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API:comitati e centri sociali in regione
by tupak+csaKO Thursday, Sep. 16, 2004 at 1:49 AM mail: kotupak@yahoo.it

............dopo le sparate settimanali, nel solco di una tradizione secolare, partiti e dirigenza api sempre d' accordo......cosa o quanto v' hanno dato stavolta

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............dopo le sparate settimanali, nel solco di una tradizione secolare, partiti e dirigenza api sempre d' accordo......cosa o quanto v' anno dato stavolta:
per tutta la settimana a destra e a manca tutti a parlare di dismissione e riconversione....la montagna di merda ha partorito un topolino....oggi si è riunito il consiglio comunale: forse una diffida per l' azienda (del tipo "nn ammazzate + nessuno per un pò senno questi ci rompono le palle"...), la richiesta di finanziamenti pubblici perchè l' ammodernamento dell' azienda verrà pagato con i soldi pubblici..... e nemmeno un accenno nei discorsi di D' Ambrosio e della giunta regionale (centro-sinistra, con assessore all' ambiente rifondarolo...) ai millantati piani di riconversione.........perchè nn andate in iraq se vi piace tanto il petrolio?

Un pò di articoli di oggi 15 setttt::

IL MANIFESTO

Esplosione all'Api, 27 indagati
Lesioni e omicidio colposo: sono i capi di accusa ipotizzati dai pm di
Ancona nei confronti dei vertici della raffineria di Falconara. L'incendio
provocò un morto e un ferito
di SERGIO SINIGAGLIA
FALCONARA (Ancona) Incendio, lesioni e omicidio colposo. Questi i capi
d'imputazione contenuti nei 27 avvisi di garanzia emessi dai magistrati
anconetani che indagano sul nuovo incidente alla Raffineria Api di
Falconara avvenuto mercoledì scorso, costato la vita all'autotrasportatore
Sebastiano Parisse. Destinatari dirigenti, manager e tecnici dello
stabilimento. Un atto dovuto in ottemperanza al codice, ma che segna il
primo passo della nuova indagine che vede l'Api nuovamente sul banco
dell'accusa. Ricordiamo che è in corso un altro processo che ha come
imputati dirigenti dell'azienda per il rogo del 25 agosto del 1999 costato
la vita a due operai. Per quanto riguarda la ricostruzione delle cause che
hanno provocato questo nuovo incidente il quadro inizia ad essere più
chiaro. Il rapporto dei vigili del fuoco parla di una fuga di liquido
infiammabile fuoriuscito dalla serpentina del serbatoio di bitume, il Tk
145, che dopo un salto di circa venti metri è atterrato addosso ad un altro
serbatoio contenente lo stesso materiale. Una deflagrazione violenta di
fronte alla quale vengono i brividi nel pensare cosa sarebbe potuto
succedere se invece di impattare in un altro contenitore di bitume, il Tk
145 fosse ricaduto addosso ad un serbatoio di carburante. L'azienda da
parte sua, dopo aver cercato di addebitare l'incidente ad un errore umano,
in una nuova relazione sembra sposare la stessa tesi dei vigili. Infatti la
nota rileva che «si può ragionevolmente pensare che l'incendio sia stato
provocato dal fluido contenuto nel circuito dell'hot oil utilizzato come
fluido di riscaldamento dei serbatoi di bitume». Un `altro nodo da
sciogliere riguarda l'aerea coinvolta nell'incidente e i suoi dieci
serbatoi attraversati da un dedalo di tubazioni e serpentine, aerea messa
sotto sequestro dagli inquirenti. A quanto risulta l'Api già da due anni
aveva programmato un progetto di ammodernamento, varando un piano proprio
all'inizio di questa estate. Era un impianto ormai «arrugginito»? I
responsabili della Raffineria smentiscono, ma è un nuovo interrogativo a
cui la magistratura dovrà dare una riposta. Intanto rimangono stazionarie
le condizioni di Nicola Cilli collega di Parisse rimasto coinvolto, insieme
ad altre due camionisti, nello scoppio dell'otto settembre. Cilli è
ricoverato all'Ospedale di Padova presso il reparto di rianimazione con
ustioni che interessano il 40% del corpo. Sul fronte politico il clima è
sempre teso. In particolare al centro delle polemiche è il rinnovo della
concessione deliberato nel luglio 2003 dall'attuale giunta di
centrosinistra. Gli attacchi più pesanti li sta subendo l'assessore
all'ambiente Marco Amagliani di Rifondazione Comunista, tra l'altro
cittadino falconarese. Ci sono stati scambi di accuse piuttosto pesanti tra
il sindaco di Falconara Carletti contrario alla presenza della raffineria
ed Amagliani. Quest'ultimo ha ricordato come il sindaco potrebbe emettere
un'ordinanza nei confronti della Raffineria, ma, ha dichiarato l'assessore,
«credo proprio che non lo farà». Al di là di queste schermaglie molti,
nella maggioranza che governa le Marche, sono preoccupati, visto che tra
sette mesi ci saranno le elezioni regionali. Forse il più imbarazzato è il
partito di Amagliani che per rispondere alle accuse ha convocato una
conferenza stampa dove ha presentato le proposte del partito: legge
speciale di bonifica e riconversione del sito. Lunedì sera a Falconara si è
tenuta una fiaccolata indetta dai Comitati di Villanova e Fiumesino che
sorgono accanto all'Api. La partecipazione non è stata all'altezza delle
aspettative. Circa cinquecento persone hanno ascoltato gli interventi dei
vari rappresentanti dei comitati e delle associazioni. I partiti, per una
volta, sono stati invitati a non prendere la parola e ad ascoltare i
contributi della società civile. Tutti hanno sottolineato la necessità di
liberarsi della pesante presenza dello stabilimento puntando o sulla
riconversione o sulla dismissione dell'impianto, garantendo agli operai
reddito e occupazione. Alla fine è stata raccolta la proposta di Paolo
Cognini dei Disobbedienti delle Marche di manifestare questa mattina sotto
il consiglio regionale.
MESSAGGERO

