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processo G8 Evian: mandate un fax al governo svizzero
by www.aubonnebridge.net Monday, Jun. 21, 2004 at 10:18 PM mail:

Mandate un fax di protesta al Governo svizzero per protestare contro l'ingiusto processo sul G8 di Evian che si terrà a Ginevra il 26-27-28 per maggiori informazioni: www.aubonnebridge.net

Mme la Présidente Jaqueline Maurer-Mayor
Rue Caroline 11 CH-1014 Lausanne
jaqueline.maurer@sq-dec-vd.ch
Fax: 0041 21 316 6037

Al presidente del Canton Vaud

Le scriviamo con riferimento ai seri eventi che hanno avuto luogo sul viadotto autostradale di Aubonne il primo di giugno 2003.

Migliaia di persone da molti paesi diversi si riunirono per il summit del G8 a Evian, per esercitare il loro diritto a protestare. Un gruppo, fatto di 17 persone provenienti da distinti paesi, decise di eseguire un blocco non violento dell'autostrada tra Ginevra e Lausanne. Lo scopo dell’azione era quello di bloccare una delegazione ufficiale nella loro strada verso il vertice del G8.

Basandosi sulle informazioni del percorso che avrebbe fatto una delegazione ufficiale per arrivare al summit, la valle di Aubonne fu scelta come la posizione ideale per il blocco. L'autostrada attraversa la valle in questo punto per un viadotto alto 23 metri. Il blocco consistí in una corda a un'altezza di un metro dal suolo della strada tirata attraverso la carreggiata dell'autostrada. Due arrampicatori si appesero dai due lati della corda (Martin e Gesine).

L'azione fu preparata attentamente per evitare qualunque rischio agli automobilisti (fasi ben definite, alta visibilità, giacchette e materiali, ruoli chiaramente assegnati, comunicazione con gli automobilisti...) Soltanto quando il traffico fu completamente bloccato cominció l'azione di appendersi dalla corda.

I poliziotti che arrivarono pochi minuti dopo che i due arrampicatori raggiunsero le loro posizioni dimostrarono un atteggiamento aggressivo di partenza, rifiutarono di entrare in qualunque discussione, semplicemente si concentrarono nel riaprire la strada al traffico e lo fecero a qualsiasi costo, senza prendere nessuna precauzione per proteggere la sicurezza dei due arrampicatori.

Sebbene fossero stati ripetutamente informati della situazione ed avessero visto che gli attivisti erano appesi, gli ufficiali non deviarono il traffico. Invece spinsero aggressivamente fuori dalla strada gli attivisti che stavano proteggendo la corda e informando di ciò che succedeva agli automobilisti. In seguito procedettero ad alzare la corda che sosteneva le due persone e a dirigere il traffico a passare sotto la corda, ponendo cosí le vite degli attivisti in pericolo. Pochi minuti dopo, senza nessun avvertimento, uno degli ufficiali della prima unità che arrivó al ponte taglió la corda. Non è ancora chiaro se questo accaddde per un ordine.

Martin cadde 20 metri. Gesine fu salvata e mantenuta appesa per parecchi angosciosi minuti dagli altri attivisti sul ponte. Gli ufficiali scelsero di ristabilire lo scorrere del traffico piuttosto che aiutare Martin o assicurarsi che Gesine non cadesse.
Martin sopravvisse miracolosamente alla caduta e salvó la sua spina dorsale grazie alla sua forte condizione fisica, ai 50 cm di acqua del fiume orccioso in cui cadde. Fu portato all'ospedale in elicottero con gravi fratture. Dopo che Gesine fu soccorsa dagli altri attivisti, furono tutti arrestati, a parte Gesine che stava per esserlo ma fu invece portata all’ospedale soffrendo da un attacco di panico.

