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NON VOTARE! ( un po' di perche'...)
by Ivan Friday, Jun. 11, 2004 at 5:18 PM mail:

IL VOTO NON HA MAI CAMBIATO I RAPPORTI DI FORZA TRA LE CLASSI SOCIELI ECCO PERCHE' LA STORIA CI INSEGNA CHE E' INUTILE.

“Che votamo a fa?” L’unica differenza attuale tra liberali e conservatori è che i liberali vanno alla messa delle 5 e i conservatori alla messa delle 8 – così Gabriel Garcia Marquez per bocca del colonnello Aureliano Buendia in 100 anni di solitudine. Certo ricorrere ad un mostro sacro della letteratura mondiale può sembrare sacrilego, ma per smascherare la retorica da pollaio del Sindaco Raffaelli e dell’aspirante Sindaco Messi chi meglio di un nobel per la letteratura? Eh si, siamo nuovamente giunti alla farsa elettorale! Per un mese abbondante il paese e' stato rincoglionito da fantasmagoriche promesse e solenni impegni propagati ai quattro venti dalle due coalizioni, fintamente contrapposte, nel tentativo di mascherare il loro unico obiettivo: l’esercizio del potere a prescindere dalla qualità del governo che si attua. E’ sull’altare del potere, infatti, che la destra e la sinistra perdono le loro storiche differenze diventando chi maggioranza reale al comando, chi maggioranza potenziale costretta all’umiliazione transitoria dell’opposizione. Tanto il centrodestra quanto il centrosinistra , in sintesi, stravolgono le proprie idee a seconda se sono maggioranza o minoranza, subordinandosi supinamente alle pretese dei poteri forti quando sono al governo e criticando strumentalmente e radicalmente quando sono all’ opposizione A differenza di lor signori noi non siamo interessati al potere ma alla qualità delle nostre vite ed abbiamo imparato a nostre spese che per rivendicare i diritti necessari alla costruzione di un altro mondo possibile dobbiamo resistere tanto al liberismo concertativo del centro-sinistra quanto al liberismo intollerante del centro-destra. Siamo consapevoli del fatto che l'unico soggetto capace di fronteggiare interessi privati ed intrallazzi partitici è quel soggetto collettivo fino ad oggi tenuto all'oscuro di tutto ed escluso da ogni tavolo decisionale: la cittadinanza , i lavoratori , il popolo ...chiamatelo un po come volete. Per preporre i diritti di cittadinanza alle logiche di potere è indispensabile mettere con le spalle al muro sia quelli della messa delle 5 che quelli della messa delle 8 iniziando “nuovi riti laici di antagonismo collettivo” basati non più sulla delega elettorale ma su una lotta quotidiana …….Chi alle 5 chi alle 8……
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Elettori, il 12-13 giugno ci chiamano a votare per il parlamento europeo, in ogni paese della comunità si dovrà, attraverso il voto, scegliere chi dovrà rappresentarci. Come operai non abbiamo nessuno di cui veramente fidarci, nessuno che possa rappresentare i nostri interessi Ci chiamano a votare per il parlamento europeo ma tutti sanno che il risultato elettorale serve per la lotta politica in atto fra governo ed opposizione. I lavoratori che votano per l’opposizione tendono a spostarsi sempre più verso i partiti più a sinistra, sono convinti di dare un segno ancora più forte contro Berlusconi e di ipotecare le scelte di tutto il centrosinistra. Ma battere Berlusconi non è battere i padroni ma solo una loro frazione. La grande industria lo ha già scaricato. Credevano che un padrone al governo facendo i suoi affari avrebbe fatto anche i loro, si sono sbagliati. Confindustria a gia' scelto chi vincera' le prossime elezioni e soprattutto chi governera' e chi difendera' i loro interessi dopo le prossime politiche!.Un’altra frazione di padroni si organizza con Prodi e non va tanto per il sottile su chi Prodi si porti dietro tanto riesce a gestirli comunque.Poi ci sono i lavoratori che già oggi hanno chiaro il problema che per via elettorale non si va da nessuna parte, il potere dei padroni non si batte con il voto. Operai che non hanno dimenticato le pensioni e il governo Dini, le finanziarie dei tagli di Amato, le promesse mai mantenute delle 35 ore, il lavoro interinale dell’amico Treu. I bombardamenti della Serbia…per non dimenticare il la legge antisciopero e soprattutto il ref sull`articolo 18 !!!etc etc....La boria e la prepotenza di Berlusconi non cancellano le misure antioperaie del centrosinistra.
