Indymedia Italia


L'articolo originale e' all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2004/06/572337.php Stampa i commenti.

[Guadalajara]: testimonianze sugli abusi subiti
by La Jornada(trad.garabombo) Thursday, Jun. 17, 2004 at 2:50 PM mail:

da La Jornada del 31 maggio

Dal quotidiano messicano La Jornada del 31 maggio 04.

Le celle di isolamento della procura dello Stato di Jalisco succursale del carcere di Abu Ghraib.

Da 48 ore senza mangiare e bere, senza dormire e costantemente picchiati.

LE TESTIMONIANZE-

María del Rosario Ascencio, mamma di Ovaldo López Ascencio, di 16 anni, racconta: "Mi ha detto che lo hanno preso per la mano sinistra e gli hanno fratturato il dito medio e il mignolo. In testa e sul tutto il corpo ha i segni delle botte ricevute. Non gli hanno dato niente da mangiare e lo
hanno costretto a firmare una dichiarazione senza nemmeno averla letta".

Prende la parola Daniel Vázquez, padre di Jaime Daniel Vázquez Valdivia:
"Hanno appeno finito di operare Jaime alle e non può parlare, ma guardi cosa mi ha scritto -e mostra un foglietto di quaderno stropicciato- <<mi hanno colpito i poliziotti antisommossa però non dire niente tu così mi fanno uscire".

Dagoberto Rivera Servìn, di 25 anni, "lo hanno prelevato dall'ospedale, lo hanno trascinato prendendolo per la testa e se lo sono portati nei sotterranei della Sicurezza Pubblica di stato" ha detto il suo papà, il cui nome si è perso tra gli appunti.

Il medico Raúl Rojas Soriano è andato a prendere le sue figlie Minerva e Rojas Ruiz, così come il fidanzato di una di queste, Jearin Fernandez Sagrado. Le ragazze sono state liberate sabato (29 maggio) nella notte così
come Norma Martinez Loustalot, una loto amica, con cui, insieme a Daniel Olvera Sule, formano un gruppo di batucada, la cui funzione è fare usica durante le manifestazioni. Parla Norma e conferma quello che aveva dichiarato ieri a La Jornada: "A noi donne ci hanno spogliate e ci hanno
fatto mettere in ginocchio in una stanza, dove all'improvviso ogni tanto agenti e personale della Seguridad Publica entravano; ci circondavano e ci dicevano, minacciandoci, che ci avrebbero violentati. Questo è quanto è successo dalle 9 di sera del venerdi fino alle 11 del sabato mattina.
A quel punto ci hanno detto che ci avrebbero rilasciate e siamo passate in una sala per gli interrogatori; lì abbiamo passato 6 ore. Ci hanno lasciate sole e ogni tanto entravano dei poliziotti e ci dicevano che saremmo morte".

Daniel Olvera Sule, musicista come loro, lo hanno arrestato perchè portava con se una bacchetta di ferro con cui suonva il tamburo: "Dicono che mi è servita per colpire i poliziotti; non è vero", aggiunge Norma, tremando e
sforzandosi per non piangere. Interviene il dottor ROjas Soriano: "Mio genero Jearin Sagrado, è venuto a Guadalajara per vendere i miei libri. L'ho appena visto attraverso un pannello di vetro. Lo hanno portato lì con le botte e spintoni e praticamente non lo hanno fatto parlare. Mi ha detto che non ha mangiato, non ha dormito, lo hanno obbligato a firmare una dichiarazione senza vederla e o hanno picchiato per tutto il tempo.
E se lo sono portato via picchiandolo".

La rabbia di María Luisa
Doña María Luisa Ramírez, madre di Salvador Aranda Ramírez, di 21 anni, è una bella donna anziana un po bassa di statura con lo sguardo dolce, che da venerdi notte non vede suo figlio. Il ragazzo è uscito nel pomeriggio per andare a studiare e non è tornato più la notte. Il sabato mattina la donna ha fatto il giro di tutti gli ospedali della Croce Rossa, ma nessuno le ha saputo dare notizie. Poi ha sentito alla televisione che suo figlio era tra gli arrestati del giorno prima e così ha fatto il giro dei commissariati della polizia, fino a che stamattina alle porte delle isatallazioni poliziesche della Calle 14, ha visto suo figlio che camminava con le manette tra una fila di detenuti, mentre un poliziotto lo strattonava per i
capelli. Ha preso due autobus per raggiungere il luogo in cui si trovava Salvador ma al momento di chiedere sue notizie le autorità le hanno detto di aver bisogno del nome del poliziotto che lo aveva arrestato, del numero della pattuglia che lo aveva trasportato, e di altri dati assolutamente inutili visto che il nome del figlio era lì in un computer a portata di mano. Le hanno poi detto di tornare alla Calle 14 per ricevere un permesso di visita al Pubblico Ministero. La donna presa dallo sconforto ha cominciato a piangere. Sono arrivate così le figlie per darle una mano e alla fine una di queste alle 20 di oggi è riuscita a vedere il ragazzo. Ha raccolto le sue testimonianze, il racconto dei colpi subiti da venerdi notte, senza cibo,
senza acqua, senza la possibilitò di dormire, e come tanti atri obbligato sotto minaccia a firmare una dichiarazione falsa. Ancora: ogni volta che provava ad andare al bagno veniva picchiato e preso a pugni.
Salvador ha subito una particolare forma di discriminazione visto il colore rosso dei suoi capelli.

-le istruzioni della polizia
La sorella di Salvador però ha svelato i retroscena dell'arresto. Il ragazzo dopo essere uscito dall'Istituto di studi Lafayette in compagnia di un amico ha incontrato moltissimi poliziotti per strada e ha avuto paura.
Così ha chiesto ad un agente per dove potessero andare per non avere problemi. L'agente ha indicato una strada e i due giovani l'hanno imboccata: all'imporvviso si sono trovati circondati dai cavalli della polizia che gli hanno bloccato il passaggio. Qui è cominciato il loro
martirio. Arriva anche una testimonianza di un personaggio noto, il poeta Gustavo Adolfo Hernández, conosciuto come El Pato, che venerdi notte è stato fermato durante una retata della polizia nel bar Lido. Lo hanno condotto in caserma e lo hanno messo faccia a terra con altre 60 persone.

"dopo due ore un ragazzo ha chiesto il permesso di andare al bagno, e visto che gli stavo vicino ho approfittato per unirmi a lui. A questo lo hanno portato al bagno e poi lo hanno obbligato a lavarsi la mano nel gabinetto.
A me mi hanno alzato e mi hanno fatto passare attraverso una doppia fila di agenti che mi hanno percosso. Poco dopo un tipo ha cacciato una pistola, e estraendo le cartucce me l'ha messa davanti alle narici. -A te ti ha già
portato via la fortuna- mi ha detto. Alle 3 della notte era libero e gli avevano anche fatto le scuse.

Magari perchè è un poeta o per i suoi occhiali e la sua penna, Gustavo Adolfo non è stato portato alla succursale dello Stato di Jalisco del carcere di Abu Ghraib, la versione panista (del partido de alianza nacional) dell'inferno.













versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.