Api, i 27 indagati sullo scenario del disastro
Dopo gli avvisi di garanzia decolla l’inchiesta della Procura. Oggi
l’affidamento della consulenza, nel mirino anche l’inquinamento.
Sopralluogo con il perito nel piazzale del bitume per capire le cause dello
scoppio
di GIAMPAOLO MILZI
ANCONA Poco più di una settimana d'attesa, e dopo il botto del tragico
sconquasso all’Api che ha ricacciato Falconara nell'incubo, il primo
appuntamento procedurale d'inchiesta è per oggi alle 10.30 in Procura:
conferimento dell'incarico di consulenza, per molti aspetti irripetibile,
al super-esperto individuato dal pool inquirente (pm Tedeschini e Bilotta)
per indagare su cause e dinamiche dell'incidente; presenti gli eventuali
consulenti delle 27 parti indagate per i reati di omicidio, lesioni e
incendio colposo, delle parti lese - avvocato Alessandro Scaloni per il
Consorzio autotrasportatori Falconara e Moccheggiani per la ditta Bravi
presso cui lavorava il camionista Sebastiano Parisse rimasto ucciso, la cui
famiglia sarà assistita dall'avvocato Gioacchino Brengola - e dei legali
dei tre feriti (gravi ma stazionarie le condizioni dell'autista Nicola
Cilli, fuori pericolo i due colleghi) e della difesa (Vettori e Sandroni).
Poi sopralluogo direttamente sullo scenario del disastro, a Falconara. Un
atto giudiziario formale e automatico, che nel suo estremo garantismo
spiega la rosa ampia degli iscritti nel registro dei reati ipotizzati
indicata dai magistrati: tutto lo stato maggiore manageriale della società
Api, a cominciare dall'amministratore delegato Franco Brunetti, dal
direttore Franco Bellucci e dal suo vice Vincenzo Cleri, per scendere via
via fino ai due tecnici Capotondi e Bellagamba - addetti ai controlli alle
7.15 nel parco carico bitumi quando si sollevò in aria per una ventina di
metri il deposito Tk 145 spinto dalla deflagrazione - passando per i vari
funzionari responsabili di sicurezza, impiantistica, prevenzione e di altri
settori delicati dell'attività dello stabilimento. Il via libera al
"saggio" dei pm - che si avvarrà di colleghi, ferrati in materie come
chimica e fisica - va letto soprattutto alla luce dei quesiti ai quali
dovrà rispondere, a cominciare dalla verifica di un'eventuale fuoriuscita
di gasolio speciale dal sistema "hot-oil" annesso alla cisterna saltata per
aria con funzioni di riscaldamento del bitume (olio che avrebbe alimentato
la colonna di fiamme; ma è stato la causa del botto, oppure le serpentine
di riscaldamento si sono rotte di conseguenza?). E ancora: studio sul
regolare funzionamento delle operazioni di carico di bitume da parte delle
autocisterne (l'azienda non esclude che, in modo anomalo, un camionista
possa avere scaricato prima di caricare, e che qualche sostanza di disturbo
sia finita nella cisterna innescando un meccanismo a catena deflagrante;
eventuali riscontri sull'ingresso, anch'esso anomalo, di acqua nel
serbatoio (con gli stessi effetti chimici esplosivi), o di una scarica
elettrostatica che abbia agito da innesco; spiegazioni sul mancato
sganciamento del soffitto del serbatorio, procedura automatica di sicurezza
che avrebbe consentito all'esplosione di sfogare dall'alto, limitando i
danni. Un quesito anche sulla non tenuta del serbatoio di contenimento del
bitume stoccato (circa 500 tonnellate), con un mare nero che si è riservato
all'esterno, seminando panico e dramma, prima di finire nell'Esino e in
mare. E proprio sull'inquinamento marino di fatto non scongiurato e sul
mancato funzionamento dei sistemi di deflusso e scarico della raffineria,
l'Arpam ha inviato in Procura una dettagliata relazione, con annessi dati e
rilievi sulla contaminazione e sullo stato di reale efficienza
dell'impiantistica. Prevedibile l'imminente apertura di un
"sotto-fascicolo" d'inchiesta per reati ambientali.

Sulla “lista nera” della Procura tutto il vertice del petrolchimico
Ecco l’elenco completo degli indagati: Franco Brunetti, amministratore
delegato; Franco Bellucci, direttore della Raffineria; Vincenzo Cleri, vice
direttore, Marco Capotondi 46 anni, Tommaso Ballatore (52), Fabio Chiucini
(38), Stefano Benincampi (46), Marco Mezzadri (47), Franco Barone (36),
residenti a Senigallia; Ennio Astolfi (56), Michele Del Prete (33),
Alessandro Veroli (42), Marco Beccaceci (36), Renzo Cossai (55), Lorenzina
Vietri (43), residenti a Falconara; Giuseppe Paoletti (57), Santi Materia
(54), Antoniomaria Colonni (44), residenti a Chiaravalle; Alfredo Punzo
(49), Enzo Maurizi (56), residenti a Jesi; Roberto Orciani (39), Andrea
Arcangeletti (32) di Ancona; Claudio Sorana (49) di Camerata Picena; Luca
Bellagamba di Marotta; Antonio Spadaccini (33) di Offagna; Fabio Magrini
(42) di Agugliano; Maurizio Montagnari (33) di Latina. Tra le persone
offese figurano invece: Giannina Torresi, Marco e Simona Parisse
(rispettivamente moglie e figli di Sebastiano Parisse, l' autista rimasto
vittima dell' incidente) ; Nicola Cilli (l' autotrasportatore ricoverato in
rianimazione a Padova), Mauro Cameruccio (altro autista rimasto ferito
lievemente). I due autisti così come i rappresentanti legali delle ditte di
autotrasporti proprietarie dei mezzi andati distrutti (Graziella Marchetti
di Senigallia, Ermes Bovini della “Marche ambiente”, Erzo Erasti di
Matelica, Nicola Massa di Grottammare; Roberto Mencaroni di Senigallia;
Sandro Bilò della Cooperativa Caf arl di Falconara, Franco Agostinelli
della ”Gata” di Montemarciano).

Il nodo Raffineria in consiglio regionale E Amagliani convoca Carletti e
Giancarli
di GIULIA VISCI, Marco Catalani e Claudia Pasquini
ANCONA - Una legge speciale, il finanziamento di uno studio per la
riconversione della raffineria, diffidare l’Api. Queste le tre linee
generali della mozione che il Centrosinistra ha discusso ieri in una
riunione e che presenterà oggi in consiglio regionale. «Vogliamo che sia
fatta chiarezza su quanto accaduto l’8 settembre alla raffineria Api -
spiega il segretario regionale Ds Massimo Vannucci - anche attraverso una
nostra indagine da affidare all’Arpam. E se verrà fuori che ci sono state
negligenze da parte dell’azienda, allora ci sarà la diffida, uno strumento
tra l’altro previsto dal protocollo d’intesa che è alla base del rinnovo
della concessione». Non si parla per il momento di riconversione
dell’impianto, perchè ora «il problema principale è la sicurezza» dice
Vannucci. Diverso il punto di vista dei Verdi. «Noi non siamo d’accordo -
afferma Marco Moruzzi, capogruppo dei Verdi in Regione - perché queste
soluzioni hanno tutte il medesimo difetto: sono solo ancora carta. Bisogna
invece individuare scadenze precise. Deve essere avviato subito un processo
di sospensione della concessione. E’ un percorso lungo, complesso,
elaborato, che non può più attendere. La Regione finora non è stata capace
neppure di far rispettare quei patti sui quali era stato dato il rinnovo
della concessione. Con l’Api bisogna avere più polso, quel polso che la
Regione non ha». Oggi, in Regione, dove il Consiglio è interamente dedicato
alla questione Api, ci saranno anche i comitati cittadini di Falconara,
centri sociali e no global. L’hanno annunciato lunedì sera nel corso della
manifestazione di piazza Mazzini, a Falconara. Lo hanno ricordato - i
comitati - in una nota in cui senza mezzi termini chiedono che vadano a
casa «quegli amministratori e consiglieri regionali che ad appena un anno
dal rinnovo della concessione dichiarano l’inaffidabilità dei sistemi di
sicurezza dell’Api». E dimissioni chiede anche Alleanza Nazionale, le
dimissioni di Amagliani ma anche un nuovo Protocollo d'Intesa. «La
convenzione - spiega Carlo Ciccioli, consigliere regionale di An - fu una
trattativa privata tra la dirigenza Api e lo stesso Amagliani, approvato da
D'Ambrosio tagliando fuori sia il consiglio regionale sia l'amministrazione
comunale di Falconara. In commissione ambiente chiedemmo di poter visionare
il documento ma questa possibilità ci fu negata. Fu un atto vergognoso».
Mentre il dibattito politico s’infiamma, Regione, Provincia e Comune di
Falconara tentano la strada del confronto. Ieri la richiesta del sindaco
Giancarlo Carletti di riaprire «un dialogo attraverso il quale giungere a
una sintesi condivisa ed equilibrata, che sappia coniugare le esigenze
industriali e dell’occupazione con la tutela della salute». Immediata la
risposta dell’assessore regionale all’ambiente Marco Amagliani: domani alle
11 appuntamento in Regione con il sindaco Carletti e il presidente della
Provincia Enzo Giancarli. «Le nostre rispettive istituzioni - dice
Amagliani - devono impegnarsi per dotarsi di uno schema di sviluppo
strategico alternativo agli attuali assetti». Il 20 la discussione si
sposta in Provincia. All’ordine del giorno in Consiglio il caso Api.
«Discutiamo pure sui perché dell’incidente - dichiara Giancarli - ma nel
frattempo interveniamo concretamente per tutelare lavoratori e cittadini».

I sindacati da D’Ambrosio
ANCONA Sul rogo all’Api, l' azienda ha «responsabilità oggettive, aggravate
dalle dichiarazioni sul presunto errore umano». Su questa analisi si sono
trovati concordi il presidente della Regione D'Ambrosio, il vice presidente
Spacca, e gli assessori Amagliani e Ascoli, che hanno incontrato ieri una
delegazione sindacale.

L’operaio ustionato operato a Padova
ANCONA Restano immutate le condizioni di Nicola Cilli, il camionista di 36
anni di Pescara ricoverato all'Ospedale di Padova in seguito all'incendio
all’Api. Cilli, in terapia intensiva in prognosi riservata, è stato
sottoposto ad un primo intervento di riparazione.

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