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Diserta la guerra! Diserta le urne!
I pacifisti di oggi sono i guerrafondai di ieri. È il gioco delle parti, il gioco democratico, quello dell’alternanza: ognuno recita il proprio ruolo, pronto a cambiarlo appena cambia il vento elettorale. Si sa: le sole guerre giuste sono quelle decise quando si è al governo; la riforma del lavoro è equa se firmata da Treu, iniqua se promossa da Berlusconi; i CPT per immigrati sono una misura umanitaria se aperti dalla Turco-Napolitano, illegali ed inutili se perfezionati da Bossi e Fini. Giochi di ruolo per un walzer delle poltrone che i potenti recitano di fronte ai senza potere per assicurarsene il consenso. Per la strada il solito qualunquista dice “sono tutti uguali” e suscita l’indignazione delle anime belle della sinistra, quelle che sventolano gli arcobaleni e sperano che Berlusconi perda. Già. Perché persino loro, quelli nati con gli occhiali rosa per guardare l’inguardabile, le facce dei vari Fassino, D’Alema, Prodi, Rutelli… si accontentano di questo, sapendo che quelli che potrebbero vincere non sono poi così diversi da chi oggi governa. Si turano il naso e vanno alle urne. È gente scafata, con la pelle dura, abituata a reggere i colpi più dolorosi. Certo alle volte non basta eliminare l’olfatto, bisogna anche tapparsi le orecchie e chiudere gli occhi per nascondere gli aerei che partivano rombando per colpire la Jugoslavia. Il fragore delle bombe umanitarie della sinistra, il lezzo dei cadaveri della gente che è morta negli autobus, nelle case, nelle fabbriche a duecento chilometri dalle nostre sponde. Questi specialisti del realismo a tutti i costi dicono che noi, quelli che non votano per principio, siamo solo inguaribili utopisti, gente priva di senso pratico. Per loro il rifiuto della delega è solo rifiuto alla partecipazione al gioco democratico, esodo verso l’irraggiungibile terra degli utopisti sciocchi. Gli orrori della democrazia reale sono di fronte a noi. Viviamo in un mondo sempre più diviso tra chi ha troppo e chi ha nulla, un mondo dove la guerra combattuta in nostro nome uccide, mutila, violenta, tortura. Viviamo in un’Europa ansiosa di conquistare il proprio posto al sole, un’Europa dove i capitali circolano liberamente, mentre i migranti muoiono in mare, nei tunnel ferroviari, nei doppifondi dei tir. Viviamo in un paese dove i governi di destra tagliano le pensioni, i salari, i servizi, elidono le libertà. E i governi di sinistra… pure. In un mondo in cui gli incubi più neri sono realtà per la gran parte degli abitanti del pianeta, chi ha il coraggio di aprire gli occhi, sa qual è l’unico realismo possibile. Quello dei senzapatria, di coloro che sanno che democrazia e libertà non si coniugano, di coloro che non si stancano di gridare “non in mio nome”. Di coloro che il 12 e 13 giugno diserteranno le urne.
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Il 12 e 13 giugno prossimi le elettrici e gli elettori italiani saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo parlamento europeo. C'è un potente bombardamento mediatico che mostra la "casa europea" come la nostra unica e possibile dimora, come l'opportunità irrinunciabile di pace e benessere per tutti, il regno della "vera democrazia occidentale" quella "pura". Insomma una scelta di campo irreversibile, da cui non si può tornare indietro pena "sventure" economiche, politiche, istituzionali e sociali.
