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BUSH : criminale di guerra
by R e p o r t e r A s s o c i a t i Monday, Jun. 07, 2004 at 7:42 AM mail:

ReporterAssociati in collaborazione con Amisnet Radio, ha intervistato Francis Boyle, uno dei massimi esperti mondiali di diritto internazionale per conoscere la posizione legale del Presidente degli Stati Uniti alla luce dell’attuale politica estera della Casa Bianca di fronte alle leggi e al diritto internazionale.______________ Dopo aver rilasciato un’intervista al network televisivo qatariota Al-Jazeera, Francis Boyle ha accettato di parlare in esclusiva per l’Italia e per l'Europa con ReporterAssociati e Amisnet Radio. ________________Un’intervista nella quale spiega perchè il presidente degli Usa George W. Bush dovrebbe comparire davanti al Tribunale dei Diritti dell’Uomo con la pesante accusa di aver violato un numero considerevole di leggi internazionali e fatto carta straccia delle leggi che regolano i diritti umani. Le risposte di Francis Boyle aiutano a capire quali e quante siano le violazioni imputabili a George Bush e perchè, se venisse processato da un tribunale internazionale, il presidente americano, codici alla mano, sarebbe considerato a tutti gli effetti come un criminale di guerra. (in coda all’intervista un profilo professionale del Prof. Francis Boyle)

Esclusiva Europea
Intervista con Francis Boyle
di Bianca Cerri
06 Jun 2004
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=2486


Roma, 6 Giugno 2004 -- Appena conclusa la visita di George W. Bush a Roma, Bianca Cerri di ReporterAssociati in collaborazione con Amisnet Radio, ha intervistato Francis Boyle, uno dei massimi esperti mondiali di diritto internazionale per conoscere la posizione legale del Presidente degli Stati Uniti alla luce dell’attuale politica estera della Casa Bianca di fronte alle leggi e al diritto internazionale. Dopo aver rilasciato un’intervista al network televisivo qatariota Al-Jazeera, Francis Boyle ha accettato di parlare in esclusiva per l’Italia e per l'Europa con ReporterAssociati e Amisnet Radio. Un’intervista nella quale spiega perchè il presidente degli Usa George W. Bush dovrebbe comparire davanti al Tribunale dei Diritti dell’Uomo con la pesante accusa di aver violato un numero considerevole di leggi internazionali e fatto carta straccia delle leggi che regolano i diritti umani. Le risposte di Francis Boyle aiutano a capire quali e quante siano le violazioni imputabili a George Bush e perchè, se venisse processato da un tribunale internazionale, il presidente americano, codici alla mano, sarebbe considerato a tutti gli effetti come un criminale di guerra. (in coda all’intervista un profilo professionale del Prof. Francis Boyle).

Professor Boyle, moltissimi italiani il 4 giugno hanno contestato l'arrivo di Bush a Roma, arrivando a definirlo un criminale di guerra: un’esagerazione o hanno ragione?

"Hanno certamente ragione: George Bush non ha fatto che violare trattati internazionali e la stessa Carta Costituzionale degli Stati Uniti. Ha violato la Convenzione di Ginevra, all'articolo 3, che proibisce di infliggere torture ai prigionieri di guerra, ha tentato di corrompere le Nazioni Uniti, ha mentito agli americani sui fatti dell'11 settembre, ha raggirato il Congresso americano, che è stato informato delle sue intenzioni solo a guerra già iniziata. Le risoluzioni militari spettano al Congresso, che può autorizzare interventi armati solo in mancanza di altre alternative ma, nel caso dell'Iraq, le decisioni sono state prese solo da Bush e dal suo clan, composto da altrettanti criminali di guerra".

Quindi l'ONU non è mai intervenuta, la dichiarazione di guerra è partita per volere del presidente Bush, che ha ignorato l'ONU e le sue disposizioni prima di dare inizio ad un conflitto e alla successiva occupazione militare dell’Iraq militare nella quale è impegnata in prima linea anche l'Italia?.

"Assolutamente sì: la guerra è stata decisa da Bush e dai suoi collaboratori, in violazione dell'articolo 51 della Costituzione degli Stati Uniti d'America, che prevede un intervento armato solo contro paesi che abbiano, con certezza assoluta, attentato alla sicurezza dell'America. Una certezza che nè Bush nè gli uomini del suo clan possiedono".

