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docenti contro la morati
by da l'unità Wednesday, Sep. 22, 2004 at 12:53 PM mail:

La Sapienza, dimissioni contro la Moratti

Ad ingegneria rassegnano l’incarico i presidenti dei 13 corsi di laurea
Rinviato il via delle lezioni. Protesta dei ricercatori: 600 corsi a rischio

Wanda Marra

I presidenti dei 13 Consigli di Corso di Laurea hanno deciso di dimettersi. La data di inizio delle lezioni verrà rinviata e i ricercatori e tutti i professori, associati e ordinari, non prenderanno affidamenti e supplenze. È quel che ha deciso ieri mattina il Consiglio di Facoltà di Ingegneria de «La Sapienza». Sotto accusa il disegno di legge Moratti, di cui si chiede il ritiro o l’interruzione dell’iter parlamentare. Il giorno dopo l’annuncio dei ricercatori della decisione di rinunciare ad affidamenti e supplenze, la protesta prende forma e si allarga. La posizione di Ingegneria è forte e importante. E fa capire quello che potrebbe succedere in tutte le facoltà di Roma e d’Italia se la Moratti andrà avanti nel suo progetto. La decisione di rinviare l’inizio dell’anno accademico a data da destinarsi, infatti, non è solo una forma di protesta, ma a questo punto anche una necessità: sui 1600 insegnamenti della facoltà circa 600-700 si basano sull’attività didattica dei ricercatori o sui corsi in più che i docenti prendono in carico, e quindi non avrebbero copertura. Un segnale chiaro dell’insensatezza della messa ad esaurimento del ruolo dei suddetti ricercatori e della precarizzazione dei giovani che il Ministro persegue con tanta cocciutaggine.
«Sono d’accordo con la protesta in atto – dichiara il Preside di Ingegneria, Tullio Bucciarelli che in prima persona ha rinunciato al suo affidamento -. Non sono d’accordo nell’impostazione del ddl. Non so ora cosa faremo: come Consiglio di Facoltà ci riuniremo di nuovo la prossima settimana e valuteremo quali segnali arrivano dalla Moratti. Comunque, gestire i corsi di laurea in questa situazione è tecnicamente impossibile: per questo i presidenti si sono dimessi. Avremo grossi problemi con l’offerta didattica e saremo costretti a ridurla. Ne risentiranno soprattutto le lauree specialistiche».
Bucciarelli ci tiene a precisare che ci sarà un grande rispetto degli studenti, anche in questa situazione: non verranno sospese le tesi, né gli esami, ma ci sarà comunque una grande difficoltà a gestire l’offerta didattica in aula. I motivi della protesta, però, sono troppo importanti: «C’è il problema serio del reclutamento giovanile, la precarizzazione dei giovani, la mancanza grave di finanziamenti. E non è chiaro quali sono i diritti e i doveri dei professori», riassume Bucciarelli. Mentre il Prorettore della Sapienza, Gianni Orlandi che è anche un docente della Facoltà di Ingegneria ribadisce: «Questa è una mobilitazione che non ha fini corporativi, ma si fa nell’interesse di tutta l’università. È in gioco il futuro della formazione». E che si tratterà di un inizio d’anno quanto meno burrascoso per gli atenei si evince anche dall’accoglienza che ha avuto ieri all’Auditorium la relazione del Presidente della Crui, Piero Tosi, sullo stato dell’università italiana: un discorso critico non solo verso i singoli contenuti del progetto di riforma Moratti, ma del suo intero impianto ideale, che vede la formazione ridotta a merce, e gli atenei equiparati ad aziende, salutata nei suoi attacchi più duri da vere e proprie ovazioni. Mentre fuori i ricercatori e le organizzazione sindacali distribuivano un volantino con la spiegazione dei motivi e delle forme della protesta.
Wanda Marra

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