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La VERA storia di Berlusconi, documentario norvegese
by Paolo Monday, Jun. 21, 2004 at 11:53 AM mail:

La VERA storia di Berlusconi, documentario norvegese...

Una storia di Silvio Berlusconi che gli italiani non hanno mai visto;
un'analisi scrupolosa ed irriverente dell'ascesa del cavaliere dalla televisione al vertice del governo italiano. Contro questa inchiesta si sono mossi all'estero anche ambienti diplomatici di Roma pur di evitarne la diffusione. È "citizen Berlusconi", un documentario prodotto dalla televisione pubblica norvegese, programmato da diverse emittente americane ed europee, ma che finora nessuna televisione italiana sia pubblica che privata ha voluto mandare in onda. Presidente del consiglio, padre Padrone di Forza italia, magnate della televisione privata con il controllo di quella pubblica, proprietario di giornali, riviste e assicurazioni, uomo leaderanche nel mondo del calciocon il suo Milan, e non da ultimo l'uomo più ricco d'Italia esuperindagato dalla magistratura milanese; questo è Silvio Berlusconi. Dalla sua ascesa nel campo della politica nel 1993 è riuscito ad ipnotizzare la politica italiana, ma senza riuscire a fare altrettanto con i governi, la stampa e l'opionione pubblica straniera, agli occhi della quale continua a figurare come un'ennesima anomalia tutta all'italiana. Proprio per questo è un documentario che propone un cavaliere giudicato all'estero, assume un significato particolarmente interessante.