Quasi un anno dopo:
Martin ha subito 5 operazioni in diverse parti del suo corpo. Ha passato un mese e mezzo in ospedale, due mesi a letto e sei mesi usando delle stampelle. Ha anche passato tutti questi mesi soffrendo per il dolore, per la discapacitá fisica, e per la riabilitazione, sapendo che non camminerà mai piú come prima. Gesine soffre dei sintomi di disordine da stress post traumatico (PTSD) e si trova tuttora sotto terapia. Molti altri membri del gruppo stanno soffrendo a causa del trauma con gravi conseguenze per la loro salute psicologica e per la loro vita quotidiana.

L'ufficiale di polizia che ha tagliato la corda non è stato sospeso dal servizio. Sebbene ci sia un caso aperto (per ferite corporali con negligenza), fino ad ora nessuna penalizzazione gli é stata imposta. Nessuno degli altri ufficiali né degli ufficiali superiori incaricati delle operazioni sono stati implicati nell'investigazione. Continuano nelle loro posizioni. La sola indagine che è stata aperta è una interna alla stessa forza di polizia –arrivando all’ assurda situazione della polizia che investiga a dei suoi colleghi. Ci sono molte irregolaritá nel processo legale, che apre la via ad un'impunità completa per gli ufficiali interessati.

Dall’altra parte, Martin, Gesine ed Olivier (uno degli altri attivisti sul ponte) subiranno un processo il 28 di giugno 2004 a Nyon. Sono accusati di bloccare il traffico e di mettere in pericolo la vita degli automobilisti. Gli altri attivisti che hanno partecipato nell'azione sono già stati processati e condannati a 14 giorni doi prigione sospesi per due anni e a pagare le spese processuali.
Ciò significa che dal punto di vista delle autorità Svizzere, le uniche vite messe in pericolo furono quelle degli automobilisti e che l’unico processo necessario è quello contro gli attivisti!
Gli attivisti inoltrarono una domanda per aver visto le loro vite messe in pericolo, per gravi ferite corporali e per mancata assistenza in una situazione di emergenza, che fino ad ora è stata ignorata.

Questo non é stato un episodio isolato di aggressione poliziesca. Durante il summit ci sono state dozzine di altre persone ferite dalla brutalità della polizia, e centinaia di persone sono state arrestate o sono state attaccate e i loro diritti fondamentali sono stati violati. Per esempio:

*Guy Smallman, un fotografo freelance, è stato severamente ferito da una granata esplosa direttamente sulla sua gamba. Non si é ancora recuperato completamente.

*La polizia ha attaccato i manifestanti con gas lacrimogeno, granate, e pallottole di gomma. Parecchie persone sono state ricoverate in ospedale con delle bruciature e con lesioni per le pallottole e le granate che le hanno colpite.

*Gruppi di polizia travestita da black block hanno percorso la città, picchiando e sparando pallottole di gomma ai manifestanti ed ai passanti. Il collettivo legale di Ginevra ha riunito oltre 50 testimonianze di questi eventi .

*La polizia ha arrestato illegalmente oltre 400 persone senza accuse a Bourdonnette, l'accampamento attivista di Losanna durante parecchie ore. Molte persone vennero arrestate e tutte le tende e le borse sono stato perquisite.

*A Ginevra il centro sociale l'Usine, con installato l’IndyMedia Center è stato oggetto di un raid della polizia travestita da black block.

*Giornalisti, medici di strada e osservatori legali sono stati presi come obiettivo dalla polizia.

*La polizia ha rifiutato durante tutto il tempo di rendere pubblici gli elenchi dei detenuti, differentemente da come convenuto prima delle manifestazioni. Hanno rifiutato di dare i loro numeri di identificazione ed ai detenuti negarono le telefonate.

Recentemente abbiamo visto molti altri casi in cui i nostri diritti sono stati erosi da molte nuove leggi in diversi paesi. In Svizzera il migliore esempio è la nuova legge proposta a Ginevra che dà il potere alla polizia di dar arbitrariamente il permesso di manifestarsi.

