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Ancora sangue sul nord dell'Uganda
by uganda Tuesday, May. 25, 2004 at 10:38 PM mail:

Uganda - di Matteo Fagotto - giovedì, 20 maggio 2004 00:27

Ancora sangue sul no...
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Nell'ultima settimana una serie di offensive dei ribelli cristiani del LRA (Lord's Resistance Army) e di contrattacchi dell'esercito ugandese hanno lasciato sul campo più di 100 morti. Un bilancio impressionante, che ancora una volta fa pagare alla popolazione civile il prezzo più alto per un'assurda guerra entrata ormai nel suo diciottesimo anno.

I primi attacchi del LRA si sono avuti domenica scorsa nel campo profughi di Pagak, a una ventina di km dalla città di Gulu: qui un gruppo di ribelli sarebbe penetrato nel campo, come al solito trovando una resistenza pressoché nulla delle forze di sicurezza, e avrebbe cominciato a saccheggiare e bruciare le abitazioni (si parla di 500 case distrutte) e a uccidere gli abitanti. I ribelli avrebbero rapito alcune donne coi loro bambini prima di ucciderle a pochi km di distanza dal campo.

Oltre alle vittime civili, negli scontri ci sarebbero state vittime anche tra le forze ugandesi e tra i ribelli. Il numero totale delle vittime è imprecisato: mentre l'esercito riferisce di 22 morti, personale delle Nazioni Unite e fonti della MISNA parlano di almeno 39 vittime più una decina di feriti. L'attacco di Pagak è uno dei più sanguinosi dall'inizio dell'anno, il secondo dopo il massacro di febbraio al campo di Barlonyo, in cui morirono più di 250 persone.

Fonti della MISNA riferiscono che all'origine dell'attacco possa esserci la vendetta verso l'ex-comandante ribelle Abola, originario della zona, che nelle scorse settimane si sarebbe arreso assieme ad altri 29 miliziani. Lunedì scorso altri 77 ribelli si sarebbero arresi, tra cui un altro comandante del gruppo ribelle, il maggiore Okot Odyambo.

Ma le brutte notizie per il LRA non sono finite qui: ieri il portavoce dell'esercito, il maggiore Shaban Bantariza, ha reso noto che 54 ribelli sarebbero stati uccisi da un elicottero militare mentre tentavano si superare il confine con il Sudan. I ribelli, tra cui si trovava anche il comandante Onen Kamdulu caduto nell'attacco, stavano tentando di raggiungere il grosso delle forze ribelli che da ormai due anni staziona stabilmente nella parte meridionale del Sudan.

Matteo Fagotto
(Ultimo aggiornamento giovedì, 20 maggio 2004 00:39 )

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