Che cos'è l'Unione europea? Un'organizzazione monopolistica e imperialistica, una superpotenza mondiale. Dalla fine del 1993, allorché l'allora Cee si trasformò nell'Ue, i suoi paesi membri sono passati da 12 a 15 nel 1995 con l'ingresso di Austria, Finlandia e Svezia ed ora dal 1• Maggio sono diventati addirittura 25 con l'entrata di Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Malta e Cipro, mentre Romania, Bulgaria e Turchia bussano alla porta. Un'Unione che si espande dall'Atlantico al Baltico, al Mediterraneo, che si avvicina pericolosamente all'Africa e al Medioriente, con una popolazione che è quasi doppia di quella degli Usa, con il più grande mercato mondiale a disposizione.
Nata in funzione degli interessi dei rispettivi monopoli che stanno dietro ai governi nazionali e ne dettano la linea per potersi espandere e conquistare nuovi mercati, l'Ue è fonte di dominio, oppressione, rapina e sfruttamento dei popoli degli Stati che la compongono, ma anche di quelli dell'Est europeo, dei Balcani e del Terzo mondo. Tutto il suo operato è stato a beneficio del grande capitale a cui ha regalato un mercato unico prima e una moneta unica, l'euro, e una Banca centrale poi, che hanno obbligato i paesi aderenti a perseguire politiche ferocemente liberiste e antipopolari.
I magnati e i tecnocrati legati a Bruxelles, in combutta con quelli nazionali, avevano sbandierato ai quattro venti che l'euro sarebbe stato la panacea di tutti i mali. Abbiamo visto i risultati. Potere d'acquisto delle masse pressoché dimezzato, povertà e miseria in continua ascesa. La difficoltà endemica nel gestire la nuova crisi ciclica del capitalismo in atto, economica e produttiva, sta facendo il resto.
L'Ue ha dimostrato a più riprese tutta la sua natura falsa, menzognera e demagogica. Dandosi nel marzo 2000 degli obiettivi per rendere l'area la "più dinamica e competitiva del mondo" entro il 2010, i tanto richiamati "obiettivi di Lisbona", i Quindici avevano sancito di voler creare la piena occupazione entro tale data, puntando a una crescita economica del 3% annuo. Esattamente quattro anni dopo, nel Consiglio europeo di Bruxelles del 25 e 26 marzo scorsi, i governanti dell'Ue hanno raccolto i cocci, ma anziché trarne le dovute conseguenze hanno ribadito che l'unica strada da seguire è quella delle politiche liberiste e liberticide, riconfermando il famigerato "patto di stabilità" adottato nel 1991, che non accetta disavanzi di bilancio, e facendo fronte all'"invecchiamento della popolazione" con il potenziamento delle controriforme in materia di occupazione, sanità e pensioni. Quindi più produttività e flessibilità capitalistiche, più privatizzazioni e più tagli alla spesa sociale.
è ormai innegabile come l'Ue rappresenti un inferno per i lavoratori e le masse popolari e una manna per un pugno di pescecani capitalisti e per tutti i loro rappresentanti politici e istituzionali che ne eseguono i voleri. Le decine di milioni di disoccupati e poveri, l'attacco concentrico alle conquiste economiche e sociali dei lavoratori e delle masse, le disuguaglianze economiche e sociali tra le varie aree, acuite dall'ingresso dei paesi dell'Est, di sesso, la politica fascista e razzista di chiusura blindata contro gli immigrati, nascosta dietro il pretesto della "lotta al terrorismo", la responsabilità, al pari degli Usa, dell'inquinamento della terra e dell'aria e la negazione del diritto inalienabile dell'accesso all'acqua come bene comune dell'umanità. L'esercito europeo, sulle basi della brigata franco-tedesca, è in via di allestimento così come l'Agenzia militare. All'interno della Nato ha chiesto e ottenuto più autonomia decisionale e militare. Intanto sono sorte la figura del responsabile della politica estera e di difesa, ruolo rivestito attualmente dall'ex segretario della Nato, lo spagnolo socialista Solana, mentre aperta è la discussione sull'istituzione del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri europei.
