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ipotesi (inquietanti)
by reporterassociati Tuesday, Sep. 14, 2004 at 12:48 PM mail:

"Simona & Simona", ipotesi (inquietanti) per un sequestro
di Debora Billi
13 Sep 2004
Si legge, su L'Unità dell'11 settembre, che le due Simone avevano contattato gli Ulema per cercare di andare a Falluja. Falluja: città blindatissima attualmente epicentro degli scontri tra guerriglia ed occupanti. Il tutto ricorda straordinariamente Najaf, che era al centro degli scontri solo un paio di settimane fa, e l'ostinazione con cui Enzo Baldoni aveva perseguito il suo intento di riuscire ad entrarvi per portare aiuti e probabilmente anche per testimoniare le sofferenze di un popolo. In seguito ad una ricerca salta fuori una vecchia mail di una collaboratrice di "Un ponte per...", datata 25 luglio 2003 (la "collaboratrice" era forse Simona Torretta?). All'interno il testo della mail.

"Siamo arrivati a Baghdad giovedì 24 luglio in tarda mattinata dopo aver attraversato il confine giordano con due jeep impiegandoci circa 10 ore per raggiungere la capitale. 4 donne e 4 uomini compongono la delegazione dell'ong italiana "Un ponte per..", presente in Iraq ormai da 13 anni".

"(...) Abbiamo incontrato, presso le sede delle ong, i volontari di "Un ponte per..." e subito dopo sono arrivate due donne irakene responsabili di un progetto internazionale di "Occupation Watch" che si occuperà di monitorare e denunciare le violazioni dei diritti umani nei settori economico, sociale e militare commesse dalle forze di occupazione presenti in Iraq".

"Un ponte per..." è fra le organizzazioni che collaborano con "Occupation Watch" e intende sostenere economicamente la realizzazione della cosiddetta "Casa Irachena", che sarà la sede dell'osservatorio, (sede) già individuata nel centro di Baghdad. (...)".

"L'osservatorio cercherà di rendere la più ampia testimonianza su ciò che l'occupazione produce in termini di violenza generale nel paese".

"Occupation Watch" stessa, inoltre, cita "Un ponte per..." tra i sei soci fondatori del progetto. Sui cui scopi si legge fra l'altro:

1. Monitorare le attività economiche e della ricostruzione sotto l'occupazione, incluse le attività delle multinazionali, e sostenere il diritto degli iracheni a controllare le proprie risorse, specialmente il petrolio;

2. Lavorare in collaborazione con altri gruppi interessati ai diritti umani per documentarne le violazioni;

3. Ricercare le dinamiche, i programmi e la composizione del movimento di resistenza iracheno allo scopo di fornire un'informazione corretta alla comunità internazionale.

"Un ponte per...", a Baghdad, non si occupava quindi soltanto di cibo e medicine ma partecipava attivamente alla realizzazione di un progetto vòlto a monitorare le attività delle forze di occupazione e delle loro dirette emanazioni come, ad esempio, la presenza nel paese delle multinazionali e la gestione dei cosiddetti contractors.

Anche per questo, Simona e Simona, avevano manifestato l'intenzione di voler andare a tutti i costi, nei giorni precedenti il loro sequestro, nella zona calda di Falluja?

Fonti:
L'Unità
http://www.unita.it/index.asp?topic_tipo=&topic_id=37714
La lettera della “collaboratrice” http://italy.indymedia.org/news/2003/07/343328.php
Occupation Watch
http://www.occupationwatch.org/article.php?list=type&type=4

Debora Billi
redazione@reporterassociati.org


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