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[Piaggio] La Fiom nazionale esprime sconcerto per le espulsioni della CGIL Toscana
by Rebeldía::ComunicAzione Thursday, Aug. 05, 2004 at 12:29 AM mail:

Sconcerto per i dissidenti espulsi dalla Cgil

Tratto da Liberazione del 31 Luglio 2004

La Fiom nazionale prende le distanze: «Si conferma la necessità di convocare il congresso della Fiom di Pisa». Per Patta si tratta di «un inaccettabile attacco» a "lavoro società"

Stupore, sconcerto, preoccupazione. Queste le reazioni della Fiom, della sinistra Cgil di "lavoro società" e del sindacalismo di base di fronte alla decisione del Comitato di Garanzia della Cgil Toscana di espellere dal sindacato undici lavoratori della Piaggio di Pontedera - di cui dieci iscritti alla Fiom e uno alla Filcams - e di sospenderne altri cinque. Sindacalisti la cui unica colpa sarebbe quella di avere espresso il loro dissenso rispetto ad una serie di scelte della Fiom di Pisa.

Un atto di repressione gravissimo, da cui la Fiom nazionale prende le distanze, esprimendo «forte perplessità» rispetto all'accaduto: «Ciò che vogliamo ribadire, a fronte di una decisione che ha pochi precedenti - sottolinea la segreteria della Fiom -, è che l'espressione del pluralismo e della democrazia interna, nelle forme contemplate dalle norme regolamentari, non è in discussione nella vita della nostra organizzazione». Anche alla luce di questi fatti «si conferma la necessità - sottolinea la Fiom - di convocare l'assemblea congressuale della Fiom di Pisa».

Tutti i lavoratori oggetto di provvedimento disciplinare, buona parte dei quali iscritti a Rifondazione, appartengono all'area di "Lavoro società". Gian Paolo Patta, segretario confederale della Cgil, non ha dubbi: quelle sanzioni rappresentano «un inaccettabile attacco» della Fiom di Pisa alla sinistra Cgil. Una decisione, quella della Commissione di garanzia della Toscana, che «non ha precedenti analoghi, in tempi recenti» sottolinea Patta. Appena conosciute le motivazioni "Lavoro società cambiare rotta" «si riserva di intraprendere tutte le iniziative necessarie a tutelare i propri aderenti espulsi o sospesi». Ma Patta ce l'ha anche la Fiom nazionale colpevole, a suo giudizio, di non essere intervenuta «per evitare l'accaduto».

Solidarietà nei confronti degli «11 compagni della Piaggio, iscritti alla Fiom e alla Cgil» colpiti «da un provvedimento sbagliato ed ingiusto, che mira a colpire la diversità di opinione e che utilizza strumenti organizzativi per sopperire al dibattito politico, come invece sarebbe logico e giusto» viene anche da un nutrito elenco di iscritti e dirigenti della Cgil che in Toscana fanno riferimento all'area programmatica Lavoro Società, a detta dei quali «non è possibile in alcun modo» creare contrapposizioni tra "lavoro società" e la Fiom. «Respingiamo - aggiungono - i tentativi di falsare gli orientamenti di lavoro società attribuendoci posizioni diverse da quelle sempre praticate e confermate nel documento dell'Area del 23 luglio 2004».

Rossano Rossi, della segreteria Cgil Toscana e coordinatore regionale della minoranza Cgil ricorda anche come il provvedimento disciplinare sia stato preso «con il dissenso del compagno di lavoro Società presente in Commissione referente e senza la presenza di compagni di Lavoro Società nella Commissione deliberante». Lavoro Società, afferma ancora Rossi «si batte perché i compagni restino in Fiom, venga restituito loro l'onore e la diignità di militanti e di dirigenti e venga stigmatiizzato il comportamento di quei dirigenti della Fiom che hanno voluto questo provvedimento».

Anche il Sincobas, nell'apprendere quanto accaduto alla Piaggio, esprime piena solidarietà a quei lavoratori espulsi dalla Cgil «la cui unica colpa - sottolinea Paolo Sabatini, coordinatore nazionale - è quella di non assecondare scelte sindacali che ritengono sbagliate, opinione peraltro condivisa da ampi settori di lavoratori e lavoratrici». Sabatini definisce le espulsioni «un insperato regalo alla parte più retriva del padronato italiano». Si tratta infatti, prosegue il portavoce del sindacato di base di «un pericoloso segnale che viene lanciato nei confronti di Rsu e lavoratori che non si assoggettano alle imposizioni dei gruppi dirigenti dei sindacati confederali». Esperienza vissuta nel passato dallo stesso Sabatini, «essendo stato a mia volta espulso dalla Cgil nel lontano 1981 per essermi esposto, insieme a tanti altri lavoratori, alla volontà di "normalizzazione" delle Videocolor, fabbrica di cui sono ancora dipendente».

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