L'espansione della superpotenza europea ed il suo ruolo mondiale, economico, politico e militare, hanno imposto la necessità di dotarsi di uno strumento che istituzionalizzi questo dato di fatto. A tutt'oggi all'interno dell'Ue permangono contraddizioni sui vari punti della carta costituzionale, dai poteri del futuro presidente del Consiglio europeo al peso specifico dei vari Stati, fino alla contraddizione di fondo che verte esclusivamente sul fatto se l'Unione europea debba agire di conserva con gli Usa o in maniera autonoma. Ma tutti sono d'accordo sulla necessità di rafforzarla dal punto di vista militare e della politica estera e che parli al mondo con un'unica, forte e autorevole voce .
Rispolverando la sua visione eurocentrica l'Ue si dice consapevole di poter sviluppare un'egemonia ideologica e culturale sul mondo, sulla base dei concetti cardini della sua storia millenaria, come il collante religioso - implicitamente riferito al cristianesimo, anche se per ora la battaglia di alcuni paesi, tra cui l'Italia, appoggiati fortemente dal papa, per inserirlo nel testo finale non è passata -, il liberalismo, il diritto e l'interclassismo borghesi, dove il padrone è formalmente equiparato all'operaio e il ricco al povero, dove la solidarietà di stampo cattolico è sostituita ai diritti universali, ai servizi sociali e all'assistenza.
Ma quando mai i popoli dell'Ue sono stati interpellati, si sono espressi, hanno votato o conferito un mandato a redigere la Costituzione? La futura Costituzione europea annuncia obiettivi ultra liberisti. Addirittura ci troviamo di fronte all'assenza totale del principio del rifiuto della guerra come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali, che pure esiste nella Costituzione italiana. La Costituzione riafferma inoltre il ruolo principe del mercato capitalista, nonché il "principio di sussidiarietà": una scelta liberista. L'Ue avrà una Costituzione presidenzialista. Anche a livello istituzionale l'imperialismo europeo vuol competere con gli Usa. Tant'è che le novità più rilevanti risultano l'istituzione delle figure del presidente del Consiglio europeo e del ministro degli affari esteri dell'Unione.
E il parlamento europeo? Non gli vengono riconosciuti pieni poteri legislativi, mentre conterà zero in tutti gli aspetti più importanti e decisivi come la politica estera e militare. Esso rimane un semplice strumento di facciata, che non ha nemmeno le stesse attribuzioni che normalmente sono concesse ai parlamenti nazionali.. Composto da politicanti borghesi gratificati con stipendi da nababbi, privilegi a non finire, viaggi di piacere e assenteismo legalizzato, che fanno inorridire di fronte alla povertà e alla miseria in cui sono condannati strati sempre più larghi della popolazione europea.
E anche se un giorno avesse più poteri dovrà pur sempre essere in linea e coerente col sistema economico e istituzionale dell'Europa imperialista. Tutte le vie elettorali e parlamentari per cambiarlo sono precluse e senza sbocco, compresa quella di spostare al suo interno i rapporti di forza aumentando la rappresentanza dei partiti della "sinistra" borghese. Le alternanze delle maggioranze ci sono state, eccome, eppure la natura dell'Ue non è mai mutata.
Ci sono clausole capestro quali quelle di "essere rappresentato, in almeno un quarto degli Stati membri, da membri del parlamento europeo o nei parlamenti nazionali o regionali o nelle assemblee regionali, oppure aver ricevuto in almeno un quarto degli Stati membri, almeno il 3% dei voti espressi in ognuno di tali Stati membri in occasione delle ultime elezioni del parlamento europeo".
