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Comunicato dei compagni italiani a Zurigo per la manif pro Camenisch
by freecamenisch Sunday, May. 09, 2004 at 5:04 PM mail:

Dai compagn* riceviamo con richiesta pubblicazione e massima diffusione.

8 MAGGIO 2004

MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE PER LA LIBERTA' DI MARCO
CAMENISCH E CONTRO LA REPRESSIONE.

Circa 150 compagni, tra cui molti italiani, si incontrano
in Hechtplatz, luogo concordato del concentramento dei
manifestanti in previsione dell'apertura, il 10 maggio,
dell'ennesimo processo a carico dell'anarchico
rivoluzionario ecologista Marco Camenisch.
In Italia nei giorni precedenti si sono gia' tenuti
diversi momenti di mobilitazione, ultimo dei quali il
presidio sotto il consolato svizzero a Milano venerdi' 7
maggio.
Il clima generale non appare particolarmente disteso,
visti anche gli scontri e poi gli arresti di massa operati
dalla sbirraglia di Zurigo in occasione della
manifestazione del primo maggio scorso. La manifestazione
non e' autorizzata e sulla piazza del concentramento e nei
dintorni sono presenti numerosi raggruppamenti di sbirri
in divisa e non che procedono subito, prima che tutti
possano raggiungere la piazza, all'arresto di alcuni
compagni che erano rimasti isolati.
Lo schieramento degli sbirri controlla gli accessi della
piazza e il corso principale sul quale dovrebbe snodarsi
il corteo, ma i compagni riescono a raggrupparsi. Passati
i momenti iniziali di tensione tra i compagni e gli
sbirri, questi ultimi sgombrano un lato del corso ed il
corteo parte con striscioni e slogans.
Oltre a percorrere le strade del centro cittadino il
nostro obiettivo e', urlando la nostra rabbia e
manifestando la nostra solidarieta' a Marco e a tutti
compagni colpiti dalla repressione, raggiungere il Palazzo
di Giustizia di Zurigo, dove lunedi' iniziera' il processo
a Marco, e possibilmente le finestre degli uffici del
famigerato PM Claudia Wiederkehr che si occupa del caso di
Marco.
Il corteo si svolge tranquillamente fino all'arrivo nei
pressi del tribunale dove troviamo varie dotazioni anti
sommossa schierate a difesa del palazzo mentre altri
reparti iniziano a confluire dai corsi adiacenti con
l'evidente obiettivo di circondarci.
I compagni, di fronte ad un cosi' imponente schieramento
di sbirraglia da cui parte subito una scarica di
proiettili di gomma sparati in aria, sono costretti ad
arretrare, il palazzo di giustizia risulta inavvicinabile.
Ci si infila in una stradina laterale rimasta
apparentemente libera, ma gli sbirri accorrono anche
dall'altro lato e ci si ritrova chiusi nel portico della
Casa della Cultura senza vie di uscita. Da un lato un
ristorante, dall'altro la pinacoteca. Gli sbirri caricano
e la maggior parte dei compagni, alcuni colpiti dalle
manganellate, altri dagli spray urticanti, entrano nei due
locali. Dopo aver immobilizzato i compagni fuori, alcuni
sbirri in borghese e con il passamontagna guidano
l'assalto ai compagni asserragliati nella pinacoteca. Si
teme che l'irruzione degli sbirri possa portare a
conseguenze ben peggiori. Non siamo attrezzati e
organizzati per opporre una qualsiasi forma di resistenza
efficace. Alcuni di noi riescono a nascondersi, altri a
scappare per tempo. La piu' parte dei compagni rimasti
intrappolati nel recinto della Casa della Cultura vengono
fermati. Questo anche grazie alla complicita' della
maggior parte del personale e dei visitatori della
pinacoteca che scelgono di stare dalla parte della
sbirraglia chiudendo possibili vie di uscita ed indicando
i movimenti di quelli che scappano.
Un centinaio di compagni vengono fermati, ammanettati e
identificati. I cellulari provvedono al trasferimento dei
fermati all' interno di un grande commissariato di polizia
di Zurigo. Ammanettati veniamo suddivisi, uomini e donne,
in due grandi stanzoni e da li' richiamati, singolarmente
e a gruppetti, per le pratiche di rito dell'
identificazione e delle foto segnaletiche. Infine, gli
interrogatori, che per tutti si svolgono in un clima
generale di intimidazione. Naturalmente i compagni si
rifiutano di firmare verbali e ricevute e di rilasciare
dichiarazioni. Sembra che un giudice dovra' valutare i
termini di un' accusa che pare essere quella di aver
partecipato ad una manifestazione illegale e che
comportera' molto probabilmente una multa. Ad alcuni
compagni vengono trattenuti i denari in loro possesso
quale forma di iniziale rimborso per i danni che, la
sbirraglia sostiene , si sarebbero provocati durante la
manifestazione.
In serata, e senza fogli di via, siamo tutti quanti
rilasciati.
Purtroppo pero' tre compagni, Andy compagna di Zurigo (che
a quanto ci dicono i compagni del posto sicuramente e'
trattenuta a causa della sua militanza politica e ben
oltre le eventuali accuse formali), Michele e Giulio
italiani, sono trattenuti nelle celle. Di fatto non
sappiamo con precisione quale sia l' accusa mossa nei
confronti di Andy, mentre per i compagni italiani sembra
essere " violenza e minaccia contro pubblico ufficiale".
Oggi nel pomeriggio , un giudice di detenzione
(l'equivalente al giudice italiano che in stato di fermo,
dopo interrogatorio, convalida l'arresto) dovra'
eventualmente convalidare il loro arresto e decidere in
merito all'eventuale processo.
A tuttora, le 16, il giudice che e' intervenuto non ha
ancora preso nessuna decisione. Appena avremo info piu'
precise informeremo tempestivamente tutti.
Molti compagni, italiani compresi, sono tutt'ora
mobilitati ed attivi. La solidarieta' non si arresta.
Seguiranno ulteriori aggiornamenti e comunicazioni.
Diffondiamo la solidarieta' e la resistenza. Non
accettiamo i ricatti, le minacce e le intimidazioni della
repressione internazionale.
Liberta' per Marco! Liberta' per Andy, Michele e Giulio!
Estendiamo la mobilitazione. Distruggiamo ogni prigione!


Solidali in lotta!


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- tutte le vittime della repressione post-G8 ma cura in
primo luogo gli interessi di quei compagn* che si rifanno
al movimento anarchico e libertario e infine risponde solo
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