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LA CASA NON SI TOCCA...
by resistenza avanza Friday, Jul. 26, 2002 at 8:48 PM mail:

Ecco come il corsera racconta il resistenza di una occupante milanese allo sfratto esecutivo condotto con le forze del disordine



La donna, madre di dieci figli, era stata allontanata in mattinata dall’appartamento occupato nel ’92 in via Palmieri

Sfrattata, minaccia di far esplodere il palazzo

Inquilina abusiva dell’Aler barricata con tre bombole di gas e due bottiglie di benzina. La resa dopo 4 ore


Una donna in preda alla disperazione asserragliata sul pianerottolo con tre bombole di gas che minacciava di far esplodere. Un intero quartiere in strada a sostenere la protesta e a difendere le proprie abitazioni. Vigili del fuoco, carabinieri, poliziotti che per 4 ore hanno cercato di convincere Domenica Valiani, 51 anni, pugliese, a desistere dal suo proposito. Al numero 1 di via Palmieri, quartiere Stadera, un’inquilina abusiva, sfrattata dai funzionari dell’Aler alle 7 del mattino, nel tardo pomeriggio di ieri è tornata nella palazzina dove abitava con tre bombole di gas e due bottiglie di benzina. L’ha versata sulle scale e con un accendino in mano ha minacciato di far saltare tutto in aria, se non le avessero riconsegnato le chiavi dell’appartamento. «I funzionari dell’Aler l’hanno fatta uscire con l’inganno - ha raccontato il marito Giuseppe, 54 anni, dipendente statale - dicendole che dovevano controllare il gas. Invece è stata portata fuori, le hanno detto di raccattare le sue cose e di andarsene da casa sua».
Quella casa dove Giuseppe, Domenica e la famiglia di dieci figli vivevano da abusivi dal ’92. Quella stessa casa dove l’undicesimo figlio è morto sei anni fa di Aids «e dove voglio morire anch’io», gridava disperata Domenica. Dopo quattro ore di estenuanti trattative la donna si è arresa. Ormai sfiduciata, stremata dalla tensione e dalla stanchezza, è stata indotta a più miti consigli e ha interrotto la protesta.
«Mia moglie ha la pressione alta, soffre di cuore, ha già avuto un arresto cardiaco, ma non si darà per vinta facilmente. Non farà salire nessuno. Non fa salire neanche me» raccontava il marito nel pomeriggio, quando la tensione era salita alle stelle e avevano cominciato ad accendersi anche le proteste delle famiglie che abitano nella palazzina, cinturata dai nastri della polizia. Dapprima perché volevano rientrare nelle loro case, poi per sostenere la resistenza della donna. Proteste che hanno lentamente montato, man mano che le ore passavano e la situazione non si sbloccava. Dapprima con grida e insulti all’indirizzo delle forze dell’ordine, poi con una rissa sfiorata quando alcuni inquilini hanno cercato di forzare la cintura di poliziotti che sbarravano l’accesso. Infine, quando la donna è uscita, in procinto di seguire il funzionario che l’avrebbe condotta in questura.
E’ stata letteralmente trascinata via dalla folla, dai vicini che l’hanno trattenuta, appropriandosi della sua protesta, loro che si trovano nella sua stessa situazione: a rischio sfratto da un giorno all’altro. Come molti altri nel quartiere Stadera, da via Barrili a via Neera.
«Resta, non andare, non lasciare la casa» le gridavano. C’erano tutte le famiglie della palazzina di via Palmieri in strada. «Anche noi siamo abusivi, lo scriva pure questo, non ci vergogniamo - grida Ottavio Galiffi, siciliano -. Siamo abusivi da 22 anni, e lo è la metà di quelli che occupano questi appartamenti». Gli fa eco la moglie Giovanna: «Abbiamo due figli, uno dei quali ha avuto un collasso poco tempo fa. Stiamo pagando l’affitto arretrato per metterci pian piano in regola, per dimostrare all’Aler la nostra buona volontà. Non vogliamo lasciare le nostre case. Siamo con Domenica, sosteniamo la sua protesta». Domenica e Giuseppe sono abusivi da vent’anni. Prima abitavano al 22, poi uno sfratto, e la donna che ha inscenato la stessa minaccia, con le scale inondate di benzina. Per un mese hanno dormito in macchina, per un anno in una cascina in mezzo alla campagna.
Dal ’91 vivono, anzi, vivevano al numero 1 di via Palmieri. Domenica, incitata dai vicini, ha deciso di rimanere a presidiare il suo appartamento, e ha trascorso la notte in quello della figlia, sullo stesso pianerottolo dal quale ha intimato a tutti di tenersi alla larga. O sarebbe scoppiata la palazzina. Per alcune ore l’erogazione di luce e gas è stata interrotta in tutta la strada. I vigili del fuoco erano già pronti con l’autobotte sotto le scale, nel caso la situazione fosse degenerata.
Fortunatamente, Domenica ha evitato che la sua protesta si trasformasse in tragedia. Una volta scesa, in mezzo al clamore degli altri inquilini, ha dichiarato di voler continuare a difendere «non solo la mia casa, ma anche quella di queste persone», intenzionata a «lottare ancora, e in modo ancora più clamoroso se domattina (oggi, ndr ) l’incontro con il rappresentante dell’Aler non porterà nessun risultato».
Luca Galassi

Galassi dimentica volutamente che la casa è un diritto e non si tocca, solidarietà agli occupanti della stadera
Comune, Palazzinari ed Aler da oggi dovete cambiare strategia...

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