Nel 1993 Berlusconi sfrutta la televisione per la propaganda e per passare capo del governo in breve tempo. Cosa che fa nel 1994, ma dopo 9 mesi la sua coalizione collassa. E viene coinvolto in inchiestre giudiziarie. Il giornalista Enzo Biagi afferma che Berlusconi gli confessò di essere entrato in politica per cercare di porre rimedio a problemi dovuti alla sua difficile situazione giudiziaria. Berlusconi 7 anni dopo ci riprova, tra gli strumenti della sua campagna elettorale c'è "una storia italiana", un libro di propaganda inviato poco prima delle elezioni a tutte le famiglie italiane. Il fascicolo è centrato tutto sulla figura personale di Silvio Berlusconi, è come se il partito fosse un appendice di Silvio Berlusconi e non viceversa. Per costruire il partito velocemente, Berlusconi si appoggia a strutture che già controlla. Sfrutta la sua azienda (e di conseguenza il personale dell'azienda) per la campagna elettorale. Sfida la rai, creando un network di canali locali che ricoprono tutto il territorio. Questa è la prima pietra per la creazione di Mediaset, il suo impero mediatrico. La rai una volta era una televisione di stato divisa tra i partiti politici, Berlusconi importa dall'america invadenti show fatti di ballerine, film porno ed altri programmi poco educativi che una volta non esistevano. Tutto questo per aumentare gli ascolti e l'attrattività delle sue reti, in modo da favorire maggiori profitti con le pubblicità e diminuire gli ascolti alla rai. Il giornalista Marco Travaglio va alla rai a parlare del suo libro che illustrava tutti i dubbi su Berlusconi ed importanti punti interrogativi sulla provenienza del suo immenso capitale. Questo fu come bestemmiare in chiesa. Berlusconi e i suoi reagirono denunciando Travaglio. Michele Santoro ed Enzo Biagi si occuparono nei loro programmi delle questioni sollevate da Travaglio. 2 mesi dopo la coalizione vince le elezioni assicurandosi il controllo politico della rai. Un anno dopo, Berlusconi attacca i 2 giornalisti che avevano osato criticarlo durante la campagna elettorale e dice ai dirigenti della rai di estrometterli dai palinsesti del canale. Ciò suona come un avvertimento ai restanti giornalisti italiani. Il direttore del corriere della Sera salta a causa di grosse pressioni. Il direttore nega di averle subite ma a seguito di indagini la realtà è un’altra. Informava troppo bene la gente sui suoi processi ed inoltre non sposava la linea politica di Berlusconi. Chi osa contrastare Berlusconi deve far fronte ad innumerevoli cause per risarcimento danni alla sua immagine, aiutato dalla sua ottantina di avvocati che lavorano per lui ogni giorno, altri 720 non a tempo pieno. Giornalisti investigativi che si occupavano di indagare tra i rapporti della politica con la mafia ci hanno rimesso la vita ad insaputa di molti. Berlusconi fa uso delle denunce come un’arma a doppio taglio, anziché difendersi cerca di sfiancare i giornalisti investigativi che cercano la verità con denunce ed a volte ci riesce, ma Berlusconi non fa solo questo, definise spesso le accuse frutto dell’opposizione etichettandola come comunista quando in realtà buona parte dei suoi detrattori sono di destra (e in questo caso ecco che la politica gli è d’aiuto come nelle sue previsioni). Tanti avvocati di Berlusconi sono anche senatori o deputati alla camera. I giornalisti dichiarano di subire pressioni durante la guerra in Iraq, con l'ordine di esprimersi a tutti i costi a favore della guerra in Iraq. La parola pacifisti deve venir sostituita con disubbidienti. Alcune notizie vengono proibite nella messa in onda, altre vengono messe in onda a scopo propagandistico. Una delle caratteristiche dei regimi non dittatoriali consiste nel fatto che “solo” il 20% dei canali di una nazione possono appartenere al capo dello stato. Spesso, dicono in coro alcuni giornalisti, abbiamo ricevuto un messaggio dal direttore che ci diceva, guardate che mi è arrivata una telefonata, questa cosa non si deve più vedere. La priorità delle notizie è spesso scelta con criteri non giornalistici ma politici (particolare riferimento in caso di processi quando la televisione è sempre di parte e sostiene le tesi del cavaliere). In Italia Berlusconi detiene il 50% dei canali. Il suo impero mediatico permette una dittatura senza oppressioni, una dittatura innovativa dei giorni nostri. Rai e mediaset raccolgono il 90% dell’audience. Parte del progetto del governo Berlusconi è di cambiare la legge sui media. La corte costituzionale ha dichiarato che Berlusconi controlla troppo il mercato televisivo, l’attuale legge impedisce che il singolo controlli più del 20% delle reti nazionali ed in almeno 20 sentenze ha chiesto al governo di adottare misure adeguate per rimediare a questo fatto. Il governo ha chiesto tempo, in novembre la corte costituzionale ha detto che il tempo è scaduto. È evidente che il governo non rispetta le leggi con la scusa del tempo, in questo tempo Berlusconi si adopera per modificare le leggi, sfruttando le leggi stesse. È dunque un uomo intelligente che si avvale della burocrazia e della sua influenza politica per modificarle a suo favore. Il parlamento sta per approvare una legge che sospenderebbe il processo SME fino a quando Berlusconi ricopre il ruolo di premier. Passa un po’ di tempo e il senato approva la legge sull’immunità, se passerà anche in parlamento i suoi problemi giudiziari saranno congelati. Una giornalista straniera di origine italiana afferma di aver assistito a sedute del parlamento 20 anni fa, dice che gli scontri erano frequenti. Ora i deputati della coalizione di Berlusconi si comportano come un uomo solo, applaudendo a tempo ed inveendo in modo aggressivo contro coloro che osano mettere in discussione quello che dice Berlusconi, come avvenne con l’ex presidente Scalfaro che ha osato affermare che la legge sull’immunità non è costituzionale. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Immagini davvero ridicole sono state mostrate dal documentario dove si vedono dei parlamentari che allungano i bracci verso i banchi dei vicini assenti e schiacciano dei pulsanti votando al loro posto. Passa un po’ di tempo, e i deputati (tra di essi figuravano molti avvocati di Berlusconi) approvano la legge dell’immunità. Berlusconi è salvo la giustizia in Italia non esiste più. La democrazia in Italia è solo apparente. Berlusconi domina l’opinione pubblica con la TV e buona parte della stampa, il parlamento con il suo partito e cambia le leggi a suo favore. Il popolo italiano crede di vivere in un paese democratico ma vive in un paese il cui regime è autoritario.

Questo è quello che dice il documentario norvegese, pubblicato in gran parte delle televisioni europee

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