boss mafiosi. "Jannuzzi è buono, ha fatto anche un libro contro il pool di Milano".


Nel luglio 2003 compare un video in cui si documenta un incontro tra Cuffaro e il cognato di Guttadauro l'ex assessore comunale Mimmo Miceli, arrestato per mafia e il medico Vincenzo Greco, condannato nel '96 per avere curato Salvatore Grigoli, killer di padre Puglisi.Ovviamente Cuffaro in quell'occasione dichiaro' :
"non c'e nulla di nuovo..."Quello ripreso dal Ros era un incontro con un collega medico propostomi da Mimmo Miceli. Prendo atto che c' è un video che conferma quanto ho già dichiarato. Non avendo nulla da nascondere ho riferito tutto quello che sapevo ai pm, per contribuire alla ricerca della verità".

Intanto ...
La costruzione di alcuni centri commerciali a Palermo e in particolare nel quartiere Brancaccio e le presunte variazioni al Piano regolatore generale della citta' sono al centro dei nuovi atti depositati dalla Procura di Palermo nell'ambito dell'udienza preliminare a carico dell'ex assessore alla Salute del Comune di Palermo, Domenico Miceli, accusato di concorso in mafia e degli altri coimputati: i medici Salvatore Aragona, Vincenzo Greco e il funzionario della provincia, Francesco Buscemi.

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Secondo gli inquirenti Miceli «ha messo a disposizione il proprio ruolo e la propria attività politica al fine di contribuire alla realizzazione del programma criminoso di Cosa nostra, tendente all'acquisizione di poteri di influenza e di controllo sull'operato di organismi politici ed amministrativi». Secondo l'accusa l'ex assessore «avrebbe sostenuto ed indicato candidati per le elezioni regionali del 2001 ad esponenti del Cdu». Queste persone, secondo l'accusa, gli sarebbero state segnalate dal boss di Brancaccio Guttadauro. L' ex assessore Domenico Miceli, arrestato per concorso in associazione mafiosa nell' ambito dell' inchiesta su mafia-politica, secondo quanto emerge dal provvedimento di arresto, si sarebbe adoperato «presso i competenti organismi amministrativi al fine di conseguire il buon esito della connessa e necessaria procedura amministrativa per l' approvazione della variante al piano regolatore» su un' area da adibire a centro commerciale nel quartiere Brancaccio. Secondo l' accusa Miceli avrebbe anche agito «durante la sua carica amministrativa nell' interesse di Giuseppe Guttadauro, Vincenzo Greco, Maria Patrizia Greco, Gaetano Di Fresco e Giovanni Di Lisciandro ed altri esponenti mafiosi interessati alla vendita di numerosi appezzamenti di terreno alla multinazionale "Carrefour centri commerciali spa", per la creazione di un grosso centro commerciale nel quartiere di Brancaccio». I carabinieri del Ros, nell'ambito dell'inchiesta su rapporti tra boss mafiosi e politici, oltre all'ex assessore comunale Domenico Miceli, hanno arrestato per associazione mafiosa: Salvatore Aragona, 41 anni,Vincenzo Greco, 50 anni, e Francesco Buscemi, 68 anni. Buscemi è stato funzionario della divisione amministrativa Lavori pubblici della Provincia di Palermo, segretario particolare dell'ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino, condannato per mafia e morto nei mesi scorsi, e componente del comitato di gestione della Usl 58. Salvatore Aragona, secondo i magistrati, «avrebbe perorato con successo la candidatura di Domenico Miceli nella lista del Cdu per le elezioni regionali 2001, garantendo successivamente pieno ed incondizionato appoggio elettorale allo stesso in cambio ed in funzione della promessa di quest'ultimo di impegnarsi, una volta eletto, per garantire le esigenze e gli interessi dell'organizzazione mafiosa».
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