"Quindi Bush ha violato il cosiddetto "Jus Cogens", che prevede l'uso della forza solo come "extrema ratio" e il Manuale di Campo degli Stati Uniti (articolo 27, comma 10), scatenando una guerra fratricida tra le fazioni direttamente toccate dal suo governo-farsa e infliggendo enormi danni alla popolazione civile".

Cosa hanno provato gli americani davanti alle immagini delle torture inflitte ai prigionieri iracheni nella prigione di Abu Ghraib? Quanti di loro torneranno a votare per Bush il prossimo novembre?.

"Impossibile non farsi prendere dalla nausea vedendo quelle immagini e sapendo che i militari prendevano ordini direttamente dallo staff di George Bush. Le torture erano sistematiche e l'intera amministrazione ne era a conoscenza. Ed è grave che un uomo come il generale Miller faccia ancora parte delle forze armate Usa in Iraq, considerando che il comitato internazionale della Croce Rossa lo abbia indicato come uno degli uomini che hanno violato la Convenzione di Ginevra compiendo crimini contro l'umanità".

"Il Generale Sanchez è stato destituito ma non è che un capro espiatorio mentre basterebbero alcune dichiarazioni di Miller per indicare in lui uno dei principali responsabili delle torture subìte dai prigionieri di Abu Ghraib, nonchè di quelle inflitte ai prigionieri (in gran parte afghani) nel campo di progionia di Guantanamo, a Cuba. Anche Bush e altri uomini a lui molto vicini, come Paul Wolfowitz, portano sulle proprie spalle la responsabilità delle violenze esercitate".

"Io ho fatto parte del team legale che ha difeso il Sergente Mejia davanti alla Corte Marziale, che lo ha processato come disertore. In realtà, le torture cui aveva assistito lo avevano portato a decidere di non tornare mai più in Iraq per continuare una guerra criminale oltre che illegale. Sono contento di dire che Amnesty International ha dichiarato il Sergente Meija prigioniero di coscienza ed è la prima volta che questo accade in oltre trent'anni. Non ho esitato ad affermare, nella mia relazione alla Corte Marziale USA, che le violazioni del Manuale di Campo imputate a Meija avrebbero dovuto essere imputate a Miller ed è lui che avrebbe dovuto essere processato dal tribunale militare oltre che davanti a quello penale americano".

"Oltre a Miller, dovrebbero essere imputati i generali Tambuga e Cambone, sottosegretario al ministero della Difesa, e molti altri comandanti del Pentagono, colpevoli di crimini contro l'umanità. Per quanto mi riguarda, so per certo che al Pentagono tutti sapessero benissimo cosa accadeva ad Abu Ghraib ma, essendo uomini privi di ogni morale, non sono mai intervenuti, come non è intervenuto Donald Rumsfeld".

E proprio la tortura continua ad essere al centro delle notizie fuori e dentro gli Stati Uniti: ieri (5 giugno, ndr), il direttore del Southern Center for Human Rights, l'apprezzatissimo Stephen Bright, ha denunciato maltrattamenti molto simili a quelli inflitti ai prigionieri di Abu Ghraib sui detenuti cosiddetti comuni rinchiusi nelle carceri statunitensi: esiste dunque una continuità tra militarismo e carceri e sono vere le denunce di torture anche sui detenuti comuni nelle prigoni americane?.

"Ai reclusi comuni vengono normalmente imposte torture anche peggiori di quelle inflitte ad Abu Ghraib e, checchè ne dica Bush, negli Usa la tortura è una tradizione antica. La Casa Bianca conosce perfettamente che la situazione è davvero tragica. Non dimentichiamo poi che sia gli istruttori che tra molti dei militari raffigurati nelle immagini provenienti da Abu Ghraib sono presenti ex-guardie carcerarie. Gli abusi fisici dei detenuti sono una cosa quotidiana in tutte le carceri degli Stati Uniti. Basta vedere i rapporti di Amnesty International e degli osservatori per i Diritti Umani".