Con riferimento ai seri eventi che hanno avuto luogo durante il summit del G8 il 1º di giugno del 2003 nel ponte di Aubonne, e le altre azioni della polizia durante quei giorni, sentiamo il dovere di dichiarare fortemente:

Che è successo ai diritti democratici e costituzionali (come il diritto di protestare) che son tanto pubblicizzati? E che dire dei cosiddetti diritti umani fondamentali e universali della Dichiarazione ONU: il diritto alla vita; il diritto di non essere torturati o maltrattati o di non essere puniti in un modo crudele, inumano o degradante? Questi diritti possono essere sospesi o possono essere distrutti, legalmente, e con impunità, quando la polizia sceglie di farlo? Consentire che le azioni della polizia sul ponte di Aubonne rimangano inquestionate legittima l'idea che l'arrivo in orario di alcuni politici ad un summit é piú importante che la vita stessa dei manifestanti.
La sproporzionata risposta della polizia non merita un giusto processo per tutti i suoi ufficiali coinvolti? Possiamo aspettarci che un'investigazione interna alla polizia sia imparziale? Gesine non è realmente una vittima perché non é effettivamente caduta? I nostri testimoni non hanno diritto di essere ascoltati?

Lasciando la politica da parte, le nostre esperienze del Ponte di Aubonne, delle stazioni di polizia e dei corridoi del Tribunale hanno aperto molte domande che rimangono senza risposta.

Comunque, vogliamo anche denunciare il discorso politico per cui, nel nome della “sicurezza nazionale¨ e della “guerra al terrore¨, si giustificano la repressione delle nostre libertà; la brutalità e l'impunità poliziesca; controllo sociale draconiano sempre crescente.

La strategia di usare vittime e paura per servire un'agenda ideologica e mantenere una struttura di potere è assolutamente inaccettabile.



Mme la Présidente Jaqueline Maurer-Mayor
Rue Caroline 11 CH-1014 Lausanne
jaqueline.maurer@sq-dec-vd-ch
Fax: 0041 21 316 6037

Al presidente del Canton Vaud

Denunciamo profondamente le azioni del sistema legale Elvetico nell’occuparsi del caso del ponte di Aubonne e le violente, repressive tattiche poliziesche durante e dopo il vertice del G8. Chiediamo che si adottino delle misure per evitare la possibilità che si ripetano in futuro degli eventi del genere.
I nostri diritti non verranno strangolati. La repressione non silenzierà le nostre voci.

Le nostre richieste:

- Richiediamo un’indagine indipendente degli eventi sul ponte di Aubonne e delle altre azioni poliziesche che sono state denunciate. E’ necessario che queste indagini vengano condotte da una commissione indipendente, indipoendente da tutte le parti in causa. L’indagine deve riferirsi non solo alla persona che ha eseguito l'atto di tagliare la corda ma a tutti gli ufficiali che hanno dato gli ordini ed hanno stabilito le prioritá.

- Richiediamo che le indagini contro la polizia vengano condotte in modo serio e che i poliziotti vengano sospesi dal loro servizio. C’è un bisogno urgente di aprire un’indagine amministrativa contro l’ufficiale superiore intervenuto sul ponte di Aubonne dovuto alla violazione di ordini ufficiali per il vertice (“rimanere calmi, entrare in contatto con i manifestanti, capire la situazione, agire” - Feuille d’Avis officielle du Canton de Vaud.)

- Richiediamo che lo Stato Svizzero paghi tutti i costi medici incorsi (ospedale, riabilitazione, terapia...) ed una compensazione adeguata per la sofferenza, le ferite e i danni permanteni come risultato dell’intervento sul ponte di Aubonne e lo stesso per tutti gli altri atti di brutalità poliziesca.

Richiediamo un’indagine e un processo giusti e imparziali!
Giudicate i persecutori, non le vittime!

Data e firma

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