la lettera di cesare battisti -2 giorni prima del mandato di cattura

Ho l'obbligo di sottostare al controllo giudiziario che mi è stato imposto e voglio spiegarmi davanti alla giustizia francese.
Non lascerò la Francia, non saprei farlo, è il mio paese e non ne vedo altri nel mio futuro.
La mia verità è qua, molti cittadini francesi me l'hanno confermato.
La Corte d'Appello di Parigi, dichiarandosi favorevole alla mia estradizione, mi ha condannato alla prigione a vita in Italia. Lo choc è enorme, non potevo credere che la giustizia francese si piegasse al potere politico, tornando indietro rispetto a una decisione già presa nel 1991, non potevo credere che accettasse la contumacia italiana che non mi dà più nessuna possibilità di difesa.
Rinchiuso a vita, trent'anni dopo i fatti, saranno la famiglia, i bambini, altre vite che pagheranno.
Non posso correre questo rischio, di non rivedere i miei figli, il paese dove sono nati, l'idea mi è insopportabile.
La dichiarazione di Jacques Chirac, due giorni dopo la decisione della Corte d'Appello, mi ha tolto ogni speranza.
Che cosa mi resta ormai?
Solo i miei figli e la sottile possibilità, forse un giorno, di potermi spiegare sulle mie responsabilità politiche e penali e ritornare quidni su questo apssato che l'Italia vorrebbe, mi sembra, sotterrare per sempre, al prezzo di una selvaggia contraffazione storica.
Mi sottraggo quindi al controllo giudiziario, ma resto in Francia, perché è da qua, con l'aiuto di chi ancora crede a questa giustizia che aveva fatto della Francia il paese dei Diritti dell'uomo, che continuerò a battermi affinche giustizia sia fatta sia all'uomo come alla storia.
Questa convinzione mi dà il coraggio di aspettare l'ultima decisione, fino all'ultimo ricorso, nella speranza che, in questo paese che è il mio, le parole Giustiziae e Libertà abbiano ancora un significato.

Cesare BATTISTI

(ps: traduzione fatta al volo da un post poco sotto--> scusate eventuali errori)