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Pete Lowney e' finalmente libero; la sua lettera di ringraziamento
by by way of IMC Sunday, Sep. 19, 2004 at 8:38 PM mail:

Durante le concitate fasi dell'arresto sono stato colpito con manganelli, preso a calci e a pugni per essermi rifiutato di obbedire agli ordini impartiti da una polizia che non considero autorita' legittima sulle terre occupate e sulla popolazione.

Pete Lowney e' final...
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Riportiamo tradotta la lettera con cui Pete Lowney [arrestato a Gerusalemme insieme a Giordano Tommasi]
comunica la sua liberazione e le sue impressioni sulla detenzione.

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Ciao a tutt*,
Volevo farvi sapere che sono arrivato a casa sano e salvo.
Alcuni di voi sapranno che Giordano ed io siamo stati arrestati lo scorso 27 Agosto
poco dopo aver partecipato ad una manifestazione ad Abu Dis.
http://italy.indymedia.org/news/2004/08/609620.php

Camminavamo a pochi isolati dall'ostello dove eravamo alloggiati, quando sono stato fermato
dalla polizia. Circolano voci secondo le quali eravamo seguiti fin dalla manifestazione,
ma io penso che la vera causa fosse la bandiera Palestinese che portavo con me.

Mi sono rifiutato di essere portato via e la polizia ha reagito in modo violento e armato.
Fortunatamente nessuno e' stato ferito in modo serio.
Ci sono alcune foto dell'arresto su italy.indymedia.org >
http://italy.indymedia.org/news/2004/08/609649.php

Durante le concitate fasi dell'arresto sono stato colpito con manganelli, preso a calci
e a pugni per essermi rifiutato di obbedire a degli ordini impartiti da una polizia
che non considero autorita' legittima sulle terre occupate e sulla relativa popolazione.

Giordano ed io abbiamo condiviso la cella vicino a quella occupata da un ragazzo di Jenin
che ci ha agganciato chiedendoci delle sigarette.

Al processo siamo stati scagionati e resi scarcerabili dal giudice a fronte di una cauzione
di 1100 nis. Un risultato raggiunto grazie all'eccellente video che Giordano aveva realizzato,
all'ottimo lavoro degli avvocati, e alla presenza, nell'aula del tribunale, di molto supporto;
condizioni che hanno permesso di dimostrare, davanti alla giuria, quanto le prove presentate
dalla polizia erano completamente false.

La mattina seguente siamo stati condotti alla corte e, mentre gli avvocati stavano sbrigando
le pratiche relative al pagamento della cauzione, siamo stati rapiti dalla polizia di frontiera
che ci ha portati al dipartimento degli interni, dove i nostri visti sono stati cancellati con una penna.

Un ufficiale, che si vantava di aver ucciso almeno 30-40 persone in Libano,
mi disse che sarei stato deportato perche' "riscaldavo l'atmosfera della gente".
Aggiunse cinicamente di non essere stato abbastanza fortunato da uccidere bambini
e donne durante l'occupazione israeliana in Libano.

Sono stato picchiato e quasi strangolato da parte di agenti della polizia di frontiera
per essermi rifiutato di farmi fotografare. Ho depositato un reclamo all'ambasciata americana
in Israele per "torture durante l'interrogatorio".

Giordano ed io siamo stati separati. Lui trasferito in una prigione,
io in un campo di detenzione a 2 kilometri da Gaza. Potevo sentire i bombardamenti
e gli elicotteri durante i 4 giorni di incursioni israeliane nella parte a nord della striscia di Gaza.

Mi sono appellato ad una giudice del ministero degli interni per essere liberato su cauzione.
La risposta e' stata che "non ero piu' benvenuto in Israele" perche' la giudice era convinta
che non avrei rispettato il divieto di sventolare la bandiera Palestinese. Donna furba.
Mi ha fatto trascinare fuori dal "suo" tribunale e ributtato nella "mia" cella di isolamento.

Non mi era permesso l'uso del cellulare ed ero separato dagli altri prigionieri per tutta l
a prima settimana. In seguito ho fatto amicizia con le tante brave ed innocenti persone le cui vite
sono state distrutte dallo stato di Israele. Molti dei poliziotti che ho incontrato erano duri, assassini
o mentitori cronici e compulsivi.

Con 400 dollari del comitato legale e i miei ultimi 300 dollari ci siamo appellati
alla corte suprema per tentare di impedire la mia deportazione.

Ho saputo che Giordano aveva vinto la causa ma era stato deportato ugualmente
e che le mie chances di non essere deportato erano da nulle ad impossibili.

Abbiamo affrontato l'ennesima discussione in tribunale per la cauzione, che e' stata rifiutata.
Con una settimana di ritardo ho realizzato che alcuni poliziotti erano stati feriti da qualche
"arrabbiato" presente nella folla radunatasi durante il nostro arresto.
Fino a quel momento pensavo che mentissero completamente quando mi accusavano
di aver ferito tre agenti.

Ho anche saputo da XXXX che un amico e' stato quasi raggiunto dai colpi esplosi dalla polizia
che sparava all'impazzata sulla folla.

Nel tempo che ho avuto a disposizione ho scritto un articolo che ho intitolato "Consenso
Formale per i Gruppi di Affinitą di Azione Diretta, un respiro di nuova vita in un mondo morente."

Mi sono ammalato dopo 13 giorni di sciopero della fame ed ho avuto bisogno di cure mediche.
A causa di cio' l'avvocato ha fatto decadere l'appello alla corte suprema, permettendo che fossi
deportato il 14 settembre dal centro di detenzione di Tzhor per essere spedito a New York
via Barcellona e Madrid.

Il supporto di tutt* coloro che ci sono stati vicini ha fatto la vera differenza.
Un grazie di cuore a XXXX, XXXXXX e indymedia Italia, XXX, XXXX, XXXXXX,
e a tutt* coloro che hanno testimoniato e fotografato il nostro arresto, a coloro
che hanno vigilato sulle condizioni della nostra detenzione, partecipato ai processi
e manifestato il loro supporto nei nostri confronti.

P.S.
Quando sono arrivato a casa di mio padre ho trovato sull'album di famiglia la foto,
tratta dal giornale locale della mia cittadina, di un gruppo di palestinesi che si arrampicavano
sul muro ad Abu Dis: "Sapevo che eri stato tu", ha detto mio padre.


Pete Lowney

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