Tornando a George W.: lei crede che durante la campagna elettorale del 2000 abbia usato la pena di morte come arma per vincere le elezioni? (Ammesso e non concesso che la sua sia stata una vittoria elettorale limpida, come tutti ricordiamo…)

"Nessun altro governatore ha firmato mandati di morte quanto George Bush. Si faceva consigliare da un giudice sanguinario come Alberto Gonzalez per stabilire quali detenuti fosse più "conveniente" mettere a morte ai fini della sua immagine politica. Gonzalez ha avuto il ruolo di consigliere legale durante i summit del G8 e Bush lo ha premiato per i favori del passato portandolo alla Casa Bianca, dove attualmente ricopre l’incarico di consulente legale. Anche Gonzalez dovrebbe essere incriminato davanti alla legge internazionale per aver mandato a morte persone la cui colpevolezza era almeno dubbia, e per aver sempre negato anche un'ultima possibilità ai condannati durante il suo mandato di giudice in Texas. Attualmente dovrebbe essere imputato per aver personalmente suggerito e perorato l'uso sistematico della pratica delle torture".

Lei, prof Francis Boyle, ritiene che il presidente Bush abbia enfatizzato fino alla manipolazione quello che possiamo chiamare “allarme terrorismo“per poter raggiungere più rapidamente scopi personali?.

"Molto di più e non solo: usando l'allarme terrorismo, Bush ha usato il terrorismo per distruggere deliberatamente l'economia irachena. Ha cospirato segretamente di concerto con gli autorevoli membri del suo staff per organizzare l'attacco all’Iraq. E su questo punto della cospirazione segreta il Codice di Norimberga prevede che chiunque si associ con altri allo scopo di attentare alla sicurezza di un paese venga immediatamente arrestato. Se Bush fosse un qualsiasi cittadino probabilmente sarebbe stato già messo sotto accusa e verrebbe processato dalla Corte Suprema assieme ai suoi complici. Aver usato un tema come quello del terrorismo per fini personali si somma ad altri reati, come quello di aver ordinato di impiegare armi a fini di sterminio".

Professor Boyle: lei ritiene che la politica estera di George Bush e della casa Bianca aiutino in qualche modo (o direttamente) il primo ministro israeliano Ariel Sharon nella scelta di portare avanti lo sterminio del popolo palestinese?.

"Sharon e Bush sono un tutt'uno, tanto è vero che l'invasione dell'Iraq era già stata discussa e preparata proprio con Sharon. A rigor di legge, entrambi andrebbero perseguiti: la Convenzione contro il Genocidio prevede la prigione per chi progetta e commette un simile atroce reato contro l’umanità. Le Nazioni Unite hanno istituito un Tribunale Internazionale con il pieno assenso degli Stati Uniti per portare sul banco degli imputati i colpevoli di genocidio. George Bush dovrebbe onorare, come presidente degli Stati Uniti, l’impegno sottoscritto".

"Al contrario, egli protegge e sostiene le azioni criminali di Sharon e del suo Gabinetto. Anzi proprio questo sostegno alla politica di occupazione dei terrirori palestinesi sembra essere una delle sue massime preoccupazioni. Non ha nemmeno voluto l'apertura di un'inchiesta su quanto avvenuto tempo fa a Jenin: un genocidio a tutti gli effetti. Tanto secondo le leggi internazionali quanto scondo le norme che regolano la difesa dei Diritti dell’Uomo".

Veniamo all'uomo Bush: molti lo considerano addirittura un razzista. Quanto c'è di vero in questo?.

"Beh, Bush viene da una famiglia per così dire Wasp: bianca, anglosassone e con una fede incrollabile nel potere. Bush ha una personalità alquanto macchiavellica e la sua intera esistenza umana e politica è stata sempre quella di un privilegiato lontano anni luce dagli umori e dai bisogni della gente".

Quindi possiamo ben dire che il presidente Bush non ha mai conosciuto le difficoltà nelle quali si dibattono le minoranze etniche negli Stati Uniti?.

"George Bush ha frequentato l'Università di Harvard e lì ha fatto consapevolmente parte di quella autentica setta chiamata “Skull & Bones”, alla quale le minoranze etniche non potevano avere accesso. Forse proprio per questo (e non ha caso…) ha permesso che, per difendere i suoi privilegi, venissero arruolati e inviati in Iraq soprattutto neri ed ispanici, in violazione dell'Equal Protection Act, che proibisce di assumere persone disposte ad accettare qualunque lavoro perchè svantaggiate a causa dell'indigenza o dal colore della pelle".

"Usando in modo tanto cinico le minoranze per raggiungere i propri interessi viene considerato un reato penalmente perseguibile anche secondo i codici dalla Convenzione Internazionale Contro le Discriminazioni. Ed io ritengo che Bush abbia apertamente violato entrambe le leggi, dimostrando così un totale disprezzo per le minoranze e le classi economicamente vulnerabili".

A suo parere, George Bush si è mai servito della fede per agevolare il proprio percorso politico? Le chiedo questo perchè da più parti ho letto le affermazioni del presidente sulla fede: per esempio proprio alla vigilia della guerra contro l’Iraq ricordo che il presidente sorprese un po’ tutti i commentatori affermando di essere stato unto dal Signore. Mi permetta la domanda (o la facile battuta…) “unto” dal Signore o, per caso, dal petrolio?.

"Ho difficoltà ad immaginare Bush come un uomo dedito alla fede considerato l'esito delle sue scelte politiche. In realtà, più che di spiritualità dovremmo parlare di mire elettorali. Le continue affermazioni sul ritorno ai valori nazionali espresse da Bush sono solo paraventi per nascondere la sua inconsistenza culturale e politica. In realtà non esiste nulla al quale George Bush attribuisca davvero un “valore”. Nessun uomo politico che abbia a cuore dei valori, vuoi sociali, vuoi spirituali, si comporterebbe come fa Bush".

"Ad ogni modo dubito che la spiritualità sia un suo connotato saliente. Esiste all’interno del suo staff persino una squadra dedita alla preghiera ma questo non significa certo che Bush sia un uomo che coltivi la spiritualità in modo sincero. Ciò che vuole è continuare ad ingannare la gente, facendo loro credere che la libertà risieda nel possesso e nel profitto, che Guantanamo non sia altro che un villaggio-vacanze..."

Professor Boyle: che giudizio da sulla presenza italiana in Iraq? Considera giusto che l'Italia collabori militarmente all’occupazione dell’Iraq con gli Stati Uniti, alla luce di quanto mi ha appena detto?.

"Gli italiani dovrebbero pretendere il ritiro immediato dei suoi 3.000 soldati che si trovano in Iraq. Se l'Italia non ritira le truppe, ci saranno altre perdite e il vostro paese potrebbe pagare un prezzo molto alto per questa politica militare interventista. Infine, ma non ultimo come importanza, l'Italia è oggi a tutti gli effetti complice di una politica criminale espressa dal presidente degli Sati Uniti come ho cercato di spiegarle anche in punta di diritto, oltre che con argomentazioni politiche, una politica che è lucidamente contro gli interessi dell’intera umanità".

"Siete proprio sicuri che vi convenga continuare sulla strada di questa alleanza?".

Bianca Cerri
b.cerri@reporterassociati.org



Note su Francis Boyle:

Francis Boyle è stato Consigliere Legale della Delegazione Palestinese nei negoziati di pace tra Israele e Palestina tra il 1991 e il 1993 ed ha rappresentato la Bosnia-Herzegovina presso la Corte Penale Internazionale dell’Aja. Ha presentato una risoluzione di impeachment nei confronti di George W. Bush, per farlo interdire dalla scena politica americana, come aveva già fatto con GeorgeBush Sr. nei giorni della prima guerra del Golfo.

E' unanimamente considerato come uno dei più apprezzati giuristi degli Stati Uniti, titolare della Cattedra di Diritto Internazionale alla facoltà di Legge dell'Università dell'Illinois. Autore di numerosi saggi, e fra questi "Palestine, Palestinians and the International Law", "The Criminality of Nuclear Deterrence", "Foundations of World Order: The Legalist Approach to International Relations 1898-1921, and The Bosnian People Charge Genocide", "Destroying the World Order: The US Imperialism in the Middle East, Before and After September 11” (Clarity Press).

In quest'ultimo libro, dopo aver compiuto un'acuta e accurata analisi sulla guerra contro l’Iraq, sostiene la tesi (condivisa in seguito da molti analisti e intellettuali) che l'intervento militare americano nel cuore del Medio Oriente, oltre a dissestare il paese medio-orientale abbia completamente destabilizzato l’intero ordine mondiale.(bc)


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