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"E non se ne vogliono andare"
by Morleschio Tuesday, Jun. 08, 2004 at 9:25 AM mail:

Sono stati sfrattati da casa ma l’occupazione continua con tenda e prefabbricati.

Lunedì 31 maggio l’ufficiale giudiziario ha chiuso l’ultima casa occupata di Morleschio.
Erano stati fatti diversi rinvii in attesa che la famiglia si potesse trasferire nel terreno che, da gli ultimi accordi, risalenti a due anni fa, era stato messo a loro disposizione dal comune di Gubbio, mentre il comune di Perugia doveva occuparsi di trasportare quelli che, prima dovevano essere le casette di legno, poi sono diventati i prefabbricati avanzati dall’ultimo terremoto.

Di fatto non c’è stata mai una delibera di queste amministrazioni comunali, ne un’impegno formale scritto, per cui questi “appoggi” detti a voce, in particolari momenti di slancio politico, per sventolare una timida bandiera di diritto alla casa e la terra a chi lavora, hanno sempre avuto ben poco di concreto.

La messa in pratica di questo accordo è stata sempre dettata dal caso, coincidenze favorevoli, in silenzio e facendo bene attenzione che a nessuno venisse minimamente calpestato un piede, perché si sa di diritti si può discutere, ma la proprietà privata, quella non si tocca! E nemmeno quella pubblica che potrebbe essere venduta, quindi c’è voluto un po’ per trovare due terreni impervi, in mezzo alle montagne, uno demaniale, l’altro concesso gentilmente dalla curia, ma che non interessavano veramente a nessuno.

Non solo, agevolare un’iniziativa di occupazione significa anche creare un precedente, non si sa mai venisse in mente a qualcun altro di pretendere un diritto fondamentale come quello della casa e magari gli venisse in mente di occupare le tantissime case lasciate vuote per aumentare i prezzi del mercato degli affitti. Eggià sarebbe un vero problema per queste amministrazioni comunali che devono barcamenarsi tra diritti sociali e salvaguardia della proprietà, bene pubblico e privatizzazioni ( nasce forse da qui lo stress di certi amministratori?).

Per cui questo sostegno pubblico alle famiglie di Morleschio si è tradotto in un’assistenza e tra l’altro fatta anche male.
Dopo due anni dagli accordi e dal primo sfratto di Antonio, su uno dei terreni sono riusciti a trasportare i prefabbricati. Naturalmente solo trasportati, perché il montaggio se l’è fatto da solo con l’aiuto delle persone che lo hanno sempre sostenuto in questa lotta. Per quanto riguarda l’acqua e la luce ci sono grossi problemi perché in quel tratto di montagna non arriva l’acquedotto e non ci sono punti vicini dove poter fare gli allacci elettrici.

Nell’altro terreno invece, quello dove devono andare Annalisa, Enzo e le figlie, dopo una serie di tira e molla, il comune di Perugia, grazie anche al finanziamento della Umbra Acque Spa che doveva provvedere alla manutenzione di un tratto dell’acquedotto, ha riparato la strada per trasportare anche li i prefabbricati. Purtroppo però, mancavano i canali di scolo dell’acqua e le piogge di questi ultimi giorni hanno portato via tutta la ghiaia, quindi bisogna ricominciare d’accapo.
Nel frattempo Annalisa e Enzo si sono trasferiti nella tenda della protezione civile, montata vicino alla casa che hanno occupato da circa 20 anni;
sembra che in comune, a Perugia, ci sia una strana tensione perché non si riesce a capire come mai e chi sia stato a fare avere loro la tenda.... Forse perché sono arrivati gli urlacci e le tirate d’orecchi dei vicini di casa, quelli dei “piani alti”, i “nobili” padroni di questa città?

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