Chi nel proprio Statuto e Programma non accetta i principi capitalisti alla base dell'Ue, secondo Bruxelles non avrebbe diritto di esistere, oltre a non essere ammesso alle consultazioni europee.
E' indubbio che l'ascesa della superpotenza europea ha acuito la rivalità con gli Usa.
Con l'allargamento a 25 paesi, l'Ue supera attualmente gli Stati Uniti per popolazione e aspettativa di vita, diventa un colosso economico e commerciale, mentre rispetto ad essi è ancora considerata un "nano militare". è questo che gli impedisce di stare sullo stesso piano degli imperialisti americani in tutto e per tutto. Ma come si è visto si sta già attrezzando a dovere anche sul piano militare.
Oggi Stati Uniti e Ue sono alleati per combattere i comuni nemici e per proteggere i comuni interessi in tutto il mondo. Al contempo sono in rivalità tra di loro per difendere ciascuno i propri interessi particolari.
L'Ue è irriformabile. Parlare di "Europa sociale", di "un'altra Europa alternativa a quella della moneta e del liberismo", di "una Europa autonoma dagli Usa" come fanno nel nostro Paese i partiti Bertinotti e Cossutta, o di "Europa potenza civile", come scrive Giuliano Amato nel programma dell'Ulivo, è puro inganno, che serve unicamente ad offrire una copertura a "sinistra" all'imperialismo europeo, dare ad esso una base di massa e spingere in una palude gli antimperialisti, i no global e i pacifisti.
Noi rifiutiamo questa 'Ue per principio e quindi non possiamo legittimarla presentandoci con nostre liste.
Per questo invitiamo le elettrici e gli elettori ad astenersi (disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla in bianco), l'unico modo per rifiutare quest Europa e per non dare il proprio consenso ai partiti che la sostengono.
L'astensionismo è un voto pesante, che colpisce al cuore l'Ue, le fa venire meno il consenso delle masse, la isola, la mette completamente a nudo di fronte all'opinione pubblica europea e mondiale e ne smaschera il disegno economico, politico, istituzionale e militare.
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Riti elettorali Recita più o meno così una frase famosa: "se le elezioni potessero veramente cambiare qualcosa è da tempo che sarebbero state abolite".
Più voti = più soldi ai partiti - Quanto vale astenersiPoiché ormai non esiste più la cosiddetta "obbligatorietà del voto", è interessante chiedersi perché le istituzioni e i partiti siano così impegnati ad avversare l'astensionismo; la risposta, aldilà della questione connessa al consenso nei confronti della politica delegata e del sistema democratico, è abbastanza semplice: ci sono in gioco consistenti interessi economici.Vediamo comunque prima il contesto complessivo in cui tali interessi si inseriscono.L'articolo 48 della Costituzione stabilisce che l'esercizio del voto costituisce "dovere civico"; ma l'originaria sanzione - poco più che simbolica e raramente applicata - nei confronti di chi non aveva esercitato il diritto di voto e non aveva fornito plausibili giustificazioni davanti al sindaco era evidentemente una grave quanto illegittima interferenza con la libertà di opinione politica anch'essa formalmente garantita dalla Costituzione. Così nel '93, col Decreto Legislativo n. 534 è stato abrogato l'art.115 del Testo Unico del '57 che prevedeva tale sanzione.Quindi, l'astensionismo risulterebbe a tutti gli effetti una libertà tutelata persino dall'ordinamento democratico, ma i partiti che si definiscono espressione di questo sembrano ignorarlo e non perdono occasione per criminalizzare chi sceglie di non andare a votare, in quanto proprio in proporzione al numero dei voti raccolti per le proprie liste si fonda per legge il criterio di assegnazione dei rimborsi elettorali da parte dello Stato; in altre parole: più voti equivalgono a più soldi, più astensioni determinano invece meno introiti, tanto che con buona approssimazione si può affermare che chi non vota toglie 5 euro ai partiti.Come recentemente riportato anche sulle pagine di "Sicilia libertaria", nell'anno passato i partiti - a stragrande maggioranza - si sono persino superati, abbassando la soglia di voti in percentuale che dava diritto a godere di tale finanziamento, dal 4% del 1999 ad un esiguo 1%.Con questo adeguamento al ribasso, sono entrati a far parte anche partiti come la Lega Nord, l'Italia dei valori, i Verdi, lo Sdi, i Comunisti Italiani e il Partito Radicale (già i Radicali, quelli che sono contro il finanziamento pubblico dei partiti!), che possono prendere parte al banchetto parlamentare pur raggiungendo percentuali esigue.Nel 2003 il sistema dei partiti si è spartito qualcosa come 125 milioni di euro, mentre per il triennio successivo si prevede un rimborso di 153 milioni di euro, ovviamente di denaro pubblico.Cospicui, anche se ancora non conosciamo le cifre, anche i rimborsi "europei" previsti per la prossima consultazione elettorale.Una buona ragione in più per disertare uno spettacolo che, chiunque vinca, è contro gli interessi reali dei lavoratori e dei senza reddito.
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Cara Elettrice, caro Elettore, non troverai le nostre facce stampate sui cartelloni elettorali; C’e’ chi ti invita a votare per la guerra, e noi siamo contro la loro guerra; c’e’ chi ti invita a votare per la “pace”, ma noi, incontentabili, siamo anche contro la loro “pace”, fatta di sfruttamento e precarietà; tutti insieme, poi, “guerrafondai e pacifisti”, ti invitano a votare per l’Europa,sempre la loro, in un processo che la vede sempre più potente ed armata; tutti d’accordo ti dicono che questa volta non ci si può proprio astenere, ma noi pensiamo che proprio questa volta, più del solito, le elezioni servono ai padroni europei per costruire la loro “istituzione di ciance”……
……e poi, diciamocela tutta, cara Elettrice e caro Elettore, a noi questa storia della “crocetta diritto e dovere dei cittadini” c’è sempre puzzata d’imbroglio, di democrazia di plastica, di sigillo virtuale su decisioni già prese, di delega lontana dai nostri bisogni e siccome i nostri bisogni sono da sempre incompatibili con le loro “esigenze” noi continueremo a lottare contro questo modello di società e per quella società che in un processo.
Certo, verremo accusati di favorire, con l’astensione, la maggioranza governativa, oppure il qualunquismo ma, in realtà è altrove che lor signori (tutti) devono cercare i loro attacchini, i portatori d’acqua, gli spalatori di merda. Noi ancora una volta, non mercanteggiamo la nostra prospettiva di liberazione da un sistema sempre più infame, con le briciole che cadono dai loro tavoli. Il loro sogno europeo prevede solo guerra e sfruttamento, eserciti, polizie schedature e carceri. Vorrebbero che scegliessimo quale carnefice ci deve opprimere, bussassero ad altre porte con noi non attacca. Non sappiamo chi vincerà il 12 e 13 giugno, di sicuro non saranno gli sfruttati, gli emarginati, i lavoratori coloro che battendosi contro il sistema capitalista trovano i loro nomi nelle liste di persecuzione di qualche zelante questurino, più che negli elenchi dei candidati, al disegno europeo di dominio. La loro paura, di un astensionismo sempre più in crescita è evidente, i loro appelli al voto (bellissimo e costoso l'ultimo via SMS!!) sono la massima espressione del divario che c’è tra il loro modello e la prospettiva d’emancipazione degli oppressi.
Riscosso il voto daranno appuntamento, con le loro menzogne e le loro bugie, alla prossima tornata elettorale, convinti che potranno in eterno raccontare che la colpa è dell’altro schieramento, sempre pronti in sostanza a fingere di ricordarsi delle periferie, della scuola, della sanità, dei trasporti, del carovita e quant’altro, solo a ridosso del momento elettorale, lasciando viceversa nella stessa, quando ci va ancora bene, le cose come stanno.
Alla facciaccia loro,noi, invece, NON VOTIAMO PER NIENTE!
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