Indymedia Italia


L'articolo originale e' all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2004/09/636206.php Stampa i commenti.

Palestina il mondo non vede:assassinato in una colonia bambino tredicenne palestinese
by dreariness Wednesday, Sep. 29, 2004 at 3:09 PM mail:

3.400 palestinesi uccisi (in maggioranza civili innocenti, tra cui donne e bambini); circa mille civili, soldati e coloni israeliani (centinaia dei quali rimasti uccisi in attentati kamikaze); 53.000 palestinesi feriti (2.500 sono oggi disabili); migliaia di feriti israeliani; 424 palestinesi vittime di «assassinii mirati» (186 erano semplici passanti, tra cui 39 bambini), migliaia di case palestinesi demolite o danneggiate in modo irreparabile; migliaia di arresti (spesso arbitrari)in Cisgiordania e Gaza




Gaza, 11:25
MO, ucciso in una colonia tredicenne palestinese

Un ragazzo palestinese di circa 13 anni è rimasto ucciso stamane in scontri divampati presso la colonia israeliana di Netzarim (Gaza).

Secondo una prima ricostruzione, gli allievi di una scuola palestinese del campo profughi di el- Bureij (Gaza) hanno inscenato una manifestazione contro la vicina colonia ebraica di Netzarim. Hanno così avuto inizio scontri con i soldati dislocati nella zona, che hanno disperso la dimostrazione con la forza. Secondo prime informazioni un bambino di nome Mohammed Jaber è rimasto ucciso. Altri tre ragazzi che erano con lui sono rimasti feriti.

http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/rep_nazionale_n_829493.html


Palestina, 4 anni di sangue
3400 morti palestinesi, 1000 israeliani. Il mondo non vede
MICHELE GIORGIO
GERUSALEMME
«La liberazione di Simona Torretta e Simona Pari è la notizia più bella, un segnale di speranza, che i palestinesi ricevono in questo quarto anniversario di Intifada». Non trattiene la sua felicità Mustafa Barghuti, medico, attivista del movimento per la democrazia ed esponente di primo piano della società civile palestinese, che con i volontari internazionali, anche italiani, lavora ormai da anni. «Sappiamo che le due Simone sono sostenitrici dei diritti dei palestinesi e degli iracheni. Sono contento che in Iraq comincino finalmente a riconoscere amici e nemici della loro causa», ha aggiunto Barghuti ricordando anche l'avvenuta liberazione, ieri pomeriggio, del giornalista druso (con passaporto israeliano) Riad Ali sequestrato lunedì a Gaza city da militanti delle «Brigate dei martiri di Al-Aqsa». La giornata di ieri è stata segnata anche dalla notizia delle lettere di protesta contro abusi e violenze a danno dei palestinesi inviate ai comandi militari da quattro ufficiali di una unità speciale dell'aviazione israeliana. Barghuti ha tracciato un bilancio drammatico di questi quattro anni di Intifada: 3.400 palestinesi uccisi (in maggioranza civili innocenti, tra cui donne e bambini); circa mille civili, soldati e coloni israeliani (centinaia dei quali rimasti uccisi in attentati kamikaze); 53.000 palestinesi feriti (2.500 sono oggi disabili); migliaia di feriti israeliani; 424 palestinesi vittime di «assassinii mirati» (186 erano semplici passanti, tra cui 39 bambini), migliaia di case palestinesi demolite o danneggiate in modo irreparabile; migliaia di arresti (spesso arbitrari)in Cisgiordania e Gaza. Allo stesso tempo l'esponente palestinese guarda avanti, ad uno sviluppo positivo della rivolta.
Dottor Barghuti, in questo quarto anniversario dell'Intifada vediamo intorno a noi macerie e sofferenze. I palestinesi sono in grande difficoltà di fronte alle forze di occupazione israeliane. Cambierà qualcosa in questo quinto anno di rivolta?
Prima di tutto i palestinesi dovranno essere pienamente consapevoli del progetto del governo israeliano di creare una situazione di apartheid in Cisgiordania e Gaza. Il muro (che Israele sta innalzando nei Territori occupati, ndr) è una evidente conferma delle intenzioni di Ariel Sharon. Dopo questo necessario riconoscimento di ciò che sta avvenendo sul terreno, il nostro popolo non potrà far altro che resistere all'occupante con più intensità e determinazione, ma anche in modo diverso da questi ultimi quattro anni.
Vuole dire che dovrebbe abbandonare le armi?
La strada da seguire dovrà essere quella della resistenza pacifica all'occupazione, delle manifestazioni popolari, delle proteste di massa contro la costruzione del muro. La nostra forza dovrà essere nella nostra volontà, nella capacità di dire no ai piani di Sharon. Dovremo spiegare che la nostra Intifada non è contro gli israeliani o gli ebrei ma contro la politica di Sharon e George Bush, contro chi vuole negarci la libertà e il diritto ad essere un popolo sovrano. Allo stesso tempo le forze democratiche della società palestinese dovranno insistere per ottenere l'attuazione di riforme politiche non più rinviabili.
I palestinesi tuttavia avranno bisogno anche di sostegni internazionali. Crede che potranno recuperare la simpatia di una opinione pubblica mondiale che in questi anni è stata gravemente condizionata nel quadro della presunta "lotta al terrorismo", portata avanti da Sharon e Bush?
Con una Intifada popolare e pacifica i palestinesi sapranno spiegare al mondo intero le loro ragioni e mettere a nudo la politica israeliana. Non solo, ma potranno trovare maggiori intese con quelle forze realmente democratiche e pacifiste in Israele che condannano la politica di Sharon e si oppongono alla creazione dell'apartheid in Cisgiordania e Gaza
Lei è ottimista eppure il quadro internazionale e locale non offre prospettive così rosee ai palestinesi.
Il mio è un ottimismo ben fondato. Durante i miei recenti viaggi in Europa ho riscontrato l'interesse di tante persone che vogliono capire le ragioni di questo conflitto. Tutto ciò mi conforta perchè chi vuole comprendere e conoscere alla fine non potrà che sostenere la causa del nostro popolo che non chiede, come purtroppo molti sostenitori di Sharon continuano a scrivere e ad affermare, la distruzione di Israele ma invece di poter vivere in suo stato indipendente in Cisgiordania e Gaza, con capitale Gerusalemme est, così come affermano le risoluzioni internazionali. Alla fine, sono certo, la ragione avrà la meglio sull'oppressione.

http://www.ilmanifesto.it/oggi